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 2009  luglio 02 Giovedì calendario

MICHELANGELO E L’AUTORITRATTO "E’ LUI". "NO, E’ TROPPO GIOVANE"


Polemiche in Vaticano. Paolucci: solo opinioni

Antonio Forcellino, biografo dell´artista: "Fa parte della tradizione michelangiolesca. Emerge il tormento che agitava l´animo del maestro"

Città del Vaticano - Fa discutere la scoperta di un nuovo autoritratto di Michelangelo nella Cappella Paolina appena restaurata, in Vaticano. Sono tante le voci di critici e studiosi che si sono unite a quella del maestro Maurizio De Luca, restauratore capo dei Musei Vaticani, il primo a sostenere che in uno dei due affreschi michelangioleschi della Paolina, la Crocifissione di San Pietro, ci sia un autoritratto del Buonarroti individuato in uno dei tre cavalieri col turbante azzurro in alto a sinistra della scena. Eventualità, che - a sorpresa - non trova, però, d´accordo il professor Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, pur precisando che «la cosa più importante è che il restauro sia stato fatto in maniera eccellente, il resto sono solo opinioni e, lo dico in tutta sincerità, quel cavaliere col turbante non mi sembra l´autoritratto di Michelangelo, anche perché troppo giovane. Il maestro quando affrescò la cappella aveva 70 anni».
Eppure, la tesi di De Luca è stata subito accolta da un nutrito gruppo di studiosi, docenti, esperti di studi michelangioleschi e sovrintendenti come Claudio Strinati, responsabile del Polo museale romano, la collega Cristina Acidini, sovrintendente del Polo museale fiorentino, tra le più autorevoli studiose di Michelangelo, ma anche Christoph Luitpold Frommel, Michael Hirst, Howard Burns, Kathleen Brandt, che hanno fatto parte della commissione internazionale di esperti che ha supervisionato i lavori della Cappella Paolina e sostenuto la scoperta di De Luca. «Non mi sorprende che quel cavaliere col turbante sia l´autoritratto di Michelangelo - spiega, ad esempio, Cristina Acidini - a parte la somiglianza con il famoso ritratto di Daniele Da Volterra del 1541, a supportare che quello sia il volto dell´artista c´è anche una ragione umana e teologica: Michelangelo si è voluto mettere nel gruppo di soldati romani che partecipano alla crocifissione di Pietro e la sua espressione è sofferente, triste, tesa, come se capisse l´ingiustizia che si stava compiendo». Per Paolucci, invece, «l´unico autoritratto di Michelangelo è il volto del Pietro D´Arimatea della Pietà di Firenze. Forse è un autoritratto anche il volto nella pelle tenuta in mano da San Bartolomeo nel Giudizio Universale della Cappella Sistina. Altri non ne vedo».
Possibilista si dice, da parte sua, Antonio Forcellino, biografo di Michelangelo e restauratore, che parla di «restauro meraviglioso che ha restituito splendore originale alla cappella Paolina». Sull´autoritratto ricorda che fa parte della «tradizione michelangiolesca» e che «in questo caso emerge in modo evidente il tormento che caratterizzava l´animo dell´artista, come in ogni personaggio e nell´opera nel suo insieme». Ma avanza qualche riserva sul colore azzurro del turbante, perché «gli artisti - dice - di solito avevano un turbante bianco, bende che indossavano durante il lavoro per proteggersi dalla polvere. Al limite è più la raffigurazione sul cavallo che può testimoniare un autoritratto perché Michelangelo amava molto cavalcare».