Filippo Ceccarelli, la Repubblica7/7/2009, 7 luglio 2009
NELLA GARA DELLE VIE MAZZINI BATTE GARIBALDI
Marconi supera Galileo. Crispi vale tre volte Giolitti Mentre Carducci sconfigge Manzoni
Super Pantheon 2009: Mazzini batte Garibaldi di un soffio, 102 contro 101; Cavour è fermo a 96, mentre Vittorio Emanuele II e Umberto I restano indietro, rispettivamente a 55 e 38, ma anche perché con i Savoia le amministrazioni comunali della Repubblica hanno fatto pulizia. Giuseppe Di Vittorio, a quota 48, stacca Nenni (35), ma anche Togliatti (28). Così come, sulle targhe cittadine, Crispi ricorre in 60 casi, quasi tre volte più del suo rivale Giolitti (22). Non è l´unica stranezza. Dopo padre Dante, con 98 iscrizioni, tra i letterati ci si aspetterebbe Manzoni (87): e invece c´è Carducci (90). Allo stesso modo, tra gli uomini di scienza, Guglielmo Marconi (97) supera Galileo (75). Per quanto riguarda la religione, Papa Giovanni XXIII va fortissimo (80), piazzandosi al posto d´onore dopo San Francesco (93), ma ben prima di Santa Caterina da Siena (54). Bocciati, alla voce "pensatori", San Tommaso (16) e Machiavelli (34); promossi, decisamente, Giordano Bruno (48) e Benedetto Croce (64).
Così procede, con la dovuta irriverenza, l´hit parade della toponomastica municipale italiana. Materia per sua natura controversa: ogni tanto qualche sindaco propone di innalzare qualche personaggio agli onori della santificazione viaria. Adesso, per dire, c´è Alemanno che di certo vuole via Craxi, forse via Almirante e magari via Berlinguer. Il gioco delle comparazioni è infatti irresistibile, ma il libro da cui si possono trarre le più varie classifiche, con tanto di tabelle riepilogative e divisioni per regioni e aree geografiche, non solo è serio, ma ha anche richiesto parecchio lavoro.
Ne Le vie dell´Italia (Bietti Media, pagg. 223, euro 16), Alberto ed Elisa Benzoni, specie di agenzia storica e famigliare (sono padre e figlia), offrono un esauriente studio sulla memoria nazionale, come viene fuori attraverso le festività "comandate" (dalla Befana al 25 aprile) fino alle nuove, non di rado discusse celebrazioni (Olocausto, foibe, caduta del comunismo, vittime del terrorismo).
Ma il capitolo più interessante è senza dubbio quello dedicato al modo in cui, sulla base di 103 capoluoghi di provincia, sono intitolate le strade e le piazze d´Italia. Il risultato è una mappa che per successive stratificazioni riflette in modo incontrovertibile l´identità nazionale, con le sue ovvie scelte e le sue sorprese. A partire dalle date. Il XX settembre e 4 il novembre, ad esempio, si pareggiano (81), distanziando il 2 giugno (67) e ancora di più il 25 aprile (49). Assai scarsa, nel complesso, è l´attrattiva esercitata dall´antichità classica: Virgilio (37), Cesare (17), Augusto (13), anche se Spartaco, lo schiavo ribelle, è presente in ben 9 toponimi. Di più ci si poteva anche attendere dai grandi del Rinascimento: Leonardo (74), Raffaello (68), Michelangelo (57). Il trionfo, piuttosto, appartiene ai musicisti: Verdi (88), Puccini (73), Bellini (69).
La graduatoria dei martiri vede al primo posto Matteotti (97), seguito a pari merito da Cesare Battisti e Gramsci (91); vengono poi don Minzoni (74), Giovanni Amendola (67), Guglielmo Oberdan (66), i fratelli Rosselli (64), Bruno Buozzi (61) e Piero Gobetti (49). Più o meno ai livelli di quest´ultimo stanno Filippo Turati (52) e don Sturzo (50). Fra gli stranieri illustri dominano i Kennedy (51), poi Gandhi (25), Martin Luther King (31), ma c´è pure Che Guevara (4).
Dei personaggi più recenti solo De Gasperi (74), Moro (62) ed Einaudi (53) possono ritenersi maggioritari. Più ridotto il ricordo di Pertini (31), La Malfa (26) e Saragat (24). Abbastanza presente Berlinguer (16); assai sporadica la presenza di Almirante e Craxi, cui risultano dedicate due strade. D´altra parte Lenin è ancora presente in tre città, mentre l´Urss è sopravvissuta a se stessa su otto targhe italiane e Stalingrado su sei. Sono gli esiti paradossali della beatificazione toponomastica.