Varie, 6 luglio 2009
ABU SAYYAF
ABU SAYYAF (Said Ali al Shihri) Arabia Saudita 12 settembre 1973 • «[...] è rimasto rinchiuso nella gabbia di Guantanamo fino al novembre 2007. Per i guardiani era il prigioniero numero 372. Poi lo hanno liberato e inviato a casa, in Arabia Saudita, dove hanno cercato di de-programmarlo con un corso speciale. Risorse sprecate. Al Shihri ha trovato accoglienza nel movimento qaedista nello Yemen, ne è diventato il numero due e ha organizzato, in settembre, un attentato contro l’ambasciata Usa a Sanaa (16 morti). Rivelando la storia di Abu Sayyaf al New York Times, l’intelligence Usa ha voluto indicare quali rischi si possono correre chiudendo a Guantanamo. [...] Nel dossier americano al Shihri [...] viene indicato come un esperto combattente, con buoni agganci in Pakistan, nei paesi del Golfo e in Iran. Dopo la cattura, ha giustificato i suoi viaggi con il desiderio di “acquistare dei tappeti”. Quando gli americani lo hanno estradato in Arabia Saudita, Abu Sayyaf si è sottoposto al programma di “rieducazione” ma poi ha fatto perdere le sue tracce. Abu Sayyaf è fuggito nello Yemen unendosi alle cellule jihadiste. Una realtà, peraltro, non omogenea. [...]» (Guido Olimpio, “Corriere della Sera” 24/1/2009).