Cristina Nadotti, la Repubblica 3/7/2009, 3 luglio 2009
IL CALDO RESTRINGE LE PECORE ORA NASCONO I MINI-AGNELLI
Su Science uno studio sulla razza scozzese di Soay
La corporatura si è ridotta del 5% in 24 anni. C´è più erba anche per gli esemplari gracili
L´inglese Tim Coulson, biologo delle popolazioni animali, con il suo ultimo studio sulle pecore di Soay, una razza di ovini rimasti molto vicini ai loro antenati selvatici perché vivono nell´arcipelago di St. Kilda al largo della Scozia, ha scoperto un altro effetto dei mutamenti climatici sugli animali. E non è un caso che, come già accaduto per esempio con gli orsi polari, siano specie che vivono in prossimità dei Poli a mostrare per primi i danni dell´aumento delle temperature. Questi animali, infatti, sono costretti dalle condizioni climatiche proibitive ad adattarsi ai mutamenti di temperatura e finora era provato che gli individui di taglia maggiore sopravvivono meglio.
Tim Coulson passa gran parte del suo tempo sull´isola di Hirta, la più grande dell´arcipelago scozzese, e già nel 2008 aveva cominciato a raccogliere dati sulle pecore più piccole, ipotizzando che fossero individui gracili sopravvissuti grazie agli inverni più miti e le estati più lunghe. Il biologo ha quindi cominciato a osservare i parti delle pecore più giovani e ha verificato il "young mum effect", l´effetto della giovane mamma. In pratica le pecore primipare si sono già adattate alle nuove condizioni climatiche e partoriscono agnelli più piccoli, perché non sono più necessari una buona dose di grasso alla nascita per sopravvivere, visto che l´erba è disponibile più a lungo e i nuovi nati, una volta svezzati, hanno buone chance di nutrirsi a sufficienza prima dell´inverno.
Che il "sensore biologico" delle pecore abbia percepito un minore pericolo per l´inverno imminente è dimostrato anche da un altro dato raccolto da Coulson. Contrariamente a quando accadeva fino a venti anni fa, gli agnelli aumentano di peso in modo molto meno rapido, perché non percepiscono l´esigenza di affrettarsi a fare scorta di grasso prima che il cibo cominci a scarseggiare. Grazie ad alcuni modelli matematici che ha elaborato nel 1984, Coulson ha potuto quantificare che la stazza delle pecore di Soay è diminuita del 5 per cento, in media, negli ultimi 24 anni. «In passato soltanto le pecore più grosse e gli agnelli che erano riusciti a mettere su un bel po´ di peso durante la loro prima estate erano in grado di superare l´inverno - spiega Coulson nel suo studio, pubblicato su Science - Ora, però, sull´isola l´erba cresce per un periodo più lungo e anche le pecore più gracili hanno buone possibilità di farcela. Ecco perché ce ne sono di più di peso inferiore». Secondo Coulson, malgrado le pecore di Soay vivano in relativo isolamento, possono essere un buon modello per ulteriori studi sugli ungulati: per il biologo basta osservare altre popolazioni in giro per il mondo e gli "animali ristretti" diventeranno un´argomentazione in più contro gli effetti sempre più rapidi dei mutamenti climatici.