Marco Valsania, ཿIl Sole-24 Ore 2/7/2009;, 2 luglio 2009
GM AL COLLASSO: VENDITE ANCORA IN CALO DEL 33%
La crisi dell’auto americana non accenna ancora a rientrare, soprattutto per General Motors e Chrysler . La Gm, che ieri ha chiesto al tribunale fallimentare di accelerare il varo dei suoi piani di ristrutturazione, ha visto le vendite cadere del 33% in giugno. Chrysler, uscita dall’amministrazione controllata a inizio giugno grazie all’accordo con Fiat , ha sofferto una nuova flessione del 42%. Soltanto
Ford , l’unica delle tre grandi case di Detroit a aver avuto bisogno di soccorsi pubblici, ha limitato la caduta all’11%, la performance migliore da inizio anno e il segnale più incoraggiante arrivato dal mercato il mese scorso. Le vendite annuali del settore, per ora, minacciano di rimanere sotto il livello dei dieci milioni di veicoli rispetto agli oltre 16 milioni del passato.
Gm, nel corso di udienze davanti al magistrato Robert Gerber, ha sostenuto ieri che per salvarsi non ha tempo da perdere. Una tesi incoraggiata dai rappresentati della task force dell’auto dell’amministrazione di Barack Obama, che hanno testimoniato in aula. Sia Bill Repko che Harry Wilson hanno indicato che l’unica scelta è quella di far nascere una "Nuova Gm" dalle ceneri della vecchia, con solo gli asset sani mentre debiti e oneri vengono in gran parte cancellati. La Casa Bianca vorrebbe che il passaggio degli asset scattasse già entro il 10 luglio, a soli 40 giorni dall’ingresso in amministrazione controllata.
L’operazione, se approvata dal giudice sulla base della Sezione 363 della legge fallimentare, prescrive la rapida cessione soprattutto dei marchi Chervolet e Cadillac ad un nuovo gruppo che riceverebbe aiuti per 60 miliardi dal governo. Il Tesoro avrebbe una quota di controllo iniziale in questa "New Gm" pari al 60 per cento. Il sindacato United Auto Workers, in cambio di concessioni già fatte sui costi dell’assistenza sanitaria e del lavoro, riceverebbe il 17,5 per cento. Il governo canadese, che offrirà a sua volta aiuti, avrà il 12% mentre i creditori, per rinunciare a obbligazioni per 27 miliardi di dollari, dovrebbero accontentarsi del 10%. Le maggiori resistenze all’operazione arrivano proprio da creditori dissidenti. In amministrazione controllata rimarrebbero gli asset considerati non strategici, che verrebbero liquidati. Grazie alla ristrutturazione Gm intende liberarsi, tra l’altro, di una dozzina di stabilimenti e del 40% dei suoi 6mila concessionari.
La necessità di emergere più agile e competiviva, per Gm, è stata confermata dai dati sulle vendite. In giugno ha venduto solo 176.571 veicoli, con i furgoni in calo del 40% e le auto del 24%. Anche se ha potuto trarre conforto dal fatto che l’ingresso in amministrazione controllata, a inizio mese, non ha causato danni ancora più gravi: già in maggio aveva sofferto un declino vicino al 30%. Ford, da parte sua, ha registrato una flessione nelle auto pari all’11% e nei furgoni del 20%, a un totale di 154.873 veicoli. Chrysler ha venduto 68.297 veicoli, con un calo nelle auto del 48%. Anche grandi marchi internazionali hanno sofferto: Toyota si è dovuta accontentare di 131.654 veicoli venduti, in calo del 32% e con un calo nelle auto del 36%. Honda ha perso il 30% a 100.420 vetture, con le auto in calo del 40%.