Piero Orlando, ཿIl Sole-24 Ore 6/7/2009;, 6 luglio 2009
I VIDEOGIOCHI CERCANO CAMPIONI DELLA CONSOLE
Tutt’altro che un gioco, i game developer italiani fanno sul serio.
E offrono opportunità di lavoro specializzato, ricercando game designer, programmatori e grafici per proseguire l’espansione del settore videoludico, che è a caccia anche di personale di vendita, marketing e comunicazione per editori e distributori.
Nel 2008 il settore videoludico ha sviluppato un giro d’affari complessivo di 1,2 miliardi di euro, un valore triplicato in tre anni, per cui si preannuncia una nuova crescita anche nella crisi generale dei consumi. Il panel retail elaborato da Gfk per Aesvi (Associazione editori software videoludico italiana), infatti, nei primi 4 mesi del 2009 registra un nuovo +5,9% di valore e un +5,6% di volume per le vendite hardware, + 8,8% di valore e un + 2,1% di volume per le vendite software rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. L’espansione costante ha sostenuto l’aumento dell’occupazione tra gli sviluppatori italiani, con i limiti però di una realtà industriale frammentata, composta da medio-piccole software house, in cui oggi si stimano circa 1.500 addetti complessivi. «Ma di cui si può realisticamente prevedere il raddoppio degli addetti ogni anno per i prossimi 5 anni» afferma Raoul Carbone presidente della neonata Filiera dei produttori italiani di videogiochi in Assoknowledge – Confindustria «in un mercato florido, infatti, i game developer italiani offrono già buone opportunità di lavoro, ma devono ancora crescere molto per raggiungere gli standard internazionali, con enormi possibilità anche dal punto di vista occupazionale».
I profili nello sviluppo
Il ruolo chiave ricercato dalle imprese di sviluppo italiane per la produzione dei videogiochi è quello di game designer, una sorta di "regista" con competenze trasversali a cui affidare l’elaborazione del progetto di videogame, affiancato da veri e propri sceneggiatori delle trame. Sono richiesti, poi, programmatori con conoscenza dei linguaggi dei videogiochi e profili di carattere artistico-creativo sia nella sfera visiva, come art director, grafici e animatori, che in quella sonora, come audio engineer, compositori e designer del suono. Infine si cercano producer a cui affidare la guida dei team di sviluppo (spesso affiancati da project manager) e i tester-collaudatori per scovare eventuali incoerenze nei videogiochi.
Dai publisher ai distributori
L’industria videoludica,però,offre opportunità anche in altri comparti. Ad esempio, presso le filiali dei grandi editori internazionali aperte negli ultimi anni in Italia: «Ci sono opportunità di impiego in vari campi, dal marketing alla localizzazione, dall’amministrazione/finanza alle vendite – afferma Andrea Persegati, presidente di Aesvi, l’associazione che rappresenta i principali publisher in Italia ”. Le possibilità, inoltre, si sono ampliate anche nella distribuzione, soprattutto con l’espansione di alcune catene specializzate nella vendita di videogiochi, e nei settori dell’indotto, ad esempio l’editoria specializzata, la ricerca di mercato, la comunicazione e la pubblicità». Molto richieste, così, sono marketing manager, product manager, brand manager, Pr manager o account manager.
Non è facile, però, specie per lo sviluppo software, reperire sul mercato profilidall’alta specializzazione, a causa della mancanza di adeguati percorsi formativi. E così, le imprese privilegiano figure con esperienza nel settore, mentre per i profili junior è quasi sempre previsto un periodo di formazione interna: « necessario investire nelle relazioni con le università per creare percorsi per preparare risorse qualificate – dice Persegati ”.E poi promuovere linee guida per lo sviluppo dei curriculum e migliore informazione sulle opportunità di impiego nel mercato dei videogiochi ».