Valentina Avon, La stampa 7/7/2009, 7 luglio 2009
DOVE CADONO I FULMINI?
Piomba dal cielo e ci trova indifesi. Può uccidere: è accaduto negli ultimi giorni a una giovane donna di Roma, che vicino a Tivoli stava affrontando con un amico una parete di roccia, e a un ingegnere toscano di 29 anni in escursione sulle Alpi Liguri, mentre altri sette suoi compagni sono finiti all’ospedale.
A causa dei fulmini muoiono ogni anno nel mondo un migliaio di persone e in Italia una decina. Ma le persone colpite sono molte di più e, per fortuna, nella maggior parte dei casi sopravvivono, come è accaduto a fine giugno a un operaio al lavoro nella ricostruzione post-terremoto in Abruzzo: indossava le scarpe da lavoro. O all’autotrasportatore, che l’altroieri a Treviso si è visto piombare una saetta sul camion in sosta, è svenuto ma si è salvato.
Sfortuna e imprudenza
In trent’anni, in Italia, circa 600 persone hanno perso la vita perché colpiti da una folgore, secondo l’Istituto superiore di Sanità, che ha anche rilevato come, però, la mortalità sia sensibilmente diminuita, di oltre l’80%. All’inizio degli anni 70 morivano, infatti, oltre 40 persone l’anno, mentre il calo successivo è dovuto a una migliore prevenzione: più parafulmini e più informazione sui comportamenti da evitare, oltre al miglioramento di medicina e servizi, allo spopolamento di montagne e campagne e all’abbandono di mestieri come l’agricoltore e il pastore. Certo, se si è colpiti direttamente da una scarica elettrica di tale potenza, le possibilità di farcela non sono molte, ma il fulmine colpisce anche indirettamente, quando la carica si disperde nel terreno e lì si ha un 80% di possibilità di cavarsela con un grosso spavento e qualche giorno di ospedale: i ricoveri sono una trentina l’anno.
Fiamme dalle nuvole
Oltre ai danni alle persone, ci sono poi quelli alle cose: i fulmini possono fermare i treni, sfondare tetti e muri, provocare incendi e pericolose cadute di alberi, far saltare gli elettrodomestici di casa. Dai cumulonembi che ci hanno sorvolato in quest’ultima ondata di maltempo sono partite le saette che hanno incendiato un appartamento a Torino e un altro a Fasano, in Puglia, dopo essersi infilate nei cavi e fatto esplodere il televisore. Una folgore ha decapitato e abbattuto la statua in pietra della Madonna di Frontè, in Liguria, e la testa l’hanno trovata a 700 metri di distanza. Un’altra ha messo fuori uso la rete elettrica della ferrovia a Tor di Valle, a Roma, e un’altra ancora ha incendiato una stalla in Trentino. A Foggia un fulmine ha «beccato» il cornicione del Palazzo degli studi, facendolo crollare, e ferendo le due persone che là sotto si stavano riparando dalla pioggia. A Cuneo, invece, sono saltati i comandi di due passaggi a livello, rimasti pericolosamente aperti mentre passava il treno. In due paesi del Veronese, poi, si sono bruciate le schede dei cancelli elettrici di casa, mentre a Barge, vicino a Cuneo, la cima del campanile ha perso un pezzo. I temporali, oltre all’acqua, portano il fuoco e così due giorni fa se ne è andato anche un pezzo di bosco vicino a La Spezia.
I fulmini non possiamo fermarli. Però possiamo contarli. Lo fa l’Aeronautica militare e lo fa il Sistema italiano rilevamento fulmini, che per gli escursionisti ha messo a punto anche un sistema (a pagamento) di allerta via sms. Il Sifr nel suo sito pubblica una mappa nazionale delle saette, rilevate con particolari sensori, aggiornata in tempo reale. Parte di una mappa europea, consultabile nel sito di «Euclid», acronimo di «European cooperation for lightning detection». Della mappatura mondiale invece si occupa la Nasa: le zone più bersagliate sono alcune aree dell’America Latina e l’Africa centrale: in Congo in un anno cadono 80 fulmini per chilometro quadrato, mentre sono rari in mare aperto e sconosciuti ai poli. In Italia ne cadono da 2 a 4 per chilometro quadrato. Il Sifr ne ha contati, dall’inizio dell’anno a oggi, quasi 600 mila. Il giorno peggiore è stato il 21 giugno, con 44 mila folgori.
In casa
Chiudere le finestre, staccare i cavi dell’antenna tv e dell’alimentazione degli apparecchi elettrici. Stare lontani da rubinetti e tubi dell’acqua, compresi i caloriferi, evitare di fare il bagno o la doccia. Usare il meno possibile i telefoni fissi.