Gianluca Schinaia, Alessandra Tibollo, ཿIl Sole-24 Ore 6/7/2009;, 6 luglio 2009
PER LA LETTURA DIGITALE DELL’INDICE DESTRO BASTANO OTTO MINUTI
Passaporto verso il futuro: partenza spedita nelle questure dove è stata avviata la sperimentazione, incertezza nei commissariati non ancora abilitati a registrare l’impronta digitale. Nei primi giorni della "fase 2" del passaporto elettronico (introdotto nel 2006), che consiste nell’introduzione dell’impronta digitale in un microchip esposto sulla copertina del documento, le reazioni di cittadini e funzionari sembrano concordare: indietro non si torna. Potenza e Grosseto sono state le prime due questure dove è stata avviata la sperimentazione dell’impronta digitale al momento della domanda del nuovo passaporto. Secondo la Polizia di Stato, la scelta di queste due città si spiega attraverso tre criteri: questure piccole, altamente efficienti e rappresentative di realtà geografiche con esigenze diverse.
Lunedì scorso, nel capoluogo toscano è stata avviata la prima istruttoria con le nuove regole. Maurizio Tafi, 50 anni, il primo italiano a richiedere un passaporto con l’impronta digitale, ha dichiarato: «Non ci ho trovato nulla di strano e comunque sapevo che avrei dovuto prestare l’impronta». In tutto, l’operazione è durata otto minuti e così Tafi potrà partire verso gli Emirati arabi per le vacanze. «Nei primi due giorni della sperimentazione abbiamo ricevuto venti istanze per nuovi passaporti ”afferma Giu-lio Eletti, funzionario responsabile dell’ufficio passaporti della questura di Grosseto ”. Non ci sono state lamentele, tutti hanno accolto positivamente l’innovazione dell’impronta digitale, anche perché era stata molto pubblicizzata in città».
La macchina che registra l’impronta si chiama "Spaid 500". Si parte dalla lettura digitale dell’indice destro, poi del sinistro: se la rilevazione non funziona si passa al dito medio. «Lavorando nel campo dell’immigrazione – spiega Eletti ”mi è capitato di riscontrare che alcuni manovali stranieri avevano i polpastrelli consumati: è in casi come questi che l’impronta dell’indice potrebbe non essere sufficiente».
A Potenza, alcuni cittadini hanno atteso appositamente l’avvio della sperimentazione per rinnovare il passaporto. «Qualcuno ha visto la televisione e era proprio soddisfatto di poter rilasciare le impronte» racconta Francesco Pesce, dirigente della divisione polizia amministrativa della questura di Potenza. «Da noi in due giorni sono state avviate 30 istruttorie: il costo del rinnovo rimane 80 euro».
Dove la sperimentazione non è stata avviata, come a Milano, le reazioni sono differenti. «Ne sappiamo quanto lei, non abbiamo le nuove macchine e per ora si usano i vecchi metodi: forse inaugureremo il metodo delle impronte a gennaio 2010»spiega un addetto dell’ufficio passaporti del commissariato Garibaldi/Porta Venezia. E una collega del distretto di Piazza San Sepolcro, a due passi dal Duomo, afferma: «Per quanto ne sappiamo al momento, qui la sperimentazione potrebbe anche non partire mai».
Nella capitale, la questura azzarda un pronostico: ci saranno file più lunghe per i rinnovi. «Se fino a oggi in cinque minuti si esauriva la pratica – raccontano dall’ufficio passaporti di Roma ”dovendo prendere anche le impronte digitali i tempi si dilateranno. Qui abbiamo 57 commissariati per servire i 4 milioni di cittadini di tutta la provincia e in questo periodo arriviamo anche a 700 istanze al giorno, su una media annuale di 500». Intanto, i cittadini della capitale, che non sembrano preoccupati dalla novità, dovranno attendere forse la fine dell’anno per i nuovi passaporti. «Non c’è ancora un calendario – dicono dall’ufficio passaporti – ma l’obiettivo è concludere la sperimentazione in tutta Italia entro la fine dell’anno».