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 2009  luglio 01 Mercoledì calendario

MICHAEL JACKSON PER VOCE ARANCIO

 impossibile dire quanti soldi siano passati per le mani di Michael Jackson e come siano stati gestiti. Dai diritti suoi suoi dischi pubblicati con la Sony a partire dai primi anni Ottanta ha ricavato più di 300 milioni di dollari. Si calcola inoltre che i concerti, il merchandising, i video e le royalty su canzoni scritte da altri di cui aveva comprato i diritti abbiano generato un volume d’affari superiore ai 400 milioni di dollari. Stime degli ultimi giorni rivelano che di tutti questi soldi non sia rimasto nulla e che anzi Jackson abbia lasciato debiti per almeno 400 milioni di dollari. Il maggior creditore è Barclays, con più di 300 milioni di dollari.

Non è chiaro come tanta ricchezza sia stata dissipata in un tempo piuttosto breve. Le spese di Jackson sono state folli ed esagerate, ma si può a ragione pensare che intorno a lui ci siano stati consiglieri furbi o poco attenti. All’inizio infatti il cantante era attento all’andamento dei suoi affari. Frank Dileo, che è stato il suo manager tra il 1984 e il 1989, dice che a un certo punto il cantante si trovò circondato da persone che non lo informavano adeguatamente sulle sue spese: «Hanno preferito assecondarlo sempre e non preoccuparsi del futuro. Hanno cercato di ottenere quanto più potevano per se stessi. E così facendo hanno ucciso la gallina dalle uova d’oro».

La fortuna di Michael Jackson cominciò ad accumularsi negli anni Sessanta, quando si esibiva con i fratelli nel gruppo Jackson 5. Gli esperti dicono che la Motown, la casa discografica con cui avevano il contratto, non fu molto generosa. La Motown infatti li pagava meno di quanto avrebbe dovuto, visti i guadagni che il gruppo procurava. Quando nel 1976 passarono alla Epic-Cbs ottennero condizioni più favorevoli: ebbero quote di interessi più alte sui diritti delle loro canzoni e per ogni album che pubblicarono (in tutto sei) ebbero 350 mila euro. A ciò si devono aggiungere naturalmente i ricavi dei concerti.

Da Thriller (1982), tra album, singoli e video vari, Jackson ha guadagnato circa 125 milioni di dollari.

Thriller secondo il Guinness dei Primati è l’album più venduto al mondo nella storia della musica (104 milioni di copie, tra album e singoli, fino al 2006).

Durante gli anni Ottanta la sua ricchezza si consolidò, grazie a ottimi investimenti. Il migliore dei quali fu l’acquisto, per 47,5 milioni di dollari, del catalogo Atv Music: una lista di 4.000 canzoni (compresi 251 brani dei Beatles) di cui Jackson comprò i diritti. Per firmare l’accordo con l’allora proprietario della Atv Music, l’australiano Robert Holmes, furono necessari dieci mesi di negoziati. Da quel giorno Paul McCartney non gli parlò più, anche se prima avevano erano stati amici e collaboratori. Il valore attuale del catalogo supera il miliardo di dollari.

Secondo dati Nielsen del 2006, in un solo anno negli Stati Uniti sono stati venduti un milione e 600 mila dischi dei Beatles.

La vendita della canzone We are the world (1985), scritta insieme a Lionel Richie, ha raccolto circa 50 milioni di dollari, devoluti alla popolazione dell’Etiopia, colpita da carestia.

Ai tempi di Thriller le spese di Jackson erano modeste. Viveva ancora con tutta la famiglia a Encino, vicino Los Angeles. Sul finire degli anni Ottanta, invece, cominciarono a manifestarsi i suoi comportamenti bizzarri. Nel 1988 comprò in California, vicino Santa Ynez, un terreno di 11 chilometri quadrati su cui fece costruire il ranch Neverland, spendendo 17 milioni di dollari. C’era uno zoo, una ruota panoramica, un parco giochi, un cinema. Nel 2003 la proprietà fu valutata 100 milioni di dollari.

Il video della canzone Bad (1987), diretto da Martin Scorsese, costò più di un milione di dollari. Per il Bad Tour del 2007 Jackson spese 35 milioni di dollari. Però le entrate erano ancora molto alte: 123 concerti in quattro continenti, toccando quindici nazioni. Numero di spettatori paganti: 4 milioni e 400 mila. Incassi: 124 milioni di dollari.

Con gli anni Novanta arrivarono i grandi problemi economici. Dopo la pubblicazione del disco Dangerous (1991) Jackson cominciò a lavorare sempre meno alla realizzazione di dischi, colpito anche dalle prime accuse di molestie su minori. Anche il processo pesò sulle sue finanze: oltre alle parcelle degli avvocati, versò 20 milioni di dollari al tredicenne Jordan Chandler perché ritirasse le accuse. Subito dopo vendette alla Sony per 100 milioni di dollari la metà del catalogo Atv Music.

Che in quegli anni Jackson pensasse poco alla musica lo dimostra il disco successivo (HIStory, 1995): un doppio album con vecchie canzoni e brani scritti in precedenza ma mai pubblicati. Il disco serviva per rimettere un po’ in sesto le finanze.

HIStory World Tour del 1996-1997: 4 milioni e mezzo di spettatori.

Nel 1997 per realizzare un film da 35 minuti, pieno di effetti speciali, intitolato Ghost e scritto insieme a Stephen King, spese 15 milioni di euro.

Tra i tanti consiglieri che si alternarono al fianco di Jackson e gli suggerirono investimenti e condotte finanziarie rischiose, il coreano Myung Ho Lee. Nel 1998 Jackson aveva già chiesto 90 milioni di prestito alle banche, su consiglio di Lee ne chiese un altro da 140 alla Bank of America, ipotecando il catalogo delle canzoni dei Beatles. I soldi finirono quasi subito, tanto da costringerlo a chiedere altri 30 milioni di dollari, ancora alla Bank of America.

Tra le spese folli: 46 mila dollari nel 2001 per interventi di ristrutturazione alla casa; un milione di dollari versato a Marlon Brando pur di averlo in un suo show al Madison Square Garden e nel video di una canzone; più di 380 mila dollari per comprare una Bentley Arnage Sport e un suv Lincoln Navigator. Nel giugno 2003 spese 250 mila dollari in un giro di shopping presso un negozio d’antiquariato a Beverly Hills.

In quel periodo spendeva circa 8 milioni di dollari l’anno per spostamenti in aereo privati, oggetti di lusso, camere d’hotel.

Alcuni consiglieri gli fecero sperperare circa 50 milioni di dollari in progetti che non videro mai la luce: per esempio un parco giochi descritto da Jackson come «bizzarro, meccanizzato, ispirato ai personaggi della Marvel».

Su 270 milioni di dollari di debiti nel 2005 pagava interessi mensili da 4,5 milioni. Il che significa circa il 20% annuo.

Per mantenere Neverland, dove teneva circa 150 dipendenti, spendeva 5 milioni di dollari l’anno. Nel 2008 il ranch stava per essere pignorato perché Jackson non era riuscito a pagare i 24,5 milioni di dollari di debiti. Intervenne la società immobiliare Colony Capital. Jackson aveva promesso che mettendo all’asta alcuni oggetti del ranch avrebbe risanato in parte i debiti. Era tutto pronto per il 22 aprile scorso. Incassi stimati: 20 milioni di dollari. Tra gli oggetti in vendita: il guanto, tempestato di cristalli Swarovski, usato nel video della canzone Billie Jean (10-15 mila dollari); una giacca da divisa del 1984; una riproduzione di una seduta da giardino in stile inglese; una singolare macchina per il caffè; un ritratto del 1995 della popstar in costume elisabettiano; un quadro con personaggi dell’arte, della storia e del cinema che indossano i suoi occhiali. Alla fine è saltato tutto perché Jackson voleva rivedere l’elenco degli oggetti da mettere in vendita.

Dopo il processo del 2005 che lo scagionò dalle accuse di pedofilia, andò a vivere per qualche tempo a Dubai, nell’hotel Burj Al Arab, spendendo 9 mila dollari a notte.

Durante la sua permanenza in Medio Oriente, le sue finanze erano davvero messe male. A pagare i suoi debiti con le banche fu la Sony, con cui Jackson si accordò per pagare rate d’interessi più basse. Firmando l’accordo il cantante assegnò alla Sony il diritto di prelazione sull’acquisto della sua quota del catalogo musicale Atv. Adesso che il cantante è morto, la Sony non sa bene con chi trattare l’acquisto, perché la quota di Jackson è affidata a un trust di cui non si sa bene quali siano i vertici. I bene informati sostengono che sia gestito dalla madre del cantante, Katherine.

A partire dal mese di luglio erano in programma cinquanta concerti a Londra. Erano stati venduti 750 mila biglietti, con un incasso di 85 milioni di dollari. La Aeg Live, organizzatrice degli spettacoli, aveva già speso 30 milioni per gli allestimenti. Adesso non si sa chi restituirà i soldi agli acquirenti dei biglietti: i concerti erano stati assicurati, ma per sapere se le compagnie assicurative tireranno fuori i soldi bisognerà attendere l’esito dell’esame tossicologico e serviranno settimane.

Gli esperti prevedono battaglie nei tribunali: nei prossimi anni scadranno i diritti della Sony sui brani di Jackson. Ciò farà crescere di molto i guadagni di chi adesso riuscirà a mettere le mani sulla proprietà dei diritti delle sue canzoni.

Nei prossimi giorni sicuramente saliranno le vendite dei dischi di Jackson, ma potrebbero esserci anche delle novità. certa infatti l’esistenza di un album ancora inedito che avrebbe dovuto rilanciare la carriera del cantante. Rifiutato dall’etichetta Sony dopo che il suo ultimo album, Invincible (2001), aveva venduto solo 8 milioni di copie nel mondo, Jackson aveva provato a pubblicarlo con la Two Seas Records, etichetta con sede nel Bahrein. Era sostenuto nell’operazione dal principe Abdullah Bin Hamad Bin Isa Al-Khalifa, con cui aveva stretto una joint venture e che più tardi lo aveva denunciato per un debito da 7 milioni di dollari. Questo disco adesso potrebbe fare gola a molti.