Mar. Man., ཿIl Sole-24 Ore 7/7/2009;, 7 luglio 2009
MARGHERITA AGNELLI CAMBIA LEGALI
Margherita Agnelli cambia strategia legale (e avvocati), mentre affiorano nuovi retroscena sulla vicenda dell’eredità di Gianni Agnelli.
Ieri la figlia dell’Avvocato ha comunicato «che per una mutata strategia difensiva nel procedimento civile pendente avanti il Tribunale di Torino, ha deciso di sostituire gli attuali difensori, ai quali va il proprio ringraziamento ». Il nuovo mandato è stato affidato, secondo quanto riportato dall’Ansa, agli avvocati torinesi Andrea e Michele Galasso, che saranno affiancati dal professore Paolo Carbone del Foro di Roma. Fino a oggi Margherita Agnelli era assistita dallo studio dell’avvocato Girolamo Abbatescianni e dal legale svizzero Charles Poncet, che avevano ricevuto mandato dopo l’accordo successorio siglato nel 2004. Gli stessi, secondo una nota diffusa ieri in tarda serata, fanno sapere che ritengono «incompatibile» la linea adottata dai nuovi legali della figlia dell’Avvocato rispetto a quella finora seguita.
Il cambio di strategia arriva peraltro nel giorno in cui l’avvocato Franzo Grande Stevens è intervenuto sulla querelle legale in corso, limitandosi a osservare che «le cause si fanno in tribunale » e che si è in attesa «dell’ordinanza del giudice ». A breve, presumibilmente entro l’estate, il giudice del Tribunale di Torino, Brunella Rosso, è infatti chiamata a decidere sul contenzioso sollevato da Margherita, e dovrebbe stilare il nuovo calendario di udienze e al tempo stesso riferire quali testi (fonti di prova orali e documentali) già presentati dalle parti ammettere o respingere.
Continuano, intanto, ad affiorare nuovi retroscena sullo scontro in atto tra Margherita e la madre Marella, che insieme ai consulenti Grande Stevens, Gianluigi Gabetti e Siegfried Maron sono stati citati in giudizio dalla figlia dell’Avvocato. In una lettera, riportata ieri dal Corriere della Sera, e indirizzata da Marella ai tre consulenti di Gianni Agnel-li, la moglie dell’Avvocato sottolinea l’estraneità dei tre manager alla gestione del patrimonio del marito. E aggiunge: con l’accordo del 2004 «la signora De Phalen ha confermato nella medesima convenzione di non avere più nessun diritto nei miei confronti o dell’asse ereditario di mio marito dopo l’esecuzione della medesima convenzione. Questa esecuzione è nel frattempo avvenuta ».