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 2009  luglio 09 Giovedì calendario

Da inglese residente qui in Italia da dieci anni e padre di quattro figli piccoli anglo-romagnoli dico a voi italiani: siete troppo paranoici e permalosi

Da inglese residente qui in Italia da dieci anni e padre di quattro figli piccoli anglo-romagnoli dico a voi italiani: siete troppo paranoici e permalosi. Cioè: mandate a quel Paese la stampa estera! Quando un giornale italiano sputtana l’Inghilterra nessun giornale inglese, figuriamoci cittadino inglese, se ne occupa. Silenzio totale. Al limite, la stampa inglese manda i suoi uomini migliori al contro-attacco. Qui invece, ogni volta che un giornale straniero pubblica la parola ”Italia” o ”Berlusconi” la stampa italiana lo riprende e lo mette in prima pagina come fosse il Vangelo. Ieri, ad esempio, sulla prima pagina di ogni giornale (Corsera, Repubblica, ecc.) c’era la parola ”Guardian”. Come mai? Perché secondo questa versione inglese de La Repubblica i poteri forti al livello mondiale vogliono cacciare l’Italia dal G8. Naturalmente per colpa del Cavaliere. Le prove? Be’, fonti anonime. Tutte balle. Ovviamente. Ma questi giornalisti italiani non si rendono conto che né il Guardian, né il Times, l’Economist, l’Independent, El Pais, il New York Times, il Washington Post capiscono un bel nulla dell’Italia? Non potrebbe essere diverso. In quest’ultimo caso del Guardian, l’autore era il corrispondente diplomatico Julian Borger che vive a Londra. Non abita qui. Pazienza. Fra l’altro ha sbagliato meeting. Povero inglese! Cioè: al limite l’Italia ha un problema con il G20, non con il G8 a L’Aquila. Ma cerchiamo di capire chi sono questi mitici giornalisti stranieri presenti in Italia. Dei solitari sfigati. Tendenzialmente di sinistra. Delle pecore, pigri. E codardi. Seguono il gregge e la moda dei salotti radical-non-chic. In più i giornalisti provenienti dai Paesi anglosassoni e del nord sono razzisti nei confronti dell’Italia. Berlusconi per loro è l’italiano medio (mandrillo e mandolino). Non è radical-non-chic insomma. Non è del salotto buono. Ho fatto anch’io il corrispondente dall’Italia, prima per il Sunday Telegraph, poi per The Spectator. Conosco i miei polli. Non capivo niente dell’Italia. Facevo finta. Ogni volta che scrivevo un pezzo copia-incolla come fanno loro (ricordo tutto ciò che ho scritto su Tangentopoli ad esempio) veniva fuori un pezzo pessimo. I miei pezzi migliori dall’Italia erano quelli per cui venivo fisicamente in Italia per intervistare voi italiani a quattro occhi. Ricordo un pezzo che ho fatto a Corleone, terra di Toto ”la belva” Riina. In quel momento, non so perché, c’era aria di speranza. Quel giorno c’era un bellissimo arcobaleno e il fotografo lo immortalò. Tutto questo per dire non basta fare copia-incolla delle cazzate studiate e strumentalizzate di Repubblica. Con chi parlano questi giornalisti stranieri? Con nessuno, a parte qualche barista in Campo de’ Fiori, o a Piazza Navona. Fanno copia-incolla de la Repubblica, e basta. Tutto lì. Se Silvio fosse negro starebbero molto più attenti a quello che scrivono. Invece, il Cav. non è negro. Così da italiano viene liquidato come inaffidabile, mafioso, fascista, ecc... Nel 2003 a Villa Certosa intervistai Berlusconi col direttore dello Spectator Boris Johnson (ora sindaco di Londra). Ci siamo chiesti: guai giudiziari a parte, questo uomo è una forza del bene o del male? E concludemmo: sì, senza alcun dubbio del bene. Nel pezzo citai il romanzo di Scott Fitzgerald ”Il Grande Gatsby”. Come dice il narratore al protagonista Jay Gatbsy, un tycoon, che assomiglia molto a Berlusconi: ”Tu sei il migliore, i veri dannati sono loro!”.