Paolo Ferrini, Affari & finanza 6/7/2009, 6 luglio 2009
CENT’ANNI DA MORGAN DA VETTURETTA A SUPERCAR
Così il fascino Old England batte la crisi
Automobili così non se ne fanno più. Linee classiche e moderne tecnologie: queste sono le Morgan. Le automobili della marca inglese, che proprio quest’anno compie cento anni, hanno però una particolarità: non sono repliche, come potrebbe sembrare a prima vista. A Malvern Link, nel Worcestershire, le automobili le fanno proprio così. Praticamente da sempre. E non hanno la minima intenzione di cambiare.
Ancora oggi, in quest’angolo di Inghilterra, nasce una piccola gamma di fascinose sportive "old England" costruite artigianalmente, praticamente su misura per i loro clienti. Ed ogni volta che una di queste vetture viene ultimata, ogni sua componente è accompagnata da un cartellino con la data e la firma dell’artigiano che lo ha realizzato e controllato. Una specie di "atelier" delle quattro ruote con il suo giro di affezionati clienti. Un nome per tutti: l’attore Rowan Atkinson, meglio noto nei panni del famoso Mr. Bean, uno dei pochi che è riuscito a mettere le mani su una delle cento nuove Morgan AeroMax. Prezzo in Italia: 130 mila euro.
E pensare che, in origine, le Morgan non erano né eleganti né esclusive. Tutt’altro. Per molti anni il marchio inglese è rimasto legato alla produzione di piccole vetturette a tre ruote (due anteriori ed una posteriore), azionate da motori bicilindrici raffreddati ad aria di origine motociclistica.
Nondimeno il progetto originale ricevette quella che oggi definiremmo "una buona accoglienza di pubblico". La struttura rigida e leggera e le efficienti sospensioni anteriori conferivano a quella piccola Morgan una capacità di accelerazione che nessun’altra automobile dell’epoca si poteva neppure sognare. Peccato che avesse un solo posto. Un problema che fu risolto nel 1911, realizzando un modello a 2 posti che fu posto in vendita al prezzo di 89 sterline. Con le sue vendite, e con il determinante prestito di 3 mila sterline avuto dal padre, un severo pastore protestante, Henry Frederick Stanley Morgan (18811959) gettò le fondamenta di una piccola impresa a conduzione familiare nella quale tutti davano il loro personale contributo, magari collaudando le vetture e partecipando a competizioni sportive.
Nasceva così, nel 1909, la Morgan Motor Company che i successi sportivi conquistati a cavallo tra gli Anni Venti e Trenta contribuirono a rendere famosa ed a farne crescere la produzione fino ad una punta massima di 2.500 unità all’anno nel biennio 192021.
Nel 1924 la Morgan aveva già costruito complessivamente 40.000 vetturette a tre ruote. Negli anni seguenti, però, il progressivo affermarsi dei motori a 4 cilindri e soprattutto l’interruzione delle agevolazioni fiscali concesse dal governo britannico ai veicoli a tre ruote mise in crisi la piccola azienda, che dovette pertanto correre ai rimedi. Ovvero produrre una vera automobile a quattro ruote.
Pur proseguendo fino al 1952 la produzione delle vetturette a tre ruote, nel 1936 la Morgan presentò il modello 4/4 (ovvero 4 cilindri/4 posti), una piccola automobile scoperta, spinta da un motore di 1.122 cc. Nasceva così il personalissimo "stile Morgan", che ancora oggi ritroviamo sulle sportive inglesi: lungo cofano motore che si inserisce tra ampi parafanghi, grande mascherina verticale, fari staccati dalla carrozzeria, ruote a raggi, costruzione parzialmente in legno. Sul telaio d’acciaio della Morgan 4/4 era montato, infatti, un corpo vettura realizzato con un’originale struttura in legno rivestita da pannelli in alluminio che le conferiva la leggerezza richiesta per un’auto sportiva. Una scelta costruttiva controcorrente, che qualche anno dopo si rivelò tuttavia felice quando, nella difficile situazione economica venutasi a creare nel secondo dopoguerra, il governo britannico decise di subordinare le forniture d’acciaio alle esportazioni delle singole industrie.
Ciò nonostante, la Morgan 4/4 ebbe un limitato successo. Per questo motivo, nel 1950, venne presentata la Plus 4 con telaio rinforzato, cambio a 4 marce, sospensioni anteriori modificate e freni idraulici. Nata con un 4 cilindri Standard Vanguard di 2.088 cc da 68 Cv, la Plus 4 ricevette presto un più brillante motore Triumph di 2.138 cc da 105 o da 112 Cv. Una novità di questo modello era rappresentata dal fatto che, oltre alle classiche versioni scoperte a 2 e 4 posti, i clienti avevano per la prima volta a disposizione anche una coupé. La Morgan 4/4 non venne tuttavia abbandonata. Anche questa vettura, come la Plus 4, fu oggetto di continui miglioramenti che inclusero l’adozione di propulsori differenti.
Per vedere una nuova Morgan gli appassionati della marca inglese dovettero, però, attendere la seconda metà degli anni Sessanta e il lancio della Plus 8 che sugli stessi telai allungati dei modelli precedenti montava l’8 cilindri a V di 90 gradi di 3.528 cc della Range Rover che in questa versione sviluppava 185 Cv. La linea, neanche a dirlo, era ancora quella delle classiche spider all’inglese stile Anni Cinquanta.
Bisogna arrivare al Salone di Ginevra del 2000 per vedere la Aero 8, un’ulteriore reinterpretazione della classica spider Morgan, dotata però di un moderno 4.400V8 da 286 Cv di produzione Bmw che le permette di raggiungere una velocità di 260 km/h. Un autentico concentrato di alte prestazioni e leggerezza, combinato con il fascino antico di un’autentica automobile sportiva scoperta, raffinata e rude allo stesso tempo.
Oggi sembra che alla Morgan Motor Company ci abbiano preso gusto e propongono un altro nuovo modello. Stendendo un velo di moderno alluminio sul classico telaio in frassino e sulle linee retrò della Morgan ed utilizzando ovviamente la stessa meccanica della Aero 8 al Salone di Ginevra del 2005 hanno presentato il prototipo della AeroMax. Una raffinata e personalissima coupé ad alte prestazioni, che oggi viene prodotta in una serie limitata di 100 esemplari e che sembra fatta per festeggiare il "centenary" della marca inglese. A meno che non si preferisca una delle 500 repliche in scala 2:3 della prima vetturetta a tre ruote. A proposito, si chiama SuperSport Junior e va a pedali. Davvero ecologica, non c’è che dire!