Andrea Bonaccorsi, ཿNova 9/7/2009;, 9 luglio 2009
BREVIARIO DELL’INNOVAZIONE -
Non mi piace dar mano che a lavori puliti, vergini, matematici, come si deve; qualcosa che cominci regolarmente dal principio, nel mezzo sia alla metà, e alla fine sia concluso: non un lavoro da ciabattino che è finito nel mezzo e comincia alla fine. Noi, falegnami, facciamo lettiere per nozze e tavoli da gioco, come facciamo bare e carri funebri.
Lavoriamo a mese, a ordinazione e a cottimo; non spetta a noi domandare il perché e il percome del lavoro, a meno che non sia roba troppo da ciabattino, nel qual caso se possiamo gli diamo il giro. Um! Facciamo un po’ questo lavoro, ora, con garbo. ù Ci metto... vediamo: quanti siamo sulla nave, tutti contati?
S embra fin troppo facile richiamare Moby Dick come epica tragica della ricerca e del rischio, in una tradizione che lega Omeroe Dante, Shakespeare e Joyce. Eppure nel bel mezzo di un romanzo vertiginoso, dominato dalla figura gigantesca e fatale del capitano Achab e da mille rischi e avventure, ecco comparire il mastro d’ascia. lui il falegname di bordo, colui che si occupa dei lavori di carpenteria e manutenzione della nave e di soddisfare tutte le domande dell’equipaggio. Il mastro d’ascia dichiara qui la sua visione: avere sempre il controllo del proprio lavoro, sapere perfettamente quando si è all’inizio, nel mezzoe alla fine. Far bene i conti, programmare il lavoro. La traduzione di Cesare Pavese rende con precisione il messaggio.
Eppure Moby Dick è il romanzo della ossessione di una vita, della straordinaria capacità di un leader di trascinare i compagni dietro a una visione, anche a costo di un esito tragico. Niente di più lontano da un lavoro pulito e come si deve. lo stesso nella innovazione, che richiede come si dice un approccio ambidestro.
Non basta la creatività e la novità, serve l’esecuzione. Innovare richiede di praticare assiduamente gli ossimori. Da un lato la visione, la follia, il trascinamento imprenditoriale, dall’altro il controllo, l’esecuzione, la precisione. Da un lato Achab, dall’altro il mastro d’ascia.
Innovare richiede tenere nella mente pensieri opposti e sostenere la contraddizione.