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 2009  luglio 08 Mercoledì calendario

BAIC SFIDA MAGNA SU OPEL: 1,4 MILIARDI DI INVESTIMENTI

Un investimento di 1,4 miliardi di euro per produrre entro il 2015 500mila Opel in Cina; taglio di poco più di 7.500 posti di lavoro in Europa, di cui 3mila in Germania e 2.500 in Belgio, dove l’impianto di Anversa verrebbe con ogni probabilità chiuso. Questi i punti essenziali dell’offerta che la cinese Baic ha presentato per la Opel (e la consorella inglese Vauxhall). Baic investirebbe 660 milioni di euro per il 51% di Opel, lasciando a
Gm il 49 per cento (contro il 35% nel caso dell’offerta rivale dell’austriaca Magna ); chiederebbe garanzie statali per 2,64 miliardi di euro (contro i 4,5 di cui si è parlato finora per Magna). L’impianto cinese sarebbe operativo dal 2012.
Ieri intanto i rappresentanti di Gm si sarebbero incontrati a Berlino con quelli del Governo tedesco per fare il punto dei negoziati con i vari pretendenti, prima fra tutte Magna che ”alleata con le russe Sberbank e la casa automobilistica Gaz – gode dello status di negoziatore favorito. Secondo fonti industriali intanto, proprio la Gaz avrebbe ottenuto da Mosca garanzie statali per 20 miliardi di rubli (circa 455 milioni di euro) per far fronte alle difficoltà economiche; alla vigilia si sarebbe tenuto un vertice di crisi al quale hanno preso parte rappresentanti del costruttore automobilistico e del Governo russo.
A una settimana dal consiglio di Magna convocato per la decisione finale sull’offerta, non tutti i giochi sono dunque ancora fatti. Se i sindacati di Opel si sono finora schierati con decisione a favore di Magna, a Berlino non c’è una posizione univoca. Ieri il ministro dell’Economia del Land della Turingia si è detto contrario a Baic perché l’offerta prevede una lunga chiusura, sia pure definita temporanea, dell’impianto locale di Eisenach. Il Governo centrale, dal canto suo, vorrebbe assicurarsi che i massicci investimenti in Cina o in Russia non vadano a scapito della produzione in Germania.
Entrambi i potenziali acquirenti pongono qualche problema anche per General Motors: Cina e Russia rimarranno infatti, insieme al Brasile, i mercati esteri più importanti per Gm dopo la cessione di Opel. La cessione è destinata quindi di fatto in entrambi in casi ad aiutare un concorrente: la Russia nel caso di Magna, la Cina nel caso di Baic. Quest’ultima, in particolare, condiziona la propria offerta al fatto di poter utilizzare le future tecnologie su cui Gm sta lavorando, come i motori ibridi e le celle di combustibile. Secondo una fonte citata lunedì dal Wsj, raggiungere un accordo con Baic su questo punto «non dovrebbe essere un problema insormontabile ».
Qualche osservatore si è chiesto se la stessa Baic non possa incontrare problemi con il Governo cinese, che ha di recente invitato i costruttori di auto locali al consolidamento e che preferirebbe accordi nazionali (come quello tra Saic e Nanjing) a un’espansione all’estero. La stessa Baic avverte che un’eventuale intesa «sarà soggetta ad approvazione da parte di numerose autorità cinesi ». Baic, già alleata di Daimlere di Hyundai in Cina, è però un’azienda solida e con legami altrettanto solidi con la nomenclatura di Pechino.
Mentre Magna vuol crescere dai componenti alla produzione di auto, un altro colosso della componentistica – la Lear Corp – ha richiesto ieri l’adesione al Chapter 11 della legge fallimentare, e quindi la protezione dai creditori. Il gruppo americano ha annunciato un programma di ristrutturazione del debito da 3,6 miliardi di dollari che avrebbe già avuto il via libera della maggior parte dei creditori. Il piano prevede la conversione del debito in nuovo debito, azioni convertibili e warrant su azioni. Lear ha 72mila dipendenti in tutto il mondo; dopo Delphi e Visteon (entrambe in Chapter 11) è uno dei maggiori gruppi del settore della componentistica Usa a portare i libri in tribunale.