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 2009  luglio 07 Martedì calendario

DODICI STADI AVVENIRISTICI PER LA COPA 2014

Visto dall’alto, dovrà sembrare un serpente acciambellato, le squame in bella vista. A simboleggiare la fauna dell’Amazzonia. Si dice che sarà lo stadio più caro di tutto il Brasile, quello di Manaus. Costo previsto: 2,18 miliardi di euro. Poi c’è l’avveniristica copertura bicolore del Morumbi di San Paolo, ma anche la Cidade da Copa, letteralmente la Cittadella della Coppa, perché a Recife il nuovo stadio sarà solo un tassello di un progetto più ampio e complesso.
Benvenuti alla Coppa del Mondo di calcio 2014. Mancano esattamente 1.796 giorni al calcio d’inizio. Un’era geologica in fatto di schemi di gioco e convocazioni. Nient’altro che il tempo necessario, anzi forse qualcosa meno, quando si parla di in-frastrutture. Che, stando alle prime stime, tra stadi, hotel, acquedotti, trattamento dei rifiuti, aeroporti e altri sistemi di mobilità urbana, porteranno il Brasile a investire complessivamente oltre 36 miliardi di euro.
Il maxibusiness, per il momento, è un magma di difficile decifrazione. Il Brasile ha scelto le 12 città che ospiteranno i Mondiali. Ciascuna di queste ha individuato, con la consulenza del Sinaenco (l’associazione di categoria degli architetti e degli ingegneri carioca che fa la supervisione dei lavori), le principali opere urbane di cui c’è necessità. E da quindici giorni è attivo il portale www.copa2014. org.br, che segue nel dettaglio lo sviluppo dei lavori. Ma la provenienza dei fondi resta una grossa incognita: proprio in questi giorni se ne sta discutendo al Senato di Brasilia, sotto la mezza sfera bianca opera di Oscar Niemeyer, e ancora non si è deciso se è meglio stanziare somme ad hoc oppure dirigere verso gli stati federali e le municipalità una parte del Pac, quel Programma di accelerazione della crescita che è il cavallo di battaglia del presidente Inácio Lula da Silva.
Tante incertezze non devono scoraggiare: le occasioni per partecipare al business sarano parecchie. Anzi, Brasilia ha già pensato a trasformare la carenza di fondi in opportunità per i privati. Come? Abbandonando il concetto di vecchio stadio e trasformandolo in centro polifunzionale: centri commerciali, ristoranti, hotel, spazi espositivi, concerti, persino uffici. Sul modello di Wimbledon. «Ai privati – spiega Gianni Loreti, vicedirettore dell’Ice di San Paolo – verrà fornito il terreno adiacente allo stadio per poter costruire tutto ciò,e come contropartita le imprese si faranno carico dell’impianto sportivo vero e proprio ».
Il modello pubblico- privato è già stato scelto dalla città di Natal: il nuovo stadio Das Dunas sarà realizzato dai privati, per un costo totale di circa 300 milioni di reais.
Altrettanto farà Rio de Janeiro per la ristrutturazione del Maracanà, dove le imprese dovranno farsi carico anche della realizzazione dello snodo intermodale treno- metrò in corrispondenza dell’impianto sportivo.
Poi c’è il grande capitolo trasporti, per i quali dovrebbero essere spesi quasi un terzo dei fondi totali per i mondiali, e questa volta pubblici. Anche qui, le direttive non sono chiare, ricordano dall’Ice: mentre al presidente Lula starebbero a cuore la mobilità urbana, il traffico e l’accesso alle capitali dei singoli stati, per la Fifa le priorità sono il sistema aeroportuale e i collegamenti aerei. In entrambi i casi, i lavori sono molti. Soltanto per amplifare i due scali di riferimento di San Paolo - quello cittadino di Guarulhos e quello di Viracopos, a 100 chilometri dal centro della metropoli ”dovranno essere stanziati 1,5 miliardi di euro. Mentre Porto Alegre ha già pronti i piani per realizzare dal nulla una rete di metropolitane lunga 37 chilometri, di cui solo una piccola parte sarà pronta in tempo per i Mondiali.
A livello federale, la più grande infrastruttura per i trasporti che dovrebbe essere completata prima del calcio d’inizio è il
trem-bala, il treno ad alta velocità che collegherà San Paolo a Rio e costerà in tutto 14 miliardi di dollari. Da calcolarsi a parte rispetto al budget per la Coppa. Altri settori dovranno invece rafforzare i servizi per scongiurare collassi durante la kermesse sportiva: la rete per l’energia elettrica, quella per le telecomunicazioni, quella per l’acqua. Senza contare la necessità di ampliare l’offerta alberghiera: per le città portuali, già si pensa all’allargamento dei moli, così da poter puntare sulle maxinavi da crociera in qualità di hotel temporanei e mobili.
E per chi non ha interesse per il calcio, il panorama dei lavori in corso offre altre opportunità. Una su tutte, il lancio a marzo del progetto "Minha Casa, Minha Vida", ambizioso piano del governo federale per dare un tetto a un milione di famiglie a reddito basso. Come per gli stadi, anche in questo caso è stato scelto il modello della partnership pubblico-privata con sussidi federali. Entro luglio 2010 dovrebbero essere approvati i progetti per almeno 600mila alloggi, per un totale di circa 16 miliardi di euro.