M. Piv., ཿIl Sole-24 Ore 1/7/2009;, 1 luglio 2009
QUATTRO DERAGLIAMENTI IN 40 GIORNI
Quattro deragliamenti riportati dalle cronache tra il 19 maggio e il 29 giugno. Più un paio, minori, nei mesi precedenti. Troppi, rispetto agli otto registrati nel 2008 e ai nove del 2007 mentre nel 2005 furono appena sei. Se il trend dei primi mesi del 2009 si confermasse alla fine dell’anno i conti della sicurezza potrebbero non tornare. Si saprà a settembre quando l’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria stilerà il rapporto annuale.
Tre dei quattro «svii», come si chiamano nel gergo ferroviario, hanno avuto come protagonisti convogli merci. Il primo il 19 maggio a Sesto Calende (Varese): tre feriti tra i viaggiatori in attesa in stazione per il pietrisco sollevato dai carri usciti dai binari. Il secondo il 22 giugno a Vaiano (Prato), quando è deragliata una cisterna che trasportava acido floridrico: in quel caso fortunatamente il recipiente ha tenuto ma l’Italia è rimasta divisa in due per diverse ore e la circolazione sulla MilanoRoma è tornata normale dopo un paio di giorni. E infine la tragedia dell’altra notte a Viareggio. Mentre il 21 giugno a Pisa a uscire dalle rotaie è stato un treno passeggeri. Per leFs, però,quest’ultimo incidente e quello di Vaiano non rientrano nella classificazione degli «incidenti tipici Uic» (l’Unione delle ferrovie) e quindi non vengono conteggiati. Secono i dati del Gruppo gli incidenti, di tutte le tipologie, sulla rete sono scesi dai 96 del 2000 ai 62 del 2003, ai 40 del 2005 fino ai 23 del 2007 e ai 19 del 2008.
«Dovete verificare attentamente la corretta applicazione delle norme comunitarie sulla sicurezza ferroviaria e sulle merci pericolose»: questo l’input che il vice-presidente della Commissione europea e commissario ai Trasporti, Antonio Tajani, ha dato personalmente a Bruxelles, al direttore dell’Agenzia europea per la sicurezza ferroviaria, Marcel Verslype. Scopo dell’incontro – informa una nota ”valutarele misure da assumere in ambito europeo, anche per varare «nuove norme che accrescano gli standard di sicurezza del materiale rotabile». Tra queste c’è anche una direttiva approvata a dicembre dello scorso anno, ma non entrata ancora in vigore, che prevede che ogni singolo vagone ferroviario abbia un suo responsabile della manutenzione, con una certificazione fatta un organismo apposito. «Il problema – spiegava ieri Tajani – è che con la liberalizzazione ferroviaria i controlli non sono più centralizzati, gli operatori sono tanti ed è necessario un maggiore coordinamento».
Proprio per garantire una maggiore sicurezza e una struttura dei controlli analoga a quella del trasporto aereo, la Ue nel 2004 la emanato la direttiva 49, imponendo agli Stati membri la creazione dell’Agenzia nazionale per la sicurezza (costituita in Italia nel marzo del 2008) e della Direzione generale per le investigazioni ferroviarie, autonoma e terza rispetto al Minitero dei Trasporti, nata due mesi fa. Prima la responsabilità della sicurezza era affidata a Rete Ferroviaria Italiana, sempre Gruppo Fs, che la esercitava attraverso il Cesifer. L’Agenzia svolge già tutti i compiti di sicurezza sulle imprese ferroviarie mentre per la rete il passaggio è ancora in corso.
Quanto ai numeri dei carri in circolazione la Divisione Cargo di Trenitalia ne gestisce circa 30mila, con i quali nel 2008 ha trasportato 73 milioni di tonnellate di merci, di cui circa 3 milioni, appena il 4%, di merci pericolose. L’età media del parco in esercizio è di 24 anni: nel 2008 e 2009 sono stati demoliti più di 5mila carri non idonei.
Sul fronte politico il Presidente del Senato, Renato Schifani, e quello della Camera, Gianfranco Fini, hanno chiesto che vengano rapidamente accertate le responsabilità del disastro. Il capogruppo del Pdl al Senato, Gasparri, parla di «verifiche necessarie» sulla sicurezza, senza mettere nessuno impropriamente sotto accusa. I Verdi, per bocca di Grazia Francescato, parlano di «tragedia ampiamente annunciata», mentre Michele Meta (Pd) chiede più risorse e l’Autorità per i trasporti.