Varie, 8 luglio 2009
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Adailton MartinsBolzan
• Santiago (Brasile) 24 gennaio 1977. Calciatore. Attaccante, dal 2007 al Bologna, ha giocato in serie A anche con Parma e Verona, in B col Genoa • «[...] nonni di Oderzo (Treviso) e passaporto italiano ottenuto in tempi difficili (caso Recoba), Adailton scopre il nostro calcio da uno posto privilegiato: subito serie A col Parma insieme a Buffon, Cannavaro, Thuram, Crespo. Allenatore Ancelotti. Gioca anche in Champions, la sua impressione è entusiasta: ”Mi ha insegnato molto stare insieme a campioni pronti a mettersi in discussione”. Poi c’è la parentesi del Psg: impara bene il francese, scopre le bellezze di Parigi, ma l’esperienza calcistica è un mezzo disastro. Giresse, il tecnico, non lo vede, ci sono problemi societari, c’è Marco Simone che litiga con tutti. Adailton gioca poco e non lascia il segno. Va a Verona, ancora in serie A, in squadra un altro discreto numero di saranno famosi: Gilardino, Mutu, Camoranesi, Oddo. L’impatto con i tifosi è pessimo: l’ha portato Pastorello, quindi non ci piace. A colpi di gol, Adailton sistema i rapporti con la curva, poi al terzo anno, rompe con Malesani che lo manda fuori rosa. ”Senza motivo”, ha detto e ripetuto più volte. O meglio, il motivo c’è e va cercato altrove: Ada aveva rifiutato il trasferimento al Palermo, allora in B. Cominciavano a diventare un peso, lui e il suo ingaggio, e la società insisteva per cederlo. Arriva Ficcadenti e le cose cambiano. In meglio. Il nuovo allenatore stravede per il brasiliano che chiude il capitolo veronese con il record personale di gol: 15. Avrebbe voluto restare, ma i rapporti con la società erano ormai irrecuperabili. Lo strappo avviene nell’autunno 2005: lui chiede due anni di contratto, Pastorello dice: va bene ma ti devi ridurre lo stipendio. Adailton, che ha già usato le forbici ai tempi di Malesani, non accetta. E [...] passa al Genoa a parametro zero. [...] Chi è dunque [...]? Un rompiballe? Un esoso, uno attaccato ai soldi? ”Ho sempre avuto buoni rapporti con i compagni – ha spiegato negli anni ”, sono un tipo tranquillo”. Il ragazzo nato col mito di Zico e Falcao (a Bologna porta il numero 5 e non è una scelta casuale) conquista Marassi che gli dedica un coro speciale sulle note di Dadaumpa delle gemelle Kessler. Il suo piede sinistro fa meraviglie, le sue punizioni ricordano al popolo rossoblù quelle dell’indimenticato Branco. Un regalo della natura, quel piede, che va però allenato. Il giorno prima della partita almeno una quarantina di tiri, da tutte le posizioni. L’amico Pegolo, a Verona, non ne poteva più di essere bersagliato. Un sinistro che gioca a destra, un apparente paradosso per esaltare lo spunto preferito: accentrarsi e tirare oppure lanciare il compagno. A Parma giocava anche da seconda punta [...]» (Guglielmo Longhi, ”La Gazzetta dello Sport” 12/9/2007).