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 2009  luglio 10 Venerdì calendario

Giuseppe Scaraffia Femme Fatale Vallecchi Fatale «Tutte le donne sono fatali. All’inizio ci dànno la vita, alle fine sono la causa della nostra perdizione» (Antoine Blondin)

Giuseppe Scaraffia Femme Fatale Vallecchi Fatale «Tutte le donne sono fatali. All’inizio ci dànno la vita, alle fine sono la causa della nostra perdizione» (Antoine Blondin). Categorie «Mi ama, mi ha amato, mi amerà» (le tre categorie in cui Cristina di Belgioioso aveva diviso gli uomini) Sarah Sarah Bernhardt, che dormiva tra i fiori in una bara foderata di raso bianco. Appassionata di esecuzioni capitali. Cristina Cristina di Belgioso, donna-fantasma o addirittura donna-vampiro. Boccoli neri e viso bianco di morte, aria stralunata dallo stramonio. «Com’è bella!» esclamò un invitato delle sue soirées. «Sì – rispose un altro – quando era viva». Brava però a organizzare il servizio ospedaliero durante le giornate del ”49 a Roma. Virginia Merimée mostrava di indignarsi per il fatto che la contessa di Castiglione girava senza biancheria intima, «oltraggiosamente scoperta sia in alto che in basso». Vagheggiava quindi di rapirla, sculacciarla e infliggerle «l’estremo oltraggio». Libertà La fatalità di una donna coinciderebbe con la sua cosiddettà ”libertà”, vale a dire la facilità di concedersi. La Castiglione annotò effettivamente di essere stata portata in giardino da Vittorio Emanuele II e lì «d’esser stata fottuta cinque volte». Scollature «Nella femme fatale la profondità della scollatura coincideva con l’ampiezza della libertà». Salomè «Lou von Salomè vestiva semplicemente di nero, senza la minima scollatura. Sotto i capelli raccolti, i grandi occhi azzurri guardavano il mondo con una limpidezza preoccupante». Uomini comuni Lou teorizzava i rapporti improvvisati con uomini qualunque, da dimenticare subito. «Soddisfazioni divine e rigeneranti». Geni Alma Maria Schindler, cioè Alma Mahler: «Basta un solo sguardo di un uomo di genio per farmi impazzire. Che sarà di me?» Alma E infatti, oltre a Mahler: Klimt, Kokoschka, Gropius, Werfel ecc. Disse a Gropius: «Voglio risucchiarti da tutte le parti come una piovra. Le nostre due perfezioni devono generare un semidio» e lo tradì dopo tre mesi. Juliette Juliette Recamier, che seduceva ascoltando. «Fissava chi parlava negli occhi e, se la conversazione diventava piccante, si copriva pudicamente la bocca con un fazzoletto di merletti per far meglio risaltare lo scintillio dello sguardo. Doveva sempre rispecchiarsi negli occhi offuscati dalla passione di un ammiratore, e sostare tranquillamente sull’orlo di quell’abisso. Senza limiti di sesso: anche le donne si innamoravano di lei. Prima fra tutte, Madame de Staël». D’Annunzio «Ella metteva anche negli spiriti più ottusi o fatui un turbamento, una inquietudine, un’aspirazione indefinibile» (Gabriele d’Annunzio descrive Elena Muti, Il Piacere). Proust «Quando Albertine rientrò nella mia stanza aveva un abito di raso nero, che contribuiva a renderla più pallida, a fare di lei la parigina livida, ardente, intristita dalla mancanza d’aria, dal clima delle folle, e forse dall’abitudine al vizio» (Marcel Proust, Alla ricerca del tempo perduto). Amore «L’amore è un colpo di reni e un colpo di spugna» (Sarah Bernhardt). Sputi La contessa Potocka, che avendo discusso fino a un minuto prima col filosofo Elme-Marie Caro, gli sputò sulla testa calva mentre quello scendeva le scale gridandogli: «Questo è per la vostra idea di Dio!». Risposte «Le piace succhiare, contessa?» «Dipende da cosa» (dialogo tra un gentiluomo di Napoleone III e la Castiglione). Vecchiaia La Castiglione da vecchia, aveva coperto tutti gli specchi di casa per non vedersi, girava per Place Vendôme spettinata, vistosa, senza meta, portando al guinzaglio due cani obesi.