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 2009  luglio 04 Sabato calendario

MICHAEL JACKSON 2 PER FOGLIO DEI FOGLI 6/7/2009


I figli di Michael Jackson per il momento sono stati affidati alla nonna Katherine. Questo era anche il desiderio del cantante, come si legge nel testamento, scritto il 7 luglio 2002: «Se i miei figli saranno ancora minorenni al momento della mia morte nomino mia madre Katherine Jackson tutore delle persone e curatore del patrimonio dei suddetti minori. Se Katherine Jackson non sarà viva al momento del mio decesso, non volesse o non potesse svolgere questo compito, nomino in sua vece Diana Ross» (Giuseppe Videtti, la Repubblica 2/7; Matteo Persivale, Corriere della Sera 3/7).

«C’è da notare che soltanto qualcuno che si aspetta di morire giovane sceglierebbe di affidare i propri figli piccoli a persone di 30 e 15 anni più vecchie» (Matteo Persivale, Corriere della Sera 2/7).

Nel testamento, che è nelle mani di John Branca all’epoca legale della popstar, Jackson stabilisce che il suo patrimonio confluisca nel Michael Jackson Family Trust, costituito da Katherine Jackson, i tre figli e alcune associazione benefiche. I beni dovrebbero essere così divisi: 40 per cento alla madre, il 40 ai tre figli, il 20 a enti benefici. Escluso il padre Joe, che è separato dalla moglie (lei vive nella casa di famiglia a Encino, lui a Las Vegas). Molti sono convinti che esista almeno un altro testamento più recente (Giuseppe Videtti, la Repubblica 2/7; Matteo Persivale, Corriere della Sera 3/7).

Dal ranch della California dove alleva cavalli, si è fatta avanti Debbie Rowe, 51 anni, madre dei primi due figli di Jackson (Michael Jr, detto Prince, 12 anni) e Paris (11): «Rivoglio i miei figli». Ha anche chiesto al giudice un ordine restrittivo affinché il nonno Joe non stia con i ragazzi. La Rowe aveva rinunciato a crescere i bambini dietro buonuscita da 8 milioni di dollari. Dopo il divorzio, rinunciò per iscritto a ogni diritto («Michael è un padre meraviglioso e non intendo dividere il ruolo di genitore: lo fa così bene, senza di me»), salvo ricredersi quando scoppiò lo scandalo della pedofilia: andò in tribunale a fare pressione per riavere i figli, alla fine ottenne un nuovo accordo segreto. Adesso rivendica il ruolo di parente biologico e nella sfida giudiziaria per l’affidamento fa anche presente di chiamarsi Deborah, d’essere ebrea, di volere che i ragazzini crescano nei valori dell’ebraismo. Dice di non aver tollerato la conversione di Jackson all’islam e dunque chiede il riconoscimento dell’ebraicità dei ragazzini (Giuseppe Videtti, la Repubblica 3/7; Francesco Battistini, Corriere della Sera 30/6).

Il rabbino Shmuley Boteach, amico di Jackson: «Quando mi ha detto d’essere ebrea, rimasi di sasso. Mi sembrò incredibile che Michael non me l’avesse mai rivelato. Alla fine mi sono dato la spiegazione più semplice: che nemmeno Michael lo sapesse. Io non so se la Rowe sia una praticante. Però nel momento in cui si dimostrano le radici dei figli, la madre ha ragione: devono essere educati come tutti i bambini ebrei» (Francesco Battistini, Corriere della Sera 30/6)

Secondo gli esperti, le leggi californiane potrebbero dare ragione alla Rowe, anche perché sia Katherine Jackson sia Diana Ross sono troppo in là con gli anni (Alberto Flores D’Arcais, la Repubblica 29/6).

Sospetti: né Jackson né la Rowe sono i genitori naturali. Lei avrebbe semplicemente affittato il suo utero per ospitare un ovulo fecondato in vitro, con lo sperma di un donatore, che a detta di molti è Arnold Klein, il dermatologo del cantante. Se tutto questo fosse vero, Jackson avrebbe dovuto avanzare domanda d’adozione, cosa che non ha mai fatto. A complicare tutto, potrebbero sbucare fuori anche i genitori naturali del terzogenito (Giuseppe Videtti, la Repubblica 1/7).

Arnold Klein, il medico che in un mese prescrisse a Jackson 48 mila dollari di farmaci (Matteo Persivale, Corriere della Sera 2/7).

L’ex tata dei suoi tre bambini, la quarantaduenne ruandese Grace Rwaramba, sostiene di aver ripulito più volte con lavande gastriche lo stomaco di Jackson: «Prendeva tantissimi farmaci e c’erano giorni in cui stava così male che impedivo ai bambini di vederlo». Avrebbe voluto che madre e sorella della popstar intervenissero per convincerlo a liberarsi dalla dipendenza. Questa fu la causa del suo licenziamento, dopo 17 anni di servizio. Ci tiene a precisare che subito dopo la morte uno della famiglia le ha telefonato per sapere dove Jackson tenesse i contanti: «In realtà era talmente al verde che spesso dovevo usare la mia carta di credito per comperare regali e palloncini per i compleanni dei suoi figli» (Alessandra Farkas, Corriere della Sera 29/6).

Tra i 18 farmaci sequestrati nella villa dove è morto, c’erano il metadone, un oppiaceo che si prescrive ai malati terminali, svariate sostanze che si usano solo in sala operatoria. Sono stati prescritti illecitamente, a volte su ricette mediche intestate a pseudonimi come Omar Arnold o Jack London. Il procuratore generale della California ha aperto un’inchiesta e a esequie avvenute potrebbero esserci degli arresti (Giuseppe Videtti, la Repubblica 3/7, Matteo Persivale, Corriere.it 3/7).

Secondo Cherilyn Lee, l’infermiera che lo seguiva in vista del tour mondiale, soffriva di gravi forme di insonnia e aveva bisogno disperato di sostanze per dormire, come il Diprivan, nome commerciale del Propofol, che si inietta per endovena per fare le anestesie (Giuseppe Videtti, la Repubblica 3/7; Francesco Semprini, La Stampa 2/7).

Deepak Chopra, medico new age delle star: «A Hollywood ci sono dottori che per i loro facoltosi pazienti diventano veri e propri spacciatori» (Giuseppe Videtti, la Repubblica 2/7).

Il dottor Murray, che lo aveva in cura, era stato assunto con ricco contratto dagli organizzatori dei concerti, su richiesta di Jackson (Alberto Flores D’Arcais, la Repubblica 29/6).

Ian Halperin, autore di una biografia non autorizzata: «Non era neppure più in grado di cantare, fisicamente e psicologicamente al capolinea». Una settimana prima di morire si considerava «un uomo finito». (Alessandra Farkas, Corriere della Sera 29/6).

Si dice che i parenti, poche settimane fa, gli avessero chiesto di ricoverarsi in clinica per rimettersi in salute. Però sono uscite le foto e un video che lo ritraggono a 48 ore dalla morte, mentre allo Staples Center di Los Angeles prova le coreografie dello spettacolo: sembra in ottima forma, solo un po’ più magro del normale (Alberto Flores D’Arcais, la Repubblica 29/6).

Il fotografo Kevin Mazur, autore degli scatti durante le prove allo Staples Center: «Quando ha messo piede sul backstage mi sono emozionato, era il magico Michael di un tempo». Tre settimane prima aveva sopportato tranquillamente un lungo tour de force fotografico per un servizio (Francesco Semprini, La Stampa 1/7).

La prima autopsia diceva che, contrariamente alle aspettative, il fisico di Michael Jackson «era in buono stato». I parenti hanno fatto fare una seconda autopsia (non è stato possibile esaminare il cervello della popstar, rimasto nei laboratori del coroner per esami neuropatologici). Per il Sun Jackson è stato trovato «con lo stomaco imbottito di pillole», magrissimo: 50 chili per un metro e 78. Al posto dei capelli una peluria simile alla buccia di una pesca, il corpo pieno di punture, il naso accartocciato, cicatrici ovunque. Il coroner ha smentito (Alberto Flores D’Arcais, la Repubblica 28/6 e 30/6; Alessandra Farkas, Corriere della Sera 30/6).

«Jackson l’ho conosciuto a Roma, qualche anno fa, a casa dell’ambasciatore americano. Era secchissimo, gli occhialoni neri, la vocina flautata. Mi diede la mano col guanto. Subito dopo andò al bagno a lavarsi i guanti, anzi a cambiarseli (Carlo Verdone a Michele Anselmi, Il Riformista 2/7).

L’avvocato di famiglia vuole sapere perché il dottor Murray abbia praticato il massaggio cardiaco tenendolo sul letto, mentre andrebbe fatto su una superficie rigida (Alberto Flores D’Arcais, la Repubblica 29/6).

Una cerimonia commemorativa si terrà a Los Angeles, martedì 7 luglio, nello Staples Center alle 10 del mattino (le 19 in Italia). Lo Staples è lo stadio dei Los Angeles Lakers di proprietà Aeg. Lì dentro il giorno dopo sarà di scena uno spettacolo del circo Barnum (Matteo Persivale, Corriere della Sera 3/7; Giuseppe Videtti, la Repubblica 3/7).

L’evento, trasmesso in mondovisione, non è a pagamento: potranno entrare 11 mila ammiratori estratti a sorte dal computer tra tutti quelli che si sono registrati al sito staplescenter.com. Chi resterà fuori potrà guardare dei maxi schermi. Ci saranno tutti gli amici famosi di Jackson, tranne Quincy Jones, produttore dei maggiori successi. La Aeg, promoter del tour di Londra, ha 200 ore di registrazione delle prove e di documentario ”dietro le quinte”. Bastano per fare quattro o cinque dvd (divideranno gli utili con gli eredi di Jackson) (Matteo Persivale, Corriere della Sera 3/7; lastampa.it 3/7).

Problema sicurezza per il memorial: la città di Los Angeles ha un passivo di bilancio di oltre mezzo miliardo di dollari e il lavoro straordinario della polizia costerà alcuni milioni che la Aeg non vuole pagare. Il municipio dovrà usare un fondo di emergenza (Matteo Persivale, Corriere.it 3/7).

Idea della Aeg (deve risarcire 85 milioni di dollari per i 750 mila biglietti già venduti): chi vuole rinunciare al rimborso riceverà un biglietto laminato come prezioso souvenir (Matteo Persivale, Corriere della Sera 3/7).

Otto dischi sui dieci della top ten sono suoi (oltre mezzo milione di copie vendute negli ultimi giorni). Suoi anche sei titoli sui dieci della top ten dei download digitali (Matteo Persivale, Corriere della Sera 3/7).

Il fratello maggiore Jermaine, che è musulmano e si fa chiamare Muhammad Abdul-Aziz: «Avrei voluto morire io a posto di mio fratello, la sua arte era un dono di Allah» (Giuseppe Videtti, la Repubblica 3/7).

A metà degli anni Ottanta Michael Jackson progettò un disco insieme a Freddie Mercury. Il primo pezzo che registrarono era molto ritmico. Dice l’assistente di Mercury: «In studio non c’era un batterista, così Michael si volta verso di me e mi implora di tenere il tempo battendo il pugno sullo stipite della porta del bagno. Per cinque minuti sono andato avanti così. Una scena surreale: le due più grandi popstar del momento che stavano gorgeggiando felici sul ritmo della porta di una toilette» (Gianni Poglio, Panorama 9/7).

Il padre ha subito fondato un’etichetta discografica, probabilmente nella speranza di pubblicare tutti gli inediti del figlio. Sta già pensando a un cd e un dvd con l’ultima prova dello spettacolo londinese tenuta in uno studio di Burbank (Giuseppe Videtti, la Repubblica 1/7).

Un gruppo di giocatori d’azzardo aveva scommesso che non sarebbe riuscito a fare i concerti londinesi (Enrico Franceschini, la Repubblica 28/6).

La tomba dovrebbe essere nel cimitero di Hollywood ”Forest Lawn Memorial Park”. Per il momento è scartata l’idea di seppellirlo a Neverland, dato che una legge della California impedisce la sepoltura nelle residenze private (per chiedere un’eccezione s’era mobilitato, inutilmente, il governatore Schwarzenegger). Se non si darà il permesso di seppellirlo a Neverland all’ultimo minuto, il ranch diventerò un mausoleo. Stessa sorte per la villa di Beverly Hills che costava al cantante 100.000 dollari al mese di affitto: Christian Audigier, disegnatore e imprenditore, ha annunciato di volerla acquistare per «mantenere intatti i momenti del passato condivisi con Michael Jackson». Museo alla memoria anche nella città natale di Gary, Indiana (Giuseppe Videtti, la Repubblica 1/7 e 3/7; lastampa.it 3/7).

Alcuni fan temono che venga cremato: «Non vogliamo che faccia la fine di Kurt Cobain. Courtney Love l’ha fatto cremare, così non abbiamo un posto dove pregarlo» (Giuseppe Videtti, la Repubblica 30/6).

La ragazza tunisina che la settimana scorsa s’è tolta la vita dopo essere stata tutto il giorno chiusa in camera ad ascoltare i suoi successi (Carlo Faricciotti, Libero 1/7).

Il bus che accompagna i turisti tra le ville dei divi di Hollywood da qualche giorno si ferma anche al numero 100 di Carolwood Drive, dove Jackson è morto (Giuseppe Videtti, la Repubblica 30/6).

Nella Walk of Fame la stella a lui dedicata è accanto a quella di Lupe Velez, sputafuoco messicana che sposò Johnny Weissmuller. Nel 1944, a 35 anni, relegata a ruoli marginali, indebitata e incinta del suo ultimo amante, indossò l’abito più bello, accese candele, inghiottì 75 pasticche di Seconale e si lasciò morire (Giuseppe Videtti, la Repubblica 30/6).

Quelli della rivista People sono riusciti a ritrovare Bubbles, lo scimpanzè di Jackson. Vive insieme ai suoi simili nel Center For Great Apes di Wauchula, Florida. Il suo mantenimento è a carico di donazioni private. Dal Centro chiedono che qualcuno lo adotti a distanza (Matteo Persivale, Corriere della Sera 3/7).

Matt Fiddes, ex guardia del corpo inglese che per oltre un decennio lavorò con Jackson durante le sue trasferte in Gran Bretagna: «Ha avuto per anni una relazione con una misteriosa donna che teneva segreta. La famiglia di Michael era al corrente che c’era qualcuno di molto speciale nella sua vita che lui amava e adorava». Fiddes lavorò per lui gratuitamente, dopo che il cantante si era lamentato per il prezzo astronomico delle imprese di sicurezza anglosassoni (Alessandra Farkas, Corriere della Sera 2/7).

Ian Halperin, convinto che fosse gay: «Ho parlato con due dei suoi amanti: uno è un cameriere di Hollywood e l’altro un aspirante attore» (Alessandra Farkas, Corriere della Sera 2/7).

All’Apollo Theater di New York i fan hanno ricordato guardando video e ascoltando canzoni. Interventi di Spike Lee (ha ricordato «il bambino nero dell’Indiana che ha cambiato le nostre vite») e del reverendo battista Al Sharpton: «Senza di lui non avremmo avuto nemmeno Obama». Fuori dal teatro erano in vendita magliette, bottigliette d’acqua con la sua foto e gigantografie (la più gettonata, in bianco e nero, con Jackson bambino. Costo: 4 dollari) (Maurizio Molinari, La Stampa 2/7).

John Landis, che girò con lui i video di Thriller e Black or White: «Una volta, insieme alla mia famiglia, siamo andati con Michael a Disneyworld. Era come andare a spasso con Gesù» (Silvia Maria Perfetti, La Stampa 30/6).