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 2009  luglio 06 Lunedì calendario

CONSUMI IN CALO SE NEGLI UFFICI SI STA SENZA CRAVATTA


Senza cravatta, si lavora meglio e il rispamio di energia è assicurato. Non è un’imposizione, ma un suggerimento quello che l’Eni vuole dare ai propri dipendenti. Lo fa con un’iniziativa, partita lo scorso anno, che rompe le righe del protocollo incoraggiando alla rinuncia di un accessorio di abbigliamento, la cravatta: simbolo di eleganza e italianità. L’obiettivo è di "contribuire alla sensibilizzazione sul tema dei consumi attribuibili all’uso smodato dei condizionatori d’aria durante i mesi estivi". L’iniziativa permette di mantenere più elevata di un grado la temperatura all’interno degli edifici. I risultati ottenuti nel 2008 sono stati positivi: si è registrato un risparmio di energia elettrica di 302.000 kWh e una riduzione delle emissioni di CO2 di circa 175 tonnellate.
Chi segue, con attenzione, i cambiamenti ciclici che avvengono nei luoghi di lavoro è Giovanni Sgalambro, presidente di Assochange: un’associazione senza fini di lucro che vede tra i propri soci aziende di primaria importanza italiane, istituzioni, università, professionisti che credono che il cambiamento sia fondato sul metodo, oltre che sull’autorevolezza.
L’iniziativa dell’Eni è più mediatica o di sostanza?
«L’operazione è sia mediatica perché rafforza il marchio e l’immagine dell’azienda, sia di sostanza perché ha avuto risultati tangibili, in termini di risparmio energetico».
Secondo lei, l’iniziativa può attecchire anche su altri grandi gruppi come Telecom o Fiat?
«Penso proprio di sì, perché i grandi gruppi sono sensibili alla comunicazione. Lo dimostra uno studio Ibm che prende in considerazione la responsabilità sociale d’impresa, da cui si evince che le società, nonostante lo scenario economico negativo, continuano ad investire per rafforzare l’immagine e il marchio».
Quindi, in estate, è consigliabile indossare il business casual, comodo ed "ecosostenibile", che la cravatta?
«La scelta ha un senso finché non si deve incontrare un cliente. In questo caso, la cravatta è necessaria per una forma di rispetto».