"Chiamami Ted" di Ted Turner e Bill Burke (Atlas, 2009) e varie, 6 luglio 2009
TED TURNER PER VOCEARANCIO DELL’8/07/2009
«Non sono partito con l’idea di diventare miliardario. Volevo solo essere un uomo di successo. Non mi sono mai dato degli obiettivi di natura monetaria» (dall’autobiografia Chiamami Ted, scritta da Ted Turner insieme a Bill Burke e appena pubblicata in Italia da Etas).
Patrimonio personale di Turner al 2008: 2,3 miliardi di dollari.
«Bello, ricco, geniale e di sinistra, neppure Jane Fonda seppe resistere al suo fascino. Ha il cuore grande e il caratteraccio di un cow boy del profondo sud. Nessuno poteva immaginare che questo provinciale della Georgia avrebbe rivoluzionato il mondo dei mass media con la sua Cnn» (Federico Rampini).
Nato a Cincinnati, in Ohio, il 19 novembre 1938, in seguito alla separazione dei genitori fu educato dal padre Ed, conservatore e all’antica, perfezionista e maniaco dell’addestramento militare.
Primo lavoro a otto anni come giardiniere (quattro ore al giorno durante le vacanze estive). Secondo lavoro a 12 anni, sempre durante le vacanze estive: il padre lo faceva lavorare 42,5 ore alla settimana nelle sua impresa di tabelloni publicitari, la Turner Advertising.
Quando studiava al collegio militare imbalsamava animali e copriva il pavimento con terriccio per farsi una moquette di erba vera. All’Università di Brown correva dietro alle ragazze: fu espulso per scarso profitto e pessima condotta (scoperto a fumare marijuana). Non prese mai la laurea.
A 21 anni iniziò a lavorare a tempo pieno nell’azienda del padre: «Andavamo e tornavamo da lavoro insieme e per tutto il viaggio, mentre guidava, mi parlava solo di lavoro. Dai principi di contabilità a concetti più ampi come le tecniche di motivazione».
Una vita privata molto movimentata. Sposato la prima volta nel 1959 con una Judy Nye, campionessa di vela, ereditiera di un’impresa di ferramenta, da cui ebbe Laura Lee (1961) e Macon (1962). Nel 1965 il secondo matrimonio con Jane Smith, hostess della Delta Air Lines. Con lei tre figli nel giro di cinque anni: Rhett, Reed (detto Beau) e Sara Jean (detta Jennie). Nel 1991 il terzo matrimonio con l’attrice Jane Fonda, da cui si è separato nel 2001.
«Sfortunatamente sono riuscito meglio negli affari e nella vela che nella vita matrimoniale. La monogamia è sempre stata una lotta per me».
Il consiglio del padre Ed: «Figlio mio, assicurati di darti degli obiettivi talmente ardui che ti risulti impossibile raggiungerli nell’arco di una vita. In quel modo avrai sempre qualcosa davanti a te. Io ho commesso l’errore di darmi degli obiettivi troppo limitati, e adesso sto facendo fatica a trovarne di nuovi». Nel 1963, preoccupato per i possibili debiti della sua azienda in seguito ad una grande acquisizione, Ed si sparò. Lasciò al figlio ventiquattrenne un’eredità di un milione di dollari.
«Mio padre era un gentiluomo all’antica, doveva lavare la vergogna. Fu al suo funerale che promisi a me stesso che sarei divenuto tanto ricco e tanto importante da non dovere mai mettermi la canna di una pistola in bocca».
Nel 1970 comprò l’emittente di Atlanta Channel 17. Tra le prime iniziative quello di riproporre vecchi film e offrire, la domenica mattina, alternative ai programmi di stampo religioso.
Nel dicembre 1976 la prima trasmissione via satellite. Il canale locale prese il nome di SuperStation e cominciò a trasmettere in tutta l’America. Palinsesto di SuperStation: film dai sani principi, serie televisive e sport. «Trasmettevamo meno notizie possibili e le porgevamo con uno stile irriverente, nelle ore notturne (a volte il nostro presentatore, Bill Tush, le leggeva con un pastore tedesco accovacciato al fianco, oppure si metteva una shopping bag in testa e si autodefiniva The Unknown Newsman, ovvero ”il giornalista sconosciuto”)».
Nel 1977 acquistò per 10 milioni di dollari i Braves, la squadra di baseball di Atlanta. Dopo molte stagioni mediocri, nel 1995 conquistarono la World Series.
Passioni di Ted Turner: baseball, vela e macchine veloci. A metà degli anni Sessanta comprò una Ferrari, a cui e fece installare un gancio da rimorchio sul retro: «Probabilmente fui la prima persona al mondo a trainare una barca con una Ferrari».
Con il Courageous, il suo yacht di 12 metri, vinse l’America’s Cup nel 1977. Alla conferenza stampa dopo la premiazione si presentò completamente ubriaco.
il più grande proprietario terriero degli Stati Uniti. Possiede 8.000 km² divisi in 15 ranches e circa 40.000 bufali. «I suoi territori producono un Pil maggiore di quello dello stato del Belize» (il regista Michael Moore).
«Mi chedono spesso se abbiamo effettuato qualche ricerca formale sulla fattibilità di un canale via cavo 24 ore su 24, e la mia rispota è no. Ci stavo solo pensando da molto tempo» (durante l’annuncio ufficiale del lancio della Cnn il 1° luglio 1979. Il canale sarebbe partito un anno dopo, alle 6,05 del 1° giugno 1980).
In occasione del lancio delle trasmissioni la Cnn organizzò una cerimonia di fronte ai nuovi uffici di Atlanta, al Prograssive, un ex country club. Turner volle che la banda eseguisse Nearer my God, to Thee, l’ultima canzone suonata sul Titanic prima della tragedia.
«Cominciò con un dito nel naso, il dito di un reporter inquadrato per errore mentre faceva pulizie privatissime, e con falegnami che ancora smartellavano alle spalle dell’anchorman Bernard Shaw già in trasmissione. Cominciò tra l’ironia dei colleghi - il ”network dello sgabuzzino delle scope” lo chiamavano i rivali - nella certezza di una follia voluta da un milionario megalomane del sud, Ted Turner, che voleva cambiare il mondo con una telecamera, una parabola satellitare e 300 dipendenti» (Vittorio Zucconi).
Per finanziare il lancio della Cnn Turner vendette l’emittente di Chicago Wret alla Westinghouse per 20 milioni di dollari. L’aveva comprata nel 1972 per 1 milione.
Per i primi due anni la Cnn otteneva dai gestori delle reti via cavo 15 centesimi di dollaro per abbonato (1,80 dollari all’anno). Nel 1989 superò il miliardo di fatturato e nel 1995 i 3,5 miliardi.
Oggi la Cnn trasmette il suo segnale in 70 Paesi, con un pubblico potenziale di due miliardi di persone.
Nel 1981 Fidel Castro si fece installare una parabola per poter vedere la Cnn e invitò Turner all’Avana.
Ricordi del viaggio a Cuba: «L’immagine che mi ero fatto di uno stato comunista prevedeva strade piene di carri armati, soldati con il fucile, persone che andavano in giro con l’aria mesta. Invece i cubani sembravano allegri come ogni altra popolazione». Turner portò in dono a Castro un berretto dei Braves e alcune canne da pesca. Il giorno seguente andarono insieme a caccia di anatre. «Quando una guardia del corpo mi diede un fucile automatico calibro 12 pensai: ”Eccomi qui, a tre metri da Fidel Castro con un fucile in mano. Mi chiedo quanto pagherebbe la Cia per trovarsi in questa posizione”».
«L’idea di riempire un canale di sola informazione 24 ore su 24, pare suicida: privarsi di entertainment, né film né giochi né spettacoli, vuol dire rivolgersi a un’audience minuscola e quindi senza pubblicità. In effetti per un decennio la Cnn ha un’esistenza stentata, fa un giornalismo serio con mezzi poveri. I rari spot pubblicitari (apparecchi per massaggiare le cosce adipose, 19,99 dollari, soddisfatti o rimborsati) sfigurerebbero in una tv locale. Poi la professionalità degli uomini di Turner ha la meglio. La notte in cui inizia la prima guerra del Golfo, solo una troupe di giornalisti televisivi di Atlanta è presente in Iraq» (Federico Rampini).
Per la copertura della Guerra del Golfo la Cnn spese 22 milioni di dollari.
Nel 1991 finì sulla copertina del Time come uomo dell’anno.
«La gente vuole le notizie per sapere che cosa succede e poi vuole i film e lo sport per dimenticare le notizie».
Grande filantropo, nel 1997 donò all’Onu un miliardo di dollari, all’epoca un terzo del suo patrimonio, per combattere la fame nel mondo e occuparsi dello sviluppo demografico.
Nel 1996 vendette la Cnn al colosso multimediale Time Warner per 8 miliardi di dollari. Turner diventò azionista (con il 10%) e vicepresidente (presidente era Gerald Levine). «L’unico motivo per cui accettai fu semplice: ero stanco morto. Erano passati più di 30 anni dalla morte di mio padre e da allora avevo sempre gestito l’azienda da solo. Trent’anni di settimane lunghe e giornate lavorative di 18 ore avrebbero avuto la meglio su chiunque. In fondo non mi è dispiaciuto non essere più il boss. Ho imparato a essere il numero due quando ho sposato Jane Fonda».
Nel 2000 la proprietà passò a American Online (Aol), di cui Turner era il principale azionista. Aol era il primo portale americano per l’accesso a internet. Turner era convinto che il matrimonio tra i vecchi media e internet sarebbe stato un successo: «Appoggiai la fusione con lo stesso entusiasmo con cui feci l’amore la prima volta».
La battaglia con Murdoch. Nel 1996 il New York Post del magnate australiano pubblicò in prima pagina una foto ritoccata di Turner in camicia di forza con il titolo ”Ted Turner è pazzo?”. Pochi giorni dopo in conferenza stampa la risposta di Turner: «Sono arrabbiato con Murdoch e sto seriamente pensando di sparargli un bel colpo di pistola. Adesso che il suo quotidiano dice che sono pazzo, immagino di poterlo fare fuori senza andare in prigione in quanto incapace di intendere e di volere».
FoxNews, nata nel 1996, con l’attacco terroristico dell’11 settembre superò in audience la Cnn: 1,3 milioni di spettatori contro 930.000.
Nel 2002 Aol-Time Warner ebbe un bilancio in rosso di 100 miliardi di dollari. La più alta perdita aziendale nella storia del capitalismo americano. « stato un brutto colpo. Ma non preoccupatevi per me, comunque sto cercando il modo di cavarmela pur avendo un paio di miliardi di dollari da parte».
Dal 2003 ha abbandonato ogni incarico alla Aol-Time Warner e ha venduto tutte le azioni che possedeva (122 milioni). Ora si dedica ai suoi hobbies e alla fondazione benefica, la Turner Foundation, con cui negli ultimi dieci anni ha donato oltre 300 milioni di dollari per cause ambientaliste.
«Mi è capitato tante volte di riflettere o scherzare riguardo all’epitaffio che vorrei far incidere sulla mia lapide. Per molto tempo ho pensato di far scrivere ”Qui giace Ted Turner. Non ha mai posseduto un network terrestre”. Ultimamente propendo per ”Non ho nient’altro da aggiungere”».