Laura Galvagni, ཿIl Sole-24 Ore 7/7/2009;, 7 luglio 2009
FIAT TORNA IN CINA: DAL 2011 PRODURR LA LINEA
Dopo lo stop agli impianti di due anni fa, Fiat torna a produrre auto in Cina. Lo farà a partire dal 2011 grazie a un accordo di ampio respiro siglato con il costruttore cinese Gac.L’alleanza arriva alla fine di un percorso tortuoso per il gruppo automobilistico che prima ha dovuto archiviare con scarso profitto la collaborazione con Nac, fruttuosa invece sul fronte Iveco, e poi ha visto sfumare il memorandum d’intesa siglato con Chery. Ora il passaggio chiave. Ieri, in occasione del forum Italia- Cina, il gruppo ha annunciato otto accordi con Shanghai per un controvalore complessivo di 550-560 milioni di euro. Un pacchetto all’interno del quale spicca l’intesa siglata con Gac per la produzione di autovetture e motori tramite una joint venture paritetica.
L’accordo quadro è stato sottoscritto da Zhang Fangyou, presidente di Gac, e da Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat e star dell’anno per Automotive News. L’intesa comporterà la realizzazione di un nuovo stabilimento che richiederà un investimento complessivo di oltre 400 milioni. Nella prima fase di sviluppo, la joint venture disporrà di una capacità installata di 140mila autovetture e 220mila motori all’anno. Successivamente, sarà possibile incrementare la capacità del sito fino a 250mila vetture e 300mila motori. L’obiettivo, allo stato, è mettere in produzione la Linea e i motori Fire 1.4 T-Jet da 120 e 150 cavalli. Secondo alcune indiscrezioni non è escluso che Torino metta poi in assemblaggio anche la Punto e la Brava. Di certo l’intenzione è quella di sfruttare il più possibile le potenzialità del mercato cinese che, stando ad alcune stime, nel primo semestre dell’anno ha superato gli Stati Uniti. Piazza, quest’ultima, sulla quale si sta comunque posizionando Fiat, dove, grazie all’operazione Chrysler, come ribadito ieri dal vice-presidente John Elkann, approderà con la produzione della 500 a partire dalla fine del 2010.
Intanto, occhi puntati sulla Cina che «è una grossa occasione », come ha sottolineato Elkann ma che è anche già motivo di «grande soddisfazione», per il presidente Montezemolo. Pensiero condiviso in pieno dal presidente di Confindustria Emma Marcegaglia, che si è detta orgogliosa «dell’azione internazionale di Fiat», e dal ministro per lo Sviluppo economico, Claudio Scajola: « una cosa molto significativa nel quadro di espansione globale» del gruppo torinese che già oggi è il principale costruttore straniero in Cina nei veicoli commerciali. Forte del fatto che è presente nel paese con 14 società totalmente controllate e nove joint venture. Attività che hanno generato un fatturato di quasi 2,4 miliardi di dollari e a cui presto si sommerà il contributo dei nuovi accordi. Oltre a quella con Gac, Fiat ha siglato infatti altre sette intese del valore complessivo di 150-160 milioni.
Nel dettaglio, Fiat Powertrain ha firmato un accordo per la fornitura di motori per pickup, suv e minivan, oltre a una licenza per la tecnologia del motore F1C Euro4. Ferrari e Maserati hanno chiuso invece un accordo per l’acquisto di automobili dei rispettivi marchi e di parti e di accessori per i propri prodotti. Cnh con Harbin New Holland ha stretto un accordo per l’esportazione in Cina di macchinari per frutteti e vigneti e Fiat un patto con China Auto Caiec per l’esportazione di alcune vetture del brand.