Gabriella Gallozzi, lཿUnità 1/7/2009, 1 luglio 2009
CENSURATI D’ITALIA: IL CINEMA E I TAGLI
C’erano anni - quelli dell’Italia di Scelba - in cui far apparire l’Unità in un film costava un taglio di censura. successo per La spiaggia di Alberto Lattuada (1954) dove c’è il passaggio del nostro giornale tra le mani di un sindaco comunista e quelle di un prete. La questione è pure finita in parlamento. Ma poteva succedere pure che un saluto a pugno chiuso venisse tagliato o che una frase tipo «Abbasso i padroni» diventasse «Viva l’amore» come è accaduto per Totò e Carolina, il film di Mario Monicelli più censurato della storia: 31 scene tagliate per un totale di oltre 200 metri di pellicola. E non stiamo parlando di Ultimo tango a Parigi ma di una commedia. Comunque giudicata «inammissibile» per i tempi, come la bollò il ministro Mario Scelba. Risultato: la commissione di Revisione cinematografica accusò il film di oltraggio al pudore, alla morale, alla religione e alle forze armate. Reintegrata nelle parti mancanti, la pellicola sarà proiettata integrale solo nel 1999. I tagli della censura al cinema sono uno specchio straordinario degli umori e della cultura di un paese. Un patrimonio enorme di conoscenza che sarà fruibile a tutti, sul web. Stiamo parlando, infatti, di «Italia taglia» (www.italiataglia.it) il nuovissimo sito creato dalla Cineteca di Bologna col sostegno della Direzione cinema del Ministero per i beni e le attività culturali che dal prossimo 16 luglio aprirà la sua home-page al pubblico. Sarà così possibile consultare tutti i «segreti» conservati nei celebri faldoni degli archivi della Revisione cinematografica, la commissione censura del ministero, a partire dal 1913 fino 2000: domanda di revisione, nulla osta alla proiezione pubblica, visto di censura e dunque leggere personalmente le motivazioni dei censori. E soprattutto, quando il sito sarà ultimato nel 2010, si potranno vedere i tagli veri e propri fatti sulla pellicola. Previa, però, registrazione sul sito e autorizzazione della Cineteca che dovrà valutare il motivo della consultazione e l’età dell’utente. A tutela dei minori, sembrerebbe, poiché si tratta di materiali censurati. Una banca dati ciclopica, dunque. Al momento sono a disposizione del pubblico 30mila titoli con relativo nulla osta di proiezione originale. Metti nel motore di ricerca Ossessione di Visconti e trovi il visto rilasciato nel ”43 dalla Repubblica di Salò, in cui si fa richiesta di un taglio «di bandierine con lo stemma Sabaudo». Firma l’ideazione dell’archivio Pierluigi Raffaelli ricercatore e complice da sempre di Tatti Sanguineti qui in veste di coordinatore scientifico, ma in realtà padre naturale di «Italia taglia». Il progetto,dice lui, «affonda nella notte dei tempi della censura». dalla fine degli anni Ottanta, infatti, che Tatti va a caccia degli storici tagli. E negli anni, insieme ai suoi stretti collaboratori («uomini che non sono più della terra, come Piero Tortolina», commenta con ironia) ne ha fatto un festival ospitato sempre dalla Cineteca di Bologna, poi una serie tv per Tele+ (anche questo materiale è ospite del sito) e pure un programma per Italia 1 ma, racconta, «l’allora direttore di rete Giorgio Gori non ha avuto il coraggio di trasmettere». A riprova di come la censura sia sempre un tema «pericoloso»: «E che sempre ritorna - conclude -, che è sempre attuale nella sua eternità». Basta consultare le date dei «casi celebri» riportati nel sito: l’ultimo è Totò che visse due volte di Ciprì e Maresco, del ”98: accusato di «vilipendio alla religione» rischiò persino di non uscire in sala, per poi beccarsi il divieto ai 18. Tra gli artefici della banca dati ci sono uno stuolo di collaboratori e studiosi: tra loro Anna Fiaccarini, responsabile della biblioteca della Cineteca di Bologna. lei che spiega nella sua complessità l’articolazione del sito. «La catalogazione è divisa in due parti - dice - una che va dal 1913 al 1943 e la seconda dal 1944 al 2000». A fine anno saranno disponibili i titoli fino al 1965 e a fine 2010 quelli fino al 1990. Il momento clou arriverà poi, spiega ancora Anna Fiaccarini, con la «messa in rete del catalogo dei tagli», cioè la descrizione dei fotogrammi eliminati o delle modifiche fatte nel sonoro. Come è visibile nei tagli di Totò e Carolina, infatti, la censura interviene anche sulla colonna sonora del film. Irresistibile, per esempio, è la scena in cui un gruppo di lavoratori cantano Bandiera rossa, mentre nella versione censurata si ascoltano le note de Il Piave. Ma le «chicce» diciamo così sono inesauribili. Il caso di Full Metal Jacket di Stanely Kubrick, per esempio. Chiesto il nulla osta per l’uscita in sala nell’87, il film si becca il divieto ai 18 anni «per la molteplicità delle battute e dei gesti volgari che possono turbare la sensibilità dei minori». La Warner che lo distribuisce fa ricorso al Tar, ma senza risultato. Dovrà intervenire Kubrick in persona, con una lettera, al ministero per ottenere la «concessione» del divieto ai 14. Questa è l’Italia della censura.