Varie, 2 luglio 2009
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Jackson Joe
• (David Ian Jackson) Burton upon Trent (Gran Bretagna) 11 agosto 1954. Cantautore. Musicista • «[...] nella sua carriera ha toccato mille luoghi musicali: pioniere della new wave con Elvis Costello a fine anni 70, ha scalato le classifiche con Night and Day (1982), omaggio a New York fra jazz, Gershwin e ritmi latini, ha toccato lo ska, il pop, lo swing, le colonne sonore. [...] Personaggio curioso. Del resto se ne è andato da New York dopo il divieto di fumo nei locali pubblici... Adesso vive a Berlino dove ”nei ristoranti non si fuma, ma nei bar si può ancora: che la Germania sia un Paese rigido è un cliché, i tedeschi sono molto organizzati per poter essere liberi e rilassati”. Ha anche scritto un editoriale per il New York Times in cui si lamentava, proprio per lo stop alle sigarette, dello Stato-tata. ”Ci tratta come bimbi e ci mette paura per spingerci ad accettare le leggi che entrano in ogni risvolto della nostra vita”. Da anni Jackson lavora a un musical sulla vita di Bram Stoker, lo scrittore di Dracula, ma fra rinvii e aggiornamenti sembra che non debba mai vedere la luce. ” un progetto che coinvolge molte persone e ciascuno di noi ha i propri impegni. Quando sono in tour io è libero il regista e viceversa. Comunque è quasi finito, bisogna cercare soldi e produttori. L’impostazione è gotica, c’è del melodramma, ma anche molto humour”» (Andrea Laffranchi, ”Corriere della Sera” 27/6/2009) • « trano corto circuito quello che ha partorito il genio musicale di Joe Jackson: cresciuto artisticamente mentre il punk incendiava l’Inghilterra a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, lui decideva di prendere una strada erudita, mescolando la ribellione dei venti anni alle sue ambizioni intellettuali. Così il buon Joe, un po’ come fece il conterraneo Elvis Costello, negli anni è diventato autore sopraffino di pop songs dal respiro adulto le classifiche facendogli guadagnare ottimi posti in classifica (tutt’ora rimangono hit sempreverdi le sue Is she really going out with him? e Steppin’ out). Poi, di nuovo, l’ex giovane pianista di cabaret con l’atteggiamento da gangster ha avuto una sbornia per la cultura ”alta”, tentando la strada della musica classica. E così dalle sue raffinate misture di jazz, pop, rock, reggae e quant’altro, ha tentato addirittura la strada della sinfonia. [...] ”[...] ero decisamente più sofisticato della maggior parte dei miei colleghi nel 1979. Avevo già studiato molto, fatto pratica e imparato prima ancora che tutto questo diventasse di moda. Ho imparato a leggere la musica a undici anni! Quindi, scusatemi! Ma amavo il punk. La buona musica può essere semplice o complessa. Lo stesso vale per la cattiva musica [...]”» (Silvia Boschero, ”l’Unità” 2/7/2009).