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 2009  luglio 03 Venerdì calendario

L’ INGLESE IN 15 GIORNI (VOCE ARANCIO)


"C’è in giro una scommessa: se sarò prima io a imparare bene l’inglese o se sarà Drogba a imparare il dialetto emiliano. E penso vincerà lui... Tre dirigenti del Chelsea hanno già imparato l’italiano, forse per disperazione. Solo con Beckham ho detto qualche cosa in inglese. A Milanello un giorno era sul lettino, stava facendo un massaggio. Era appisolato, allora mi è venuta la frase in inglese, che poi ha fatto ridere tutti: ”who sleep don’t take the fish”, chi dorme non piglia pesci" (Carlo Ancelotti, ospite di Radio Deejay).

«Ancelotti da mesi studia, ma fa sempre gli stessi errori e spesso ci ridiamo su» (David Beckham).

Carlo Ancelotti, neo allenatore del Chelsea, però non demorde e conferma a Voce Arancio i suoi progressi con l’inglese. «Mi è servita molto la settimana di corso che ho fatto in Olanda. Va decisamente meglio. Ho ancora qualche difficoltà nel capire, soprattutto gli inglesi. Però mi faccio capire». Dicevano che a studiare fosse andato in un convento di suore vicino a Eindhoven. «No, non è vero. E’ una scuola normale, dove ho studiato otto ore al giorno con insegnanti diversi. Il mio inglese è nettamente migliorato. Mi piace parlarlo». Anche la famiglia ne ha notato i progressi. «Mia figlia mi ha detto che va meglio. Anche mia moglie ha detto che vado molto meglio». Dal punto di vista linguistico, quindi, «siamo pronti».

Anche Luigi De Canio, allenatore del Lecce e in passato sulla panchina dei Queens Park Rangers, racconta a Voce Arancio la sua esperienza con l’inglese. «Quando sono andato in Inghilterra studiavo tutti i giorni con un professore madrelingua per circa 4 ore al giorno. Capire la lingua è stato piuttosto semplice, per poterla parlare c’è voluto più tempo. Il modo migliore per imparare l’inglese, oltre all’attività di studio, è parlare e tuffarsi nella quotidianità della lingua».

L’ inglese è la seconda lingua più parlata al mondo, dopo il cinese mandarino.

Gli anglofoni madrelingua sono quasi 350 milioni, ma nei cinque continenti vi sono almeno altri 400 milioni di persone che parlano l’inglese come seconda lingua.

A secondo di dove si parla, esistono diversi tipi di inglese: British English, American English, Australian English, Canadian English, South African English, Caribbean English, Indian English, Jamaican English, Liberian English, New Zealand English, Pakistani English e Singapore English.

Lo slang è un modo di parlare informale, colloquiale, che corrisponde grosso modo al nostro ”gergo”.

Nel 2001, il Consiglio d’Europa ha stabilito 6 livelli di conoscenza per ogni lingua europea: A1, A2, B1, B2, C1, C2. A1 è il più elementare, C2 il più avanzato. A questi livelli corrispondono delle competenze. Ad esempio, al livello A1 la persona sa presentarsi, dire il proprio nome, dove abita o che lavoro fa. Al livello C2 la persona ha un livello pari a un madrelingua.

Il numero di ore di studio necessarie per passare da un livello ad un altro è variabile. «Acquisire una qualsiasi lingua in breve tempo è difficile, ma si può migliorare. I pacchetti offerte dalle scuole sono solitamente di 2 settimane, meno risulterebbe un percorso troppo breve» dice a Voce Arancio Emanuela Sias di British Council. «Il Consiglio d’Europa suggerisce un numero di ore di studio uguali a 120 per passare da un livello all’altro. E’ chiaro che se 120 ore si fanno in un anno questo ha un significato concreto, fatte in un breve periodo di tempo non danno lo stesso risultato. Con un corso annuale di inglese di 90 ore dedicato allo studio individuale la persona riesce in media a passare da un livello all’altro».

Il Consiglio d’Europa individua nella competenza B2 o C1 le competenze intermedie-avanzate che permettono di operare con facilità, la cosiddetta ”buona conoscenza dell’inglese”.

Nicolas Sarkozy non riuscì a ottenere il prestigioso diploma di Sciences-Po per i brutti voti in inglese.

In Italia, ogni anno circa 230 mila persone sostengono l’esame per una certificazione ESOL (English for Speakers of Other Languages).

Lo IELTS (International English Language Testing System) è l’esame di lingua inglese richiesto da tutte le università britanniche e australiane. Ogni anno circa 1,2 milioni di studenti sostiene questo tipo di esame.

Per accedere ai corsi universitari negli Stati Uniti gli studenti italiani devono aver superato l’esame TOEFL (Test of English as a Foreign Language).

Il vocabolario di un cittadino medio, in Inghilterra, si aggira intorno alle 14 mila parole. Solo i più istruiti arrivano a usarne 50-70 mila.

E’ possibile comunicare in inglese con 400 parole e 40 verbi.

Il miglior inglese scritto e parlato lo troviamo in India e Pakistan.

Ogni 98 minuti viene inventata una nuova parola inglese.

Alle 10.22 del 10 Giugno 2009 il Global Language Monitor ha registrato la milionesima parola inglese: web 2.0. Secondo i criteri richiesti, per entrare nella lingua inglese la parola deve essere compresa da almeno 100 milioni di persone e deve essere stata usata sui libri o su Internet almeno 25 mila volte.

Secondo l’Index Translationum, l’inglese è la lingua da cui si traduce di più, con 1.000.758 traduzioni. Seguito da francese (186.036) e tedesco (169.387).

Da quanto emerge da un sondaggio di Eurobarometro del 2006, dal 2001 al 2005 il numero di cittadini europei che conoscono almeno una lingua straniera è aumentata dal 47% al 56%. In Italia sono solo il 36%.

I fattori più frequenti che tendono a scoraggiare l’apprendimento delle lingue straniere sono: mancanza di tempo (34%), motivazione (30%) e costo delle lezioni (22%).

Il costo delle lezioni individuali di inglese varia dai 20 ai 40 euro l’ora.

I motivi per apprendere le lingue sono per lo più legati a vantaggi pratici come l’opportunità di usare le competenze sul luogo di lavoro (32%) o di lavorare all’estero (27%). Hanno rilievo anche l’uso delle lingue straniere in vacanza (35%) o la soddisfazione personale (27%).

«Da noi nessuno parla inglese. Io mi sono rimesso a studiarlo. Intanto perché voglio seguire un discorso di Obama, senza traduzione. […] E poi perché vorrei tornare ad allenare e farlo in Inghilterra, in qualche squadretta, tipo a Brighton. Ho seguito un corso a Empoli. Un giorno ho chiesto alla professoressa: come sono andato? Lei mi ha detto: sembri Alberto Sordi, l’americano de Roma. Non ci sono più andato. Ma ritento. Se sono passato da ottanta sigarette a zero, posso imparare l’inglese». (Renzo Ulivieri)

Secondo un’indagine del Censis condotta nel 2006 su più di 1.000 strutture, l’inglese è la lingua più insegnata (56,3%) a tutti i livelli (elementare, intermedio, avanzato), sia a scopo professionale che generico.

Le metodologie di insegnamento più usate sono la conversazione in lingua tra allievi e docenti (87,6%), le lezioni frontali (55%), le simulazioni di situazioni di vita reali (51,5%), le elaborazioni scritte in lingua (40,8%), le attività ludiche in lingua (32%), la formazione a distanza (18,9%) e le attività laboratoriali varie (5,9%).

Per l’insegnamento dell’inglese agli stranieri, gli insegnanti devono essere qualificati, ovvero essere in possesso di certificati come il CELTA (Certificate in English Language Teaching to Adults) o il DELTA (Diploma in English Language Teaching to Adults), rilasciati dall’Università di Cambridge, o il Trinity TESOL (Teaching English to Speakers of Other Languages), rilasciato dal Trinity College di Londra.

Nonostante il 68% degli intervistati dal Censis sia convinto dell’importanza delle lingue per migliorare il proprio successo lavorativo, oltre la metà (52,9%) della popolazione non ha nessuna intenzione di farlo, il 25,2% probabilmente non lo farà, mentre solo il 4% è spinto da una forte motivazione e il 17,9% forse lo farà.

Federica Pellegrini, in ritardo con lo studio dell’inglese, dice che manterrà la promessa di parlare in quella lingua alle conferenze stampa dei prossimi mondiali di Roma (inizio il 17 luglio).

Il British Council organizza corsi di inglese solo in Italia, mentre offre un programma di accreditamento per le scuole di lingua in Gran Bretagna. Un corso intensivo in Italia va dai 175 euro per una settimana con poche ore ai 650 euro per un corso di inglese generale 3 ore al giorno per due settimane.

Secondo il sondaggio di Eurobarometro del 2006, il 10% di cittadini UE afferma che guardare film in versione originale è stato un modo per apprendere le lingue.

Il modo più efficace per apprendere una lingua straniera è quello di recarsi nel paese dove questa lingua viene parlata. Ogni anno oltre 600.000 persone vanno nel Regno Unito per imparare l’inglese.

L’Ufficio Stampa di visitbritain.com conferma a Voce Arancio che, nel 2008, su 1.645.000 visitatori italiani nel Regno Unito, 79.000 hanno scelto una vacanza studio, contro i 63.000 del 2007.

Nel 2008 l’ex allenatore dell’Inter Roberto Mancini ha fatto il pendolare con Londra per frequentare un corso intensivo di inglese.

EF (Education First) è il primo operatore internazionale nella formazione linguistica all’estero e non tiene corsi in Italia. «Secondo noi la lingua va studiata all’estero. E’ il nostro principio base» dice a Voce Arancio Silvia Gerboni di EF. Tra le mete più richieste «l’Inghilterra fa sempre la parte da leone, Londra è la prima località che il cliente chiede. Per un’utenza dai 20 anni in su vanno molto anche gli Stati Uniti e le località balneari come Miami o San Diego. I professionisti normalmente vanno a Cambridge o, se scelgono gli Stati Uniti, vanno a Boston, la località più accademica degli Stati Uniti. L’utenza più vasta sono i ragazzi. Poi ci sono gli studenti universitari e gli adulti che fanno questo tipo di esperienza per una questione di perfezionamento della lingua a livello generale, infine i manager e i professionisti, che sono una nicchia di mercato».

I corsi full immersion prevedono 30/40/50 lezioni a settimana e possono essere tutte individuali, individuali e semi-individuali, oppure in piccoli gruppi di 4-8 studenti. Con un corso di due settimane un professionista può arrivare ad acquisire le espressioni principali e il linguaggio base del proprio settore di attività.

Il CLIL (Content Language Integrated Learning), dopo la full immersion, è una delle vie migliori per l’apprendimento di una lingua. Questo metodo prevede che in classe gli argomenti siano trattati esclusivamente in lingua straniera.

Un corso EF di una settimana con lezioni one to one ha un costo di circa 2.000 euro, in minigruppo (5-6 persone) 1.100 euro.

Embassy Ces propone un corso intensivo di due settimane a Oxford, con alloggio in famiglia e mezza pensione, ad un costo di £ 927 (circa ࿬ 1.087). Lo stesso corso a New York costa $ 1.675 (circa 1.192 euro).

Con LSI un corso Executive (individuale) a Londra, di 30 ore a settimana per due settimane, costa £ 2. 960 (circa 3.474 euro), con alloggio in famiglia e mezza pensione; con alloggio in residence £ 3.120 (circa 3.660 euro). Lo stesso corso, ma in gruppo costa £ 860 (1.010 euro) con alloggio in famiglia, £1.020 (1.196 euro) con alloggio in residence.