Valfrido Paoli, ItaliaOggi 3/7/2009, 3 luglio 2009
MINACCIA D’ISPEZIONE
Di Valfrido Paoli consulente del lavoro
valfrido@asspaoli.com
Storie di Lavoro
Ha telefonato Mozzarella – fa la segretaria al capo – dice che se non gli mandiamo 12 mila euro di liquidazione lei si rivolge all’Ispettorato.
Ha detto che li vuole subito, al più tardi entro domani e in contanti. Che gli rispondo, capo?
Spiega a Mozzarella che senza una precisa prescrizione dell’ispettorato del lavoro lei non becca una lira, dai nostri conteggi rilevo che non siamo debitori neanche di una lira.
Ora è Mozzarella che telefona direttamente al cellulare del capo. Guardi che l’ispettore è incavolato nero, dice che se non mi paga subito, viene in ditta eppoi so’ dolori.
Entro domattina al più tardi gli devo dire se sono stata pagata, sennò ci pensa lui.
Il capo non è uno di quelli con grandi attributi, teme un’ispezione, anche perché non tutto funziona come vuole la legge.
Così sta per saldare Mozzarella, quando lo blocca il consulente. Non sarai mica matto a pagare! Specie dopo la sentenza Cassazione penale n. 24251/2009.
E che dice la sentenza? Dice che risponde del reato di concessione (all’incirca: estorsione) l’ispettore del lavoro che tenta di indurre un imprenditore a pagare il tfr a una dipendente, nonostante la contestazione del titolare, che addirittura ritiene la somma non dovuta.
E fa ancora peggio l’ispettore che minaccia un’ispezione qualora il pagamento non avvenga.
Però ho fatto i conti, 1.500 euro glieli devi dare, altrimenti il giudice te li farà pagare con aggiunti interessi e penali, conclude il luminare del lavoro.