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 2009  luglio 09 Giovedì calendario

«L’EDITORIA RISENTE, PIU’ DEGLI ALTRI MEZZI, DEL CONTESTO DI CRISI FINAZIARIA CHE HA INTERESSATO IL MERCATO DELLA PUBBLICITA’»


«L’editoria risente, più degli altri mezzi, del contesto di crisi finanziaria che ha interessato il mercato della pubblicità». Parole del Garante per le comunicazioni, Corrado Calabrò, che così - nella relazione annuale dell’Agcom presentata martedì scorso alla Camera - ha lanciato il suo allarme sul futuro dell’informazione mezzo stampa.
Dai dati in possesso all’Agcom, si evince che il 2008 è stato l’annus horribilis della stampa italiana. I ricavi complessivi delle imprese editoriali esaminate dall’Authority (5,4 miliardi di euro nel 2008) «mostrano, rispetto all’anno precedente - scrive l’Autorità - una sensibile contrazione che investe sia l’editoria quotidiana che quella periodica». I ricavi netti delle aziende editoriali hanno subito una contrazione del 5,7 per cento rispetto al 2007. Il settore più penalizzato è quello dell’editoria periodica settimanale (meno 11,9 per cento), mentre la stampa quotidiana ha registrato un calo del 6,8 per cento. Scrivono gli analisti dell’Agcom: «La contrazione è imputabile, essenzialmente, alla progressiva e forte riduzione della spesa pubblicitaria nella seconda parte dell’anno, oltre che ai cali delle diffusioni (-3 per cento), delle vendite dei prodotti collaterali e collezionabili (-25,5 per cento), comuni a tutto il settore». Il segmento dei quotidiani a pagamento ha registrato una flessione del 7 per cento rispetto all’anno precedente, con un calo della pubblicità che supera il 10 per cento: «La vendita di prodotti collaterali (allegati e gadget, ndr) non è più in grado di compensare i minori ricavi derivati dalla flessione delle copie vendute e dalla riduzione della domanda di vendita di spazi pubblicitari, rappresentando solo l’11 per cento delle voci di ricavo per attività tipica». L’unico settore in controtendenza è l’editoria elettronica (Internet, E-book, mappe digitali), comparto che rappresenta appena il 3,9 per cento delle entrate complessive, ma che registra una crescita del 20 per cento.
Oggi, dopo mesi di congiuntura economica negativa, si stanno delineando i piani tagli degli editori per abbattere i costi e per ripianare le perdite. Franco Abruzzo, ex presidente dell’ordine dei giornalisti della Lombardia, sul suo sito www.francoabruzzo.it, ha pubblicato una ricerca da cui risulta che in Italia nel 2009 ci sono 516 giornalisti prepensionabili, mentre i redattori con più di 59 anni e 35 anni di contributi versati sono 1.950. Quand’è che gli editori possono ricorrere ai prepensionamenti e all’utilizzo degli ammortizzatori sociali come la cassa integrazione? Si può sempre ricorrere ai prepensionamenti secondo l’articolo 37 della legge 416 del 1981 in accordo con quei giornalisti che abbiano più di cinquantotto anni e almeno 35 anni di contributi versati. Mentre, per quanto riguarda la Cig solo se si dichiara lo stato di crisi. Fino allo scorso anno, lo stato di crisi si poteva attuare solo dopo 3 anni consecutivi di conti in rosso. Da quest’anno, anche se viene riconosciuta dal ministero del lavoro una situazione di difficoltà di un’impresa editoriale che presenta dei cali nella diffusione e nel mercato pubblicitario. Carlo De Benedetti, patron del Gruppo Espresso (editore di Repubblica), nelle settimane scorse ha annunciato che «dai primi di luglio partirà una riduzione del personale a Repubblica, come del resto al Corriere della Sera». Il Gruppo Espresso, con un comunicato pubblicato sul quotidiano romano martedì, ha fatto sapere che sta prendendo corpo un piano ristrutturazione che prevede risparmi per 140 milioni di euro nel 2009-2010. Una fonte dell’azienda editoriale, però, smentendo il Giornale che ieri ha scritto che Repubblica taglierà 90 giornalisti, ha fatto sapere «che nulla è stato ancora deciso».