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 2009  giugno 27 Sabato calendario

JACKO E MADONNA QUANDO IL SUCCESSO CAMBIA LA FACCIA


Jacko e Madonna. Re e Regina del pop. Celebrati, applauditi, divinizzati. Coetanim entrambi del ”58. Così uguali , così diversi. Soprattutto nel gestirsi.
Letteratura e passione tendono, pià o meno consapevolmente, a nutrirsi di sconfitte. Esigono inciampi e rovesci. Quelli che vincono entrani degli albi d’oro., quelli che cadono scaldano i cuori. Alimentando il rimpianto per la loro assenza. E’ così nello sport, nel cinema, nella musica.
Vladimir Demitrijevic, nel suo La vita è un pallone rotondo, parlava di «colletti bianchi». I Pelè, i Beckenbauer: quelli che non si sbagliano mai. Sempre intonati al contesto. Perfetti. Solo che, alla lunga, non scaldano. A furia di camminare a favore del vento, hanno dimenticato che il pubblico ha bisogno di campioni spettinati. Fallibili, dannati. Per questo umani. Il concetto di resurrezione, del resto, porta con sé quello della caduta. E pazienza se poi il rialzarsi sarà solo un’intenzione.
Pantani e Undurain. Gilles Villeneuve e Schumacher. Maradona e Pelè. Lennon e McCartney. Syd Barret e David Gilmour. I ragionieri di talento riscuotono alla cassa, i diamanti pazza da qualche parte risplendono ancora. Appartiene a questa dicotomia, quasi sempre spietata, la sfida Jackson-Madonna. Qualcosa che torna d’attualità con la scomparsa del primo: il Peter Pan caduto, il colletto nero mai diventato bianco (nonstante ambizioni e vitiligine).
«Non si esce vivi dagli anni 80», lo cantavano gli Afterhours. Decennio appiccicoso, vuotamente edonista. Si sono salvati in pochi. Chi è scomparso, chi ha mollato. Qualcuno – Simon Le Bon – è pure finito ad allietare feste a Villa Certosa di sultani occidentali. Madonna è sopravvissuta, Jacko no.
La chiave sta lì, tra i’82 e l’87: Thriller e Bad, Like a virgin e True Blue. Eccolo, il successo planetario. Con una differenza sostanziale: Madonna ci arriva riposata, la sfrontatezza delle dark lady calcolatrici.
Jackson no: lui ha già il fiato corto. Sui suoi 24 anni pesa una carriera cominciata quando era in fasce. E’ stanco, sfribrato, Cammina sulla luna, coi suoi mocassini improbabili, quasi per scappare da se stesso. Quando torna sulle scene, per Bad, è irriconoscibile. Sbiadito, il volto scavato e la camera iperbarica per fermare il tempo.
Per entrambi la fisicità è un concetto chiave. Jacko si nasconde, Madonna ostenta. Lui maschera, lei svela. Naturale, per una che da trent’anni vive della furba dicotomia tra santità all’anagrafe e peccato del quotidiano. Madonna disinnesca il gossip giocando d’anticipo. Colleziona amori, rovina matrimoni. Si autodefinisce «ragazza materiale», balla tra croci che bruciano, dedica a ogni perversione sessuale un disco o un libro (a volte purtroppo, pure un film). Gioca alla lesbica, poi alla mistress sadomaso, quindi – di colpo – si risciacqua nell’acqua Evian e recita la parte della folgorata sulla via della Rettitudine. Con tanto di stimmate, come Jacko. Solo che quelle di Madonna sono un trucco e quelle di Michael una malattia.
E il pubblico? Ci crede, perché Madonna non è più (solo) una cantante. Un camaleonte simbionte, mai fuori moda perché bravissima a farsi essa stessa Moda. Un disco ambient, poi uno new age, quindi uno dance. E’ facile: basta non andare controvento. Tanto ,in fondo, della sua musica mica frega niente a nessuno.
Madonna invecchia ma non si vede, Jacko cade a pezzi. Anche la Regina sbaglia dischi da decenni, ma per Jacko è diverso. A lui glielo rinfacciano. Lui non è mai stato solo una icona. La critica, e pure gli snob, lo guardano storto ma in fondo lo ammirano. Jackson lavora con John Landis, con Scorsese. Piace a Stevie Wonder, a Ray Charles. E’ cool, ma pure (quasi) colto. Non è solo forma. Ecco perché, quando la vena creativa si esaurisce, lui ne soffre di più. Perche non ha schermi protettivi e perché genera aspettative maggiori. Il Re non ha la scaltrezza della Regina. Madonna non è mai voluta andare oltre il commerciale. Ha cominciato a interessarsi della critica giusto adesso, per scherzo, facendo un film così sghembo da piacere a Nanni Moretti.
Madonna ha l’allenatore personale, è in forma, fa girare la testa ballando American pie. Jackson ha lo zoo per illudersi di essere ancora bambino, problemi con la giustizia e una cartella clinica da spavento. Madonna è brava a gestirsi, Jacko ha fatto bancarotta.
Madonna è sessualmente attiva, Jacko sessualmente malato. Madonna crea l’evento, soprattutto quando l’evento non c’è. Jacko fa dischi brutti e la critica lo scrive, malcelando un gusto sottile, tipico dell’amante tradito.
Il finale era inevitabile. La Regina avrebbe dato scacco matto al Re.
Senza accorgersi che il pubblico già rimpiangeva lo sconfitto.