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 2009  luglio 02 Giovedì calendario

«PAZIENTI IN FUGA DA FAGIOLI». LO PSICANALISTA: A LIBERAZIONE PALEO-COMUNISTI


ROMA – Sospira. Ingoia. Cerca le parole, quelle che di solito gli vengono giù come carezze. Questa volta sono cazzotti. «Una brutta storia. Una vigliaccata». Massimo Fagioli sembra faticare a credere ai suoi occhi. E non sa da che parte girarsi. Perché la brutta storia sono in realtà due. Quel libro, prima: «Il paese degli smeraldi », edizioni Mimesis, raccolta di blog che criticano tutto il suo operato. Ma anche (o soprattutto?) la paginata che di questo libro ne ha fatto ieri il quotidiano di Rifondazione comunista, Liberazione. Due raffiche da un fuoco amico. O quello che perlomeno Fagioli credeva tale.

Adesso lui, lo psicanalista che vorrebbe cancellare Freud dai testi sacri, cerca di trovare un perché. «Non capisco: pro­prio Antonello Armando e Al­bertina Seta hanno voluto scri­vere quel libro contro di me? Io che li ho avuti in cura per trent’anni. Io che li ho formati come psicoterapeuti. Io che...». Lui che adesso è un fiu­me in piena a cercare di illu­strare le meraviglie della sua analisi collettiva sente la rab­bia salire su dalle viscere.

Dice Fagioli: «Antonello lo conosco da 40 anni. E Alberti­na? E’ venuta da me dopo esse­re uscita dal carcere come bri­gatista rossa. Ma cosa gli dice la testa?». Cosa dottor Fagioli? «Credo che tutto sia comincia­to quando mi hanno dato una rubrica su Left. Ah, sì. Lì mi so­no dovuto scontrare con i pa­leo- comunisti. Giulietto Chie­sa, per primo. Ora che ci pen­so anche i blog sono comincia­ti in quel periodo».

I blog, ovvero, come spiega il libro di Armando e Seta: 3 mila testimonianze di pazienti in fuga dallo studio di Massi­mo Fagioli, terapie a colpi di duecento persone a volta, quattro giorni a settimana, cin­que ore ogni seduta. «Balle!». Quali balle? «Che le testimo­nianze siano tremila». In real­tà quello è il numero docu­mentato su internet. «Ma a scrivere quei blog non sono più di 7-8 persone. Dodici al massimo».

Alla presentazione del libro ieri pomeriggio a Roma sem­bravano ben di più i «fagioli­ni » in fuga e scontenti. C’era­no Goffredo Bartocci e Piero Sansonetti a far da relatori. Sbotta, Fagioli: «Cosa c’entra­no quei due con l’analisi collet­tiva? ». C’entrano con molte al­tre storie, psichiatra transcul­turale Bartocci, ed ex-diretto­re di Liberazione Piero Sanso­netti che fu sacrificato proprio per pressioni di un ipotetico compratore del quotidiano, vi­cino, molto vicino a Massimo Fagioli.

Erano lì ieri pomeriggio, i due, a dar voce ai lamenti di pazienti transfughi e più di uno si lamentava di come quel­lo studio di Trastevere si fosse trasformato in una setta. «An­cora con questa storia? Ma qua­le setta. Da me è tutto libero. E gratuito. Viene chi vuole. Quando vuole. Senza darmi spiegazioni. E senza pagare. Io vivo di elemosina. E questa sa­rebbe una setta?».

Mastica amaro il nemico di Freud e di Foucault: quella pagi­nata di Liberazione mica se l’aspettava. «Ma non mi impor­ta. Loro fanno le liti politiche e tirano in mezzo me. Ma io vo­glio stare fuori. Io faccio lo psi­canalista 20 ore a settimana e nel tempo libero vado a Chian­ciano con Ferrero e Bertinotti ».