L’Espresso, 9 luglio 2009, 9 luglio 2009
La clausola sembra creata su misura per gli europarlamentari italiani. "I deputati rieletti prima dell’entrata in vigore del presente statuto possono optare, per l’intera durata dell’attività parlamentare, per il regime nazionale in vigore"
La clausola sembra creata su misura per gli europarlamentari italiani. "I deputati rieletti prima dell’entrata in vigore del presente statuto possono optare, per l’intera durata dell’attività parlamentare, per il regime nazionale in vigore". Lo statuto in questione fissa a 7.665 euro lordi (tassati al 20 per cento) lo stipendio mensile di tutti gli eurodeputati. Un’omologazione che peserà sul portafoglio degli italiani, in assoluto i più pagati dell’Unione con un’indennità lorda di 11.703 euro (con la tassazione italiana). Forse proprio per questo alcuni di loro, Luca Romagnoli (Fiamma Tricolore), il leghista Matteo Salvini e Cristiana Muscardini del Pdl, avevano votato contro il nuovo ordinamento; mentre si erano astenuti Borghezio e Speroni (Lega), Zappalà e Pirilli (Pdl). Alla fine il nuovo statuto è stato approvato, e così dal prossimo 14 luglio tutti i parlamentari percepiranno lo stesso stipendio. Tutti tranne i rieletti. Che, previa comunicazione scritta da consegnare entro metà agosto al presidente del Parlamento europeo, potranno continuare a incassare la vecchia paga. Cosa faranno gli italiani? Muscardini giura di non averci ancora pensato: "Non ne ho idea, è l’ultimo dei miei pensieri", ha assicurato.