Panorama, 9 lugli 2009, 4 luglio 2009
Settemila euro di buonuscita, più una mensilità per ogni anno di anzianità. E’ l’offerta che Rifondazione comunista, in crisi economica nera, ha fatto ai propri dipendenti in cambio delle spontanee dimissioni
Settemila euro di buonuscita, più una mensilità per ogni anno di anzianità. E’ l’offerta che Rifondazione comunista, in crisi economica nera, ha fatto ai propri dipendenti in cambio delle spontanee dimissioni. Sebbene la scissione dei vendoliani abbia alleggerito l’organico di 40 unità, il partito di Paolo Ferrero ha ancora sulle spalle 125 persone fra contratti a tempo indeterminato e non (retribuzione media intorno ai 1.500 euro al mese) e deve scendere a non più di 50. La partita si annuncia dura: i lavoratori dei partiti non dispongono di ammortizzatori sociali e non vogliono mollare, però la legge esclude i partiti dall’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, dando loro libertà di licenziare.