Fabio Monti, Corriere della sera 6/7/2009, 6 luglio 2009
PEREZ HA UNA (VECCHIA) IDEA L’EUROCAMPIONATO PER CLUB
Il presidente del Real: «Puntare sulle 16 squadre più forti»
MILANO – L’idea non è nuova, ma Florentino Perez, tornato alla guida del Real Madrid, l’ha riproposta attraverso la tv spagnola e il Sunday Times, che ne ha ripreso (e sviluppato) le parole. Ha detto l’uomo che ha preso in un colpo solo Kaká, Cristiano Ronaldo e Benzema: «Dobbiamo accordarci per la creazione di una nuova European Super League, capace di garantire che le migliori squadre giochino sempre contro le più forti, quello che non accade in Champions League». Secondo il Sunday Times, se l’Uefa non farà della Champions League una competizione più vicina a questa proposta, Perez sarebbe pronto a promuovere un campionato chiuso con le squadre più forti e ha già in mente una «entry list»: Real, Barcellona e Atletico Madrid; Manchester Utd., Chelsea, Liverpool e Arsenal; Inter, Milan e Juve; Bayern Monaco; Lione; Porto; Celtic e Rangers; Olympiakos. In tutto: sedici squadre per otto Paesi (Spagna, Inghilterra, Italia, Germania, Francia, Portogallo, Scozia e Grecia).
L’intenzione di Perez non è quella di sostituire i campionati nazionali, ma quella di garantire ad ogni stagione che i club più importanti si affrontino fra di loro anche più di una volta, nel tentativo di aumentare i ricavi. Il Real Madrid si è qualificato per la Champions League nelle ultime 12 stagioni, ma non supera i quarti dal 2004; il Milan ha mancato la qualificazione alla Champions nel maggio 2008; l’Inter è uscita per la terza volta consecutiva negli ottavi (contro Valencia, Liverpool e Manchester Utd.).
L’idea di un vero campionato d’Europa risale all’estate ”98, quando il famoso G14, l’associazione delle più importanti squadre europee, attraverso Media Partners, aveva costretto l’Uefa a rivoluzionare la Champions League , minacciando uno scisma, con tanto di ricorso ai tribunali europei per dirimere la questione dei diritti tv. Di un progetto di SuperLega europea avevano parlato France Football e La Gazzetta dello Sport, il 17 marzo 2009, e avevano presentato il dossier preparato dalle grandi squadre dell’Europa occidentale. In sintesi: un campionato europeo, con i club divisi in tre serie, un campionato a 22 o 20 squadre e un sistema di promozioni e retrocessioni, in grado di decuplicare i ricavi dell’attuale Champions League. Un progetto molto diverso rispetto a quello del ”98. Se undici anni fa, il progetto nasceva da una diffusa ostilità nei confronti dell’Uefa, soprattutto per motivi economici, stavolta i club vogliono mantenere un atteggiamento collaborativo nei confronti della Federcalcio europea.
Nonostante questo, Michel Platini, eletto presidente il 26 gennaio 2007, resta il principale oppositore di questo tipo di progetto e non soltanto perché format e diritti tv della Champions League restano blindati fino al 30 giugno 2012, in base agli accordi con il gruppo Team. Platini ha ancora nostalgia dei tempi in cui le coppe europee si giocavano con il criterio dell’eliminazione diretta, ma è il primo a sapere che indietro non si può tornare. Quando ha potuto, si è mosso in senso opposto a quello indicato da Perez, cercando di rendere più variegata la base delle 32 squadre, che si guadagnano il passaggio alla fase a gironi (da settembre a dicembre). La quarta classificata nei campionati italiano, spagnolo e inglese dovranno giocare due preliminari (invece di uno) a eliminazione diretta. Anche Platini, comunque, sta cercando di evitare una forte contrapposizione fra le parti. Ha lavorato perché l’Uefa non restasse insensibile alle richieste dei club, che hanno ottenuto un ruolo importante nelle commissioni e in cambio hanno sciolto il G14.
Sul progetto di Superlega, in marzo, Platini aveva detto a France Football: «Ascolteremo tutti, perché l’Uefa è un organismo democratico, anche se tutti sanno qual è la mia opinione sulle coppe europee. Qualsiasi decisione verrà presa dall’Esecutivo. Il mondo cambia e dobbiamo essere attenti alle novità. Se il progetto esiste, ci incontreremo e discuteremo». Alle ultime parole di Perez ha invece risposto così: «Non credo si tratti di una minaccia». Quella del presidente del Real, al momento, appare soprattutto come una provocazione, dopo che il presidente dell’Uefa aveva espresso un parere molto negativo sui soldi spesi per Kaká, Cristiano Ronaldo e Benzema. Il campionato europeo prima o poi si farà, ma più poi che prima. Esistono tempi medio-lunghi che non possono essere abbreviati.