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 2009  luglio 06 Lunedì calendario

IL RE DEI GIOCATTOLI UCCIDE LA MOGLIE


Horvat, 67 anni, si è tolto la vita dopo il delitto. Fondò il gruppo Gig

PIETRASANTA (Lucca) – Fino a dieci anni fa era stato il re dei giocattoli, proprietario della Gig, colosso italiano del divertimento, licenziataria di Toy’s e Nintendo. Poi erano ar­rivati problemi economici e Gianfranco Aldo Horvat, 67 anni, in gioventù pilota di au­to sportive, nel 2000 aveva de­ciso di vendere a Enrico Pre­ziosi di Giochi Preziosi. Sem­brava un ritiro definitivo dal mondo degli affari e invece pochi mesi fa, l’imprenditore fiorentino, era tornato in cam­po come presidente e Ceo di Edison giocattoli. «Era entu­siasta. Aveva molte idee e nes­sun problema economico», di­cono gli amici. I sogni di Hor­vat e della moglie, Anna Gra­zia Satta, 64 anni, alla quale era legatissimo, si sono in­franti sabato notte nella casa in affitto delle vacanze nel centro di Pietrasanta.

L’imprenditore ha ucciso la moglie con due colpi di pisto­la, una Smith & Wesson cali­bro 38, alla tempia e poi si è sparato in bocca. Un omicidio suicidio oscuro, sui quali gli investigatori stanno mante­nendo un riserbo assoluto. Si parla di un biglietto lasciato ai due figli nel quale l’impren­ditore spiegherebbe il motivo del gesto.

Dietro l’allegria e la voglia di tornare a scalare il merca­to, pare si nascondesse il tor­mento dell’imprenditore per un tumore alla gola che lo per­seguitava da tempo. «Mesi fa era stato in una clinica degli Stati Uniti per farsi curare – racconta un amico – ma nes­suno al di fuori della famiglia sapeva le sue condizioni e lui non ne parlava con nessuno». A scoprire i corpi, nella ca­mera da letto del primo piano della palazzina di via Piastro­ni 53, nel centro di Pietrasan­ta, sono stati i vigili del fuoco. La donna era sul letto, l’uomo leggermente inclinato verso il pavimento.

A dare l’allarme uno dei fi­gli, Leonardo, 43 anni, ammi­nistratore dei beni di fami­glia. Era in vacanza con i geni­tori e, dopo cena, era uscito con la sua Porsche. Tornato a casa intorno all’una, aveva tentato di aprire la porta di ca­sa ma l’aveva trovata chiusa con la chiave inserita. Al pri­mo piano la luce accesa nella camera da letto. Spenti i tele­foni cellulari del padre e della madre.

I coniugi Horvat, molto co­nosciuti a Firenze, vivevano con i figli, Leonardo e Gianlu­ca, in una residenza d’epoca con parco sulle colline di Fie­sole. Un luogo straordinario, dove ogni tanto arrivavano gli amici. Tra questi il sindaco di Firenze, Matteo Renzi. Gianfranco Aldo Horvat era stato un suo convinto sosteni­tore. «Non ho mai votato a si­nistra – aveva detto durante una cena pubblica a sostegno del candidato – ma stavolta lo farà perché Matteo è la per­sona giusta per guidare Firen­ze » .

Il sindaco Renzi ieri ha com­mentato con profondo cordo­glio la morte dei coniugi: «So­no incredulo e sbigottito. Ri­cordo Horvat come un uomo appassionato e un imprendi­tore tenace, innamorato di Fi­renze ». Le indagini sono con­dotte dal comandante dei ca­rabinieri di Pietrasanta, An­drea Pasquali.