Valerio Maccari, Affari & finanza 6/7/2009, 6 luglio 2009
TUTTO COMINCIO’ AL MIT DI BOSTON CON LE PRIME "CONTRODOMANDE"
La Microsoft non è l’unica a promuovere il proprio motore di ricerca come "Decision Engine", o motore decisionale. E nemmeno la prima: già negli anni ”60 IBM aveva dato vita ai primi decision support system (dss), software programmati per prendere decisioni sulla base di un numero prestabilito di dati richiesti all’utente. Nell’ultimo decennio, con l’avanzare della tecnologia, i dss si sono evoluti, e hanno trovato impiego principalmente nella finanza, dove sono utilizzati per decidere, ad esempio, quale mutuo è più adatto a un determinato cliente. La trasformazione in Decision Engines, però, è avvenuta negli scorsi due anni.
Quelli che si possono trovare oggi sul web sono in realtà dei motori di ricerca che assistono gli utenti nella loro richiesta di informazioni, delimitando il campo attraverso una serie di domande specifiche. A parte gli esperimenti di qualche università, il primo motore di questo tipo è stato Hunch, il sito di ricerche cofondato da Caterina Fake (già dietro a Flickr) e 11 neolaureati del MIT. Hunch, lanciato lo scorso marzo, qualifica se stesso come "Collective Intelligence Decision Making Engine". è un search engine puro, e quindi molto diverso sia dai motori di ricerca tradizionali che da Bing, che raffina la ricerca in base ai dati raccolti sull’utente. Infatti Hunch pone a chi lo usa 10 domande (o meno) per arrivare a isolare l’informazione di cui ha bisogno. Ad esempio, digitando la query "Dove vorrei mangiare a Roma", il sito – prima di dare la risposta – si informa sulle preferenze dell’utente (con domande del tipo "preferisci la carne, la pizza o il pesce?", o "Preferisci un ristorante economico?"). Domande e risposte vengono registrate dal sito, che in questo modo "impara a conoscere" i suoi utilizzatori. L’obiettivo, spiegano da Hunch, è di rendere la ricerca "divertente, intelligente e personale come un social network".