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 2009  luglio 02 Giovedì calendario

ROBIN TAX INNALZATA AL 6,5% E CLASS ACTION NON RETROATTIVA

La Camera ha approvato il disegno di legge su sviluppo, internazionalizzazione delle imprese ed energia. Il provvedimento, già approvato in prima lettura a Montecitorio e successivamente modificato dal Senato, torna nuovamente a Palazzo Madama per un esame che si annuncia blindato in vista del via libera definitivo.
Il Ddl definisce innanzitutto il ritorno dell’Italia all’energia nucleare, ma anche l’introduzione della class action, oggetto di accese polemiche per la mancata previsione della retroattività. La Camera ieri ha approvato il testo del Ddl sviluppo con 254 sì, 205 no e l’astensione dei 25 deputati dell’Udc.
Poche le modifiche introdotte in terza lettura. Sono stati accolti due emendamenti del Pd che puntano al risparmio energetico: gradualmente saranno esclusi dal mercato sia gli elettrodomestici inferiori alla classe A sia le lampadine a incandescenza. Via libera a un emendamento della commissione Attività produttive che introduce nuove informazioni minime obbligatorie per garantire la qualità dei prodotti della pesca. Per il resto,l’impianto del testo resta sostanzialmente quello uscito dal Senato. In materia energetica, c’è l’ampia delega al governo per stabilire tipologia e criteri di allocazione delle nuove centrali nucleari con la possibilità di dichiarare i siti zone da proteggere anche con l’impiego dei militari;l’istituzione di un’agenzia per la sicurezza nucleare (e non un’Authority) controllata dal governo; il commissariamento dell’Enea con una nuova missione. Salta la proroga al 2015 del tetto antitrust per la distribuzione del gas, con un impatto soprattutto per l’Eni, che è il maggiore distributore in Italia. Resta l’attuale tetto del 61% fino a tutto il 2010.
Via libera alla class action in forma più leggera: esclusa la possibilità di avviare cause collettive da parte dei cittadini coinvolti nei crac finanziari del passato. L’entrata in vigore delle azioni collettive di risarcimento è stata posticipata, con la manovra d’estate (Dl 78/09,annunciato ieri in Gazzetta Ufficiale ma non ancora materialmente visibile fino alla tarda serata di ieri), al primo gennaio 2010.
Ripristinati i fondi per l’editoria per il periodo 2009-2010: 140 milioni. Misura coperta con un aumento della Robin tax: sale dal 5,5% al 6,5% l’Ires sulle grandi aziende petrolifere. Proprio questo era stato il principale motivo di attrito tra il ministro dell’Economia Giulio Tremonti e il ministro dello Sviluppo economico Claudio Scajola. Ma alla fine la norma invisa al Tesoro è rimasta invariata. Novità, non senza polemiche, anche sulle assicurazioni. Arrivano le polizze poliennali: garantiranno risparmi agli automobilisti ma vincolandoli per cinque anni con la stessa compagnia. Inasprite multe e pene per la contraffazione. Le reti di impresa sono equiparate ai distretti. «Con la disciplina sulle reti di impresa – dice Scajola – si punta a contrastare l’eccessiva frammentazione del tessuto imprenditoriale: dopo dieci anni di discussione, finalmente il contratto di rete diventa legge». Nel Ddl spazio anche alla riforma degli organismi che si occupano di internazionalizzazione. Per l’opposizione, il depotenziamento della class action è un tradimento delle liberalizzazioni. Scajola parla invece di «riforme fondamentali per la modernizzazione del paese. Un contributo importante al superamento della crisi».