Fulvia Caprara, La stampa 28/06/2009, 28 giugno 2009
IL GELO E’ SCESO TRA I MUCCINO
Certe volte i fratelli pesano troppo. Sono più bravi, più belli, più amati dai genitori e dalla gente. Certe volte, invece, non si può stare senza, la loro presenza è indispensabile per sciogliere i nodi più complessi della vita. Certe volte ci si ama, certe altre ci si odia. Ai fratelli Muccino, Gabriele, il maggiore, quello che ha sfondato in America, e Silvio, il più piccolo, attore e poi esordiente con «Parlami d’amore», è successo che il legame, a un certo punto, si sia rotto. Nello scorso gennaio, all’anteprima italiana di «Sette anime», regia di Gabriele, protagonista Will Smith, Silvio era il grande assente: «Non è stato facile confrontarmi con un fratello che è decisamente ingombrante - aveva dichiarato un anno prima -. In questo momento c’è un oceano che ci separa. E io benedico quell’oceano. Sono contento che mio fratello sia in America, con la sua bella carriera. Ma in un altro continente».
Nel tempo la distanza si è allargata, approfondita, Gabriele ne ha parlato in pubblico, senza nascondere tutto il suo dispiacere. Una volta in un’intervista aveva detto: «Silvio ha un’energia travolgente, una luce che lo avvolge, è molto più estroverso di me. Beato lui, è meno timido e impacciato nei rapporti, ma va bene così, io ho trovato nella mia insicurezza un modo per esprimere la creatività». Gli amici comuni, oggi, parlano di un Silvio alla ricerca di se stesso, immerso nella scrittura del prossimo film (di nuovo con Carla Vangelista, l’autrice del romanzo «Parlami d’amore»), deciso a seguire un suo percorso autonomo, lontano dai legami familiari. «Credo di pagare giustamente lo scotto di chiamarmi Muccino - aveva dichiarato a suo tempo, quasi parlando a se stesso -, devo tanto a Gabriele, ma volevo cercare anch’io la mia strada». Magari più difficile, più solitaria. Soprattutto diversa.