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 2009  luglio 06 Lunedì calendario

LE FOTO DEI VIOLENTATORI SARANNO ESPOSTE SUI BUS


Condanne più dure, nuova legge alla Camera

ROMA – Comincia oggi alla Came­ra la discussione sul testo unificato in materia di violenza sessuale. Il provvedimento, messo a punto dalla Commissione Giustizia di Montecito­rio, è una sorta di legge quadro che, dopo 13 anni, ridisegna la normativa e completa le disposizioni urgenti già previste nel decreto antistupro e in quello sulla sicurezza.

Pene più dure
L’inasprimento delle sanzioni è il filo rosso del testo. Perciò per la vio­lenza sessuale, oggi punita con la de­tenzione da 5 a 10 anni, si passa dai 6 ai 12. Quando è aggravata, invece che dai 6 ai 12 anni, gli stupratori ne scon­teranno dai 7 ai 15. Verranno giudica­ti più duramente i maltrattamenti in famiglia. Si introduce il patrocinio gratuito. Più severità con i pedofili: oggi chi abusa di un minore di dieci anni rischia dai 7 ai 14 anni. Pena mi­nima e massima si alzano rispettiva­mente a 8 e 16. In caso di violenza re­cidiva inoltre l’aumento della pena di­viene obbligatorio, non più a discre­zione del giudice. Cui è sottratta an­che l’ammissione come parte civile di associazioni ed enti locali: diventa automatica. Confermate le disposizio­ni del decreto antistupro: custodia cautelare in carcere, benefici peniten­ziari ridotti, ergastolo per chi violen­ta e uccide la vittima.

Contro il gruppo
In questi casi cambia il concetto di colpevolezza. In caso di violenza del branco paga più duramente non solo chi commette fisicamente lo stupro ma anche chi comunque vi partecipa. Non più minimo 6 e massimo 12 an­ni, ma dai 7 ai 16, che possono arriva­re a 20 con le aggravanti.

La molestia sessuale

«Abbiamo introdotto una nuova fattispecie di reato che finora manca­va », spiega la relatrice Carolina Lussa­na (Lega Nord). Una categoria «mino­re », rispetto a stupro e stalking, in cui rientrano tutti quei comporta­menti dove non c’è minaccia o violen­za, ma che finora restavano in un lim­bo giuridico. Un gesto, un apprezza­mento a sfondo sessuale, forse persi­no un biglietto. «Non serve che sia reiterato, basta una volta sola», avver­te l’onorevole Lussana. Qualche caso pratico un po’ di scuola: è molestia sessuale rivolgersi con frasi volgari, magari per ottenere favori, mostrarsi nudi alla finestra apposta per farsi ve­dere, toccarsi davanti ad un’altra per­sona non consenziente. Reclusione fi­no ai 2 anni più sanzione pecuniaria.

Nuove aggravanti
La violenza è aggravata se commes­sa a danno di una persona disabile e una donna incinta. L’onorevole Bea­trice Lorenzin (Pdl) ha intenzione di presentare un emendamento che ne introduca un’altra a effetto speciale: nel caso che la violenza sia consuma­ta sul posto di lavoro e tra vittima e stupratore vi sia un rapporto di subor­dinazione. «Questa è un’aggravante culturale», spiega la Lorenzin. «Per­ché è evidente che un capoufficio ap­profitta della soggezione psicologica del dipendente». La deputata ha pron­to poi un secondo emendamento che introduce un programma di preven­zione e sensibilizzazione nelle scuole all’interno magari dei corsi di educa­zione civica. A breve sarà firmato un protocollo di intesa tra Pari Opportu­nità, Interno e Istruzione.

Foto segnaletiche
Questa è la norma che farà più di­scutere. Prevede che il questore pos­sa disporre l’affissione degli elenchi dei condannati per stupro o delle fo­to dei ricercati per questo tipo di rea­ti in bar, stazioni, autobus. «Negli Usa accade normalmente, lo stupro è un reato gravissimo, pensiamo a co­me sarebbe servito nel caso del vio­lentatore seriale di Roma», spiega la Lussana. Non è d’accordo l’onorevole Donatella Ferranti (Pd) della Commis­sione Giustizia: «Non ci piace l’idea si esporre liste e foto al pubblico. Am­messo che, caso per caso, si trovi una motivazione concreta, il principio al­lora dovrebbe valere per tutti i reati. Eppoi questa misura potrebbe incita­re a linciaggi e istigare i cittadini alla giustizia fai da te». L’opposizione in genere contesta che la normativa sia soltanto più repressiva e trascuri la promozione di una cultura di non vio­lenza.

Il 9 e 10 settembre, nell’ambito del­le iniziative del G8 e su impulso del governo italiano, si svolgerà a Roma un summit internazionale sulla vio­lenza contro le donne.