Andrea Di Stefano, Affari & finanza 6/7/2009, 6 luglio 2009
LA FEBBRE DELLE STAMPANTI LE AZIENDE CORRONO AI RIPARI
Una montagna di carta. Anzi l’Italia intera, percorsa dalle Alpi alla Sicilia, e ritorno, di fogli messi uno in fila all’altro. La stima dello spreco di stampato che ogni anno si accumula nelle aziende e nella pubblica amministrazione di ogni ordine e grado è veramente impressionante. Un "abuso" che in molti casi si trasforma anche in un fattore di rischio, perché spesso i dipendenti dimenticano nei cassetti delle stampanti documenti "sensibili". Secondo i dati elaborati da Lexmark, azienda di soluzioni di stampa, ogni dipendente in Italia "brucia" tra 450 e 1.200 euro per la produzione di documenti cartacei ma il 76% delle aziende non sa quanto spende mentre potrebbe arrivare a risparmiare sino al 40% adottando una strategia attiva nel comparto del print.
«Tutte le previsioni sulla scomparsa della stampa per effetto dell’avvento della digitalizzazione dei documenti, sulla generazione di uffici paperless che fiorivano in America, si sono rilevate completamente errate», commenta l’amministratore delegato di Lexmark Italia, Massimiliano Tedeschi. «Per lo stesso motivo non ritengo che l’ebook o la stampa on demand possano rappresentare una valida alternativa». L’approccio dell’azienda, che compie il suo diciottesimo anno di vita, è quello di affiancare sicurezza e protezione, ambiente e risparmio. Il tutto perseguibile mediante l’adozione di soluzioni innovative che trovano il loro fulcro nella strategia Managed Print Service che si pone l’obiettivo di mettere a disposizione delle aziende soluzioni di stampa innovative (Print), servizi per rendere più efficiente la distribuzione dei documenti (workflow) e una consulenza attiva per ottimizzare i costi nella gestione dell’infrastruttura (Manage). Uno degli elementi cruciali di questa strategia è quella basata sulla Lexmark Print Release che è strutturata sull’adozione di un sistema di identificazione che attraverso un codice PIN, utente e password o tramite badge, di ritirare i propri documenti solamente avvicinandosi fisicamente a qualsiasi dispositivo della rete aziendale.
Da una ricerca commissionata da Lexmark emerge che ben il 32% dei dipendenti afferma di aver trovato documenti con informazioni riservate lasciati nelle stampanti. Per questo, dotando le stampanti di badge o di codici di sicurezza è possibile predisporre i dispositivi affinché siano accessibili solo da parte dei dipendenti autorizzati: in questo modo ciò che si stampa rimane in rete fino al momento dell’autenticazione, quando cioè il dipendente si trova fisicamente davanti alla periferica.
Oltre alla sicurezza è possibile ottenere un risparmio sicuro: da un’altra ricerca commissionata da Lexmark emerge infatti che 1 pagina su 6 va direttamente nel cestino senza essere letta. Il sistema Lexmark Print Release garantisce che, dopo un certo periodo di tempo, le stampe inviate alla memoria dei dispositivi multifunzione ma non autenticate, e quindi che non sarebbero state utilizzate, vengano cancellate dalla coda di stampa evitando inutili sprechi di carta, toner ed elettricità. Ovviamente la soluzione ha rilevanti ricadute dal punto di vista ambientale dove Lexmark ha attivato anche un sistema di calcolo e consulenza per la riduzione della CO2 in collaborazione con Lifegate. «In una fase come quella attuale di grave crisi economica riscontriamo ovviamente una grande attenzione all’approccio sistemico da noi proposto – spiega Tedeschi – ma in alcuni casi le decisioni delle imprese sono frenate dalle difficoltà di accesso al credito. Poi riscontriamo oggettive titubanze perché per molte realtà c’è una visibilità assolutamente ridotta e conseguentemente le decisioni vengono rinviate».