Maurizio Caprara, Corriere della sera 8/7/2009, 8 luglio 2009
DALLE ARMI NUCLEARI ALL’EFFETTO SERRA: ECCO I DOSSIER SUL TAVOLO DEI GRANDI
I casi: Iran, Corea del Nord, Africa. Ma anche clima e commercio mondiale
ROMA – Nei vertici del G8, molte delle conversazioni più importanti avvengono al di fuori delle riunioni plenarie, negli incontri informali o in quelli bilaterali. Il summit tra i capi di Stato e di governo tra i Paesi più sviluppati del mondo con l’aggiunta della Russia non prende decisioni operative, ma elabora indirizzi, linee politiche e impegni. Molti sono destinati a non essere applicati nei termini sanciti, ma le rotte delineate, gli obiettivi fissati vanno tenuti presenti. Vengono riassunti in documenti e dichiarazioni scritte, e all’Aquila ne saranno prodotti almeno 7 o 8. Una delle principali, la dichiarazione politica, verrà diffusa stasera, prima che le sessioni di domani e venerdì, allargate ad altri Stati, confermino un dato di fatto evidente: per adottare scelte decisive per il mondo, ormai non basta mettere intorno a un tavolo soltanto Stati Uniti, Canada, Francia, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Italia e Russia. Altri Paesi rivendicano ruoli di peso, e non sempre saranno interlocutori facili.
La questione iraniana
Per valutare a quali atteggiamenti ricorrere verso l’Iran, il G8 terrà in conto solo in parte i cortei spezzati dalla repressione dopo che Ahmadinejad è stato confermato presidente da elezioni contestate. Gli Otto, che poi saranno 10 perché affiancati dal presidente della Commissione europea e dalla Svezia che è presidente di turno dell’Unione europea, si pronunceranno pensando innanzitutto ai piani nucleari di Teheran e ai loro effetti geopolitici. Fino a ieri, la Russia ha frenato prese di posizione dure contro Ahmadinejad. Le opinioni pubbliche statunitensi ed europee premono invece in quella direzione, ma per Barack Obama può essere ancora presto per ritirare la sua offerta di dialogo all’Iran. Salvo sorprese dovute all’incontro di lunedì tra il presidente degli Usa e il russo Dmitrij Medvedev, uno dei più duri verso Teheran risulterà il premier britannico Gordon Brown. Il G8 non ha il potere di decidere sanzioni. Per parlarne nei dettagli è in programma un G8 dei ministri degli Esteri il 24 settembre a New York, a margine dell’Assemblea generale dell’Onu.
Gli armamenti nucleari
Oltre all’Iran, è la Corea del Nord a turbare i membri del G8 con i suoi test atomici. Per effetto dell’assenza di George W. Bush e delle difficoltà nel sopportare i costi degli arsenali in tempi di crisi, gli Otto dovrebbero nella dichiarazione far proprio l’obiettivo di un mondo senza armi nucleari (rilanciato da Obama). Oltre a occuparsi di Afghanistan, Birmania, Medio Oriente, il vertice dovrebbe legare l’impegno contro la proliferazione di bombe atomiche nelle mani di nuovi proprietari a quello per ridurle dove già ce ne sono.
La crisi economica
Su questo soprattutto si misurano i limiti del G8. Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha dichiarato che non rappresenta più l’economia mondiale come nei decenni passati, mentre «la strada condurrà verso il G20» con dentro i Paesi che ne costituiscono l’85%. All’Aquila si definiranno suggerimenti da inviare al G20. Con alcune domande alle quali dare risposta. A che punto è la crisi? Gli Stati devono dare altri «stimoli» per contenerla?
Clima e ambiente
I membri del G8, oggi, parleranno di sviluppo e ambiente, per semplificare, da donatori verso i Paesi poveri e da inquinatori. Domani gli stessi argomenti verranno affrontati in altri ruoli. Gli Otto che poi sarebbero 10 si riuniranno con i Paesi del cosiddetto G5 più l’Egitto, invitato dalla presidenza italiana, e parleranno degli stessi argomenti da promotori di nuovi modelli di crescita economica e regolatori internazionali. Del G5, una dichiarazione comune sancirà il peso cresciuto elencando i componenti: Brasile, Cina, India, Messico, Sudafrica. Per avere idea di che cosa comporta il nuovo formato dell’incontro, ecco che cosa diceva ieri il premier indiano Manmohan Singh rinfacciando ai Paesi ricchi le convulsioni delle Borse: «Una crisi che non è stata causata da noi, ma della quale ci troviamo a dover subire le conseguenze».
Il commercio mondiale
A G8 e G5 si aggiungeranno domani pomeriggio Australia, Corea del Sud e Indonesia. La riunione diventerà una seduta del Major economies forum, il Mef. Nelle trattative coordinate per l’Italia dallo sherpa Giampiero Massolo è stato messa a punto un paragrafo di dichiarazione che sollecita una ripresa del negoziato sulla liberalizzazione del commercio internazionale, paralizzato da tempo, e fissa una data per la sua conclusione. stato accettato da tutti tranne la Cina. Nelle prossime ore si verificherà se le sue obiezioni dureranno. Quando al Mef si uniranno il segretario generale dell’Onu e la Danimarca, che presiederà la conferenza di Copenhagen sul clima, si misureranno anche le resistenze di Cina e Brasile sull’obiettivo di contenere entro i due gradi il riscaldamento del pianeta, proposito che richiede tagli alle emissioni di Co2.
L’Africa e l’acqua
Venerdì il G8 dovrebbe annunciare di mettere a disposizione 15 miliardi di dollari in tre anni per la «sicurezza alimentare » più impegni sul «diritto all’acqua ». E si misureranno di nuovo gli effetti della crisi sulle offerte ai Paesi poveri.