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 2009  luglio 08 Mercoledì calendario

IL DE PROFUNDIS DEL GATTOSARDO: ”COSA GLIENE FREGA A OBAMA DEL SUMMIT DELL’AQUILA? IL G8

Dura poco e passa presto, NON INTERESSA NESSUNO, è FINITO. C’è IL G20” - ”RISPETTO A MITTERAND, KENNEDY, CLINTON, SILVIO è IMMACOLATO”…

Paolo Rodari per "Il Riformista"

Presidente Cossiga, The Guardian spara sull’Italia a proposito dell’organizzazione del summit dell’Aquila: «Italia fuori dal club del G8». Hanno ragione?
Certo. Ma fuori dal G8 andranno tutti, non solo l’Italia.

Perché?
Il G8 è finito. Non interessa a nessuno. stato da tempo scavalcato dal G20. E poi lo sa cosa gliene frega a Obama del summit dell’Aquila?

Niente?
Esattamente. Sull’Iran non permetterà a nessuno di esprimere alcuna condanna. Sulla questione israelo-palestinese decide lui. A parole farà la solita scena. Dirà d’essere pacifista. E poi porterà avanti la sua politica che prevede 4mila marines da subito in Afghanistan. Manco fosse il Vietnam. All’Italia ha chiesto aiuti militari che manco Bush. E chiudere Aviano non esiste proprio.

Parliamo del suo G8, quello che lei presiedette (allora era G7) a Venezia nel 1980. Ebbe un senso?
Fu importante perché feci approvare un documento che riconosceva la soggettività politica, specifica con un proprio territorio, ai palestinesi. E poi risolsi una questione diplomatica non da poco.

Quale?
Quella giapponese.

Cioè?
Ogni delegazione aveva due posti al tavolo. Poco prima l’inizio dei lavori morì il primo ministro giapponese Masayoshi Ohira. Il vice ministro e il ministro degli esteri del suo Paese pretendevano l’assegnazione di un terzo posto a tavola. Volevano metterci una foto di Ohira con dei lumicini. Riuscii a mediare: aggiungemmo un posto a tavola ma mettemmo soltanto dei fiori bianchi.

Venezia era blindata come L’Aquila oggi?
Molto di più. Oggi al confronto sono dei dilettanti. Eravamo in pieno terrorismo. La laguna venne completamente chiusa. Fuori una flotta americana era in posizione su una portaerei con tanto di missili.

Condivide la scelta di L’Aquila?
Non ne capisco il motivo. E poi, con tutto quel via vai, sa come s’incazzano gli aquilani? Tanto lavoro per due giorni di nulla. Io avrei passato la mano. Avrei rinunciato al G8 e avrei usato i soldi per ricostruire la città. Oppure avrei scelto un’altra località. Che ne so: Sirmione o Cernobbio. Un posto a caso nei laghi del Nord. Comunque il mio motto mi consola.

Quale motto?
Quello che ho coniato per questo G8: «Dura poco e passa presto».

Non crede che può giovare a L’Aquila che i grandi del mondo vedano cosa è successo?
Ai grandi del mondo il terremoto di L’Aquila non fa nessun effetto. Obama è abituato a New Orleans. I giapponesi hanno un terremoto al giorno... E poi la carità - glielo dico io che di summit internazionali ne ho frequentati più di Andreotti - non appartiene alla politica internazionale.

Un po’ cinico...
Ma cinici siamo pure noi italiani. Guardi cosa stanno facendo le opposizioni in questo paese.

Cosa fanno?
Sperano che il premier cada grazie al fatto che al G8 gli scandali sessuali del premier potranno divenire di dominio internazionale.

Agli altri Paesi interessa la vita privata di Berlusconi?
Poco o nulla. Ma interessa ai giornalisti e nostre opposizioni. Franceschini è andato in queste ore al santuario del Divino Amore. Marini a Montecassino. Bressa in qualche santuario austro-tedesco.

Dove sono andati?
Nei santuari a pregare che al summit arrivi qualche scossa che non faccia danni alle persone ma costringa tutti i grandi a scappare. Anche Prodi sta pregando, ma per un altro motivo.

Quale?
Perché Obama inviti a L’Aquila il politico italiano che ha fatto di più per lui, Veltroni. Così se scappano tutti in mutande vedrà anche Walter scappare sotto braccio a Obama.

Torniamo a noi. Il premier è vittima d’un complotto?
Può darsi ma, ripeto, agli inglesi, ai francesi e agli altri non interessa.

Davvero?
Per loro i politici debbono fare bene la politica. La vita privata dei politici non frega niente a nessuno (giornalisti a parte). E poi Berlusconi rispetto agli altri è il più immacolato. Mitterrand aveva piazzato le sue tre amanti una al Consiglio D’Europa, una a ministro della Cultura e un’altra ai musei. Per non parlare dei Kennedy, di Clinton, delle quattro mogli di Schroeder.

L’altro ieri però anche la Chiesa per voce di monsignor Crociata ha usato parole di rimprovero.
Credo sia stata un’iniziativa estemporanea. Figurarsi se il suo superiore, Bagnasco, ex cappellano militare, intende alzare la voce contro colui che, militarmente parlando, è a sua volta suo superiore (Berlusconi intendo).

No?
No. E, infatti, in questi giorni il Papa al posto di riprendere Berlusconi se l’è presa pubblicamente con coloro che nella Chiesa criticano il premier, ovvero i cattolici adulti. E poi alla Chiesa, diciamolo pure, il sesto comandamento interessa sì ma non in questo modo così ossessivo.

Davvero?
Certo. Pensi che Hitler da quel punto di vista era integerrimo, eppure ha fatto quello che ha fatto.

Però le critiche da parte dei vescovi italiani, pur estemporanee, restano.
Sì. Ma se continuano mi toccherà chiedere l’abolizione del Concordato. Così questi vescovi dovranno fare come avviene in altre parti del mondo: cercarsi, se sanno trovarseli, dei benefattori privati che li sostengono.