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 2009  luglio 06 Lunedì calendario

ALESSANDRO RILANCIA CON LA 21 PARTNERS


La società di investimenti cambia nome. Il delfino del gruppo veneto cerca spazio in Europa

Era il 1992 quando un ventottenne Alessandro Benet­ton, fresco di Har­vard, fondò a Treviso la merchant bank 21 Investi­menti. Ora è in corso il rias­setto di quella società, che dalla sede milanese di via Montenapoleone sta per cambiare nome e potenza di fuoco. La storica 21 Inve­stimenti formalmente spari­sce, rinasce il gruppo 21 Partners. I tempi? «Entro l’anno», dice Stefano Tanzi, il managing director che Alessandro chiamò da Kpmg Corporate Finance.

Per il private equity targato Alessandro Benetton è un’evoluzione non solo or­ganizzativa: la 21 Investi­menti è diventata grande.

L’attuale capogruppo, la 21 Investimenti Partners che controlla al 100% in Ita­lia due società di fondi, la 21 Partners sgr (ha in pan­cia aziende come le reti di­gitali di Sirti, la vigilanza di Ivri, la Stroili Oro) e in Fran­cia la 21 Centrale Partners (Interflora, ClubMedGym) guidata dall’influente Gérard Pluvinet, diventerà, semplicemente, «21 Part­ners ». L’obiettivo: «Essere un fondo di private equity europeo, con basi autono­me nei diversi Paesi», dice Tanzi. Cioè proporsi come socio agli imprenditori di tutta Europa. Con un nome solo, «come Carlyle è Carly­le dappertutto».

Al posto delle banche

L’espansione è sul model­lo attuale: una capogruppo italiana e, sotto, società stra­niere locali, ciascuna con un fondo autonomo. « una piattaforma unica, che ci consente di valutare ag­giunte in altri Paesi – dice Tanzi ”. Ci piace la Germa­nia, l’Est Europa, la Tur­chia ». Sono in corso contat­ti con i possibili nuovi part­ner, Tanzi chiama l’opera­zione «Aggiungi un posto a tavola».

Il piano è tempestivo, vi­sta la carenza del credito bancario per le medie aziende. «C’è esigenza di capitali, si apre l’epoca d’oro del private equity», so­stiene Tanzi che, fra l’altro è presidente della neocosti­tuita Commissione per il mid market (le medie im­prese) dell’Aifi, l’associazio­ne italiana del private equi­ty. E Anna Gervasoni, diret­tore generale Aifi, confer­ma: «Il mercato delle me­die imprese può raddoppia­re » (sono 145 gli «investi­menti per lo sviluppo» regi­strati in Italia nel 2008). Alessandro, con la sua squa­dra, è pronto.

Al quartier generale di Ponzano si smarcano: «Le strategie del fondo sono di­stinte da quelle del grup­po ». E Tanzi ribadisce: «So­vrapposizioni con il gruppo Benetton? Zero». Per dire che Alessandro, il delfino, resta impegnato da «azioni­sta presente» sugli affari di famiglia, quel Benetton Group di cui è vicepresiden­te operativo. Il business del­le partecipazioni viene por­tato avanti dai suoi sette so­ci della 21, dopo la partner­ship avviata in ottobre: ol­tre a Tanzi, gli altri due ita­liani, Marco Monis e Dino Furlan; e i quattro francesi, cioè Pluvinet, Henry Huy­ghues Despointes, François Barbier e Antoine Pupin.

Francesi e Biscione

Ma resta il fatto che 21 In­vestimenti, anzi, semplice­mente 21 Partners, come si chiamerà ora la società con­trollata al 58,99% da Edizio­ne (la holding dei Benet­ton), è il sempre più vivace braccio industriale di Ales­sandro. Da presidente e so­cio di maggioranza, il figlio di Luciano sta in queste set­timane rafforzando la sua creatura in portafogli e alle­anze: da un lato con i france­si di Pluvinet, fresco consi­gliere di Club Med dove Edi­zione è appena entrata al 2,23%; dall’altro con italiani finora lontani, come Media­set: un asse al debutto che si aggiunge alle relazioni storiche con i compagni di cordata Gerardo Braggiotti o Andrea Bonomi.

 della scorsa settimana la costituzione della nuova società sui cinema con Me­dusa Multicinema: il 51% al fondo 21 Partners e il 49% al gruppo che fa capo alla fa­miglia Berlusconi. L’opera­zione vale 125 milioni di fat­turato complessivo (la nuo­va società ingloba anche le sale italiane di Warner Villa­ge Cinema) e può essere let­ta sulla scia di quell’interes­se industriale per le «cate­ne » (vedi Autogrill) che di­stingue Alessandro. Si som­ma a investimenti meno vi­sibili come la recente opa su Rgi, che fabbrica prodot­ti software per le assicura­zioni, in cordata con il fon­datore Paolo Benini.

Nel nuovo assetto di 21 Partners non sono previste, per ora, variazioni aziona­rie: la holding fa capo per il 20% alla Popolare di Vicen­za e per l’80% ad Alessan­dro Benetton (al 50% attra­verso Saibot), seguito da Pluvinet (secondo socio) e dagli altri partner. Ma è chiaro che il peso della Francia si farà sentire. lì che si sta completando la raccolta del nuovo fondo, con obiettivo 500 milioni.

La chiusura delle adesioni è prevista entro l’estate, ma nella sede del gruppo lo de­finiscono già «un grande successo». In Italia, l’inten­zione è fare quest’anno al­meno un altro investimen­to, oltre a Medusa Multici­nema e Rgi, per un totale di 60-70 milioni. La fatica sa­rà, come per tutti nel priva­te equity oggi, mantenere i margini.