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 2009  giugno 28 Domenica calendario

NONNA E BABYSITTER LITIGANO PER I FIGLI


Sono i destinatari di un tesoro di cento canzoni segrete che vale centinaia di milioni di dollari ma la loro custodia legale è oggetto di una battaglia che ha per protagoniste un’avvenente babysitter, una nonna assai determinata, due mamme e un padrino: i tre figli di Michael Jackson sono al centro di misteri e intrighi intrecciati con oscure vicende famigliari, che hanno in palio l’eredità del cantante più ricco del Pianeta.
A svelare l’esistenza di «una biblioteca segreta di oltre cento canzoni» è Ian Halperin, l’autore della biografia Unmasked. The Michael Jackson Story, al quale il cantante confessò: «Voglio lasciarle ai miei figli, come eredità». Vincolato a mantenere il segreto fino a quando Jackson sarebbe rimasto in vita, Halprin rompe il silenzio valutando in «diverse centinaia di milioni di dollari» il potenziale valore delle incisioni fatte nel corso degli ultimi anni. una fortuna che potrebbe azzerare i debiti lasciati dalla pop star - valutati in mezzo miliardo di dollari - e mantenere i tre figli per i decenni a venire ma l’interrogativo da sciogliere è nelle mani di chi andrà.
I figli infatti sono tutti minorenni: Prince Michael ha 12 anni, Paris Katherine 11 e Prince Michael II detto «Blanket» appena 7 e dunque la questione da sciogliere è l’assegnazione della custodia. qui che l’intrigo diventa fitto, sconfinando nella tormentata vita personale della star. Prince e Paris, infatti, sono figlie di Debbie Rowe, dalla quale Jackson divorziò nel ”99 con un accordo che non è mai stato reso pubblico. Lei rinunciò alla custodia ma, secondo indiscrezioni riprese dal Los Angeles Times, lui le garantì in cambio - oltre a un pesante assegno - i «diritti familiari» in forza dei quali potrebbe tornare a farsi avanti. Il piccolo «Blanket», che Jackson fece pendere da una finestra del suo hotel di Berlino nel 2002, è nato invece da una madre in affitto, il cui nome non si è mai saputo e avrebbe rinunciato a ogni diritto sul figlio. In attesa di conoscere eventuali mosse legali delle due madri, il duello per la custodia è già incominciato fra altre due donne.
La prima è la madre di Jackson: Katherine Esther Scruse, nata nella contea di Barbour in Alabama nel 1930 e protagonista della genesi anche musicale di Michael, perché fu lei a disegnare gli abiti dei «Jackson Five» - tutti suoi figli - fino a quando nel ”68 siglarono il contratto con Motown Records. Negli ultimi anni Katherine è stata la parente stretta più vicina a Michael, come testimoniò la sua presenza a tutte le udienze del processo per pedofilia del 2005, e adesso è lei a far sapere che chiederà l’affidamento dei nipoti, ritenendo di averne tutti i titoli.
Ma sulla sua strada trova la donna che è stata, da sempre, più vicina ai tre figli di Jackson: la babysitter Grace Rwaramba. «Michael ha sempre detto che se gli fosse successo qualcosa avrebbe voluto vedere Grace occuparsi dei figli», assicura Stacey Brown, amico di famiglia e autore di Michael Jackson: The Man Behind the Mask. Quarantadue anni, longilinea, a proprio agio nel look sportivo come in eleganti abiti da sera, sempre vicina a Jacko ma attenta a mantere una basso profilo, Rwaramba è considerata nell’entourage di Jacko qualcosa di più di una semplice babysitter: nel 2007 si vociferò anche di un matrimonio segreto con la popstar e le smentite non sono mai riuscite a mettere del tutto a tacere le indiscrezioni. Ad avvantaggiare Rwaramba è il fatto di aver vissuto con i bambini mentre Jackson riusciva a tenerli isolati dal mondo esterno, come testimoniano le pochissime foto esistenti della prole.
Nella partita sull’affidamento c’è anche un uomo: Mark Lester, padrino dei tre figli, che è corso sugli schermi della televisione Abc per far sapere che «in assenza di accordi chiari sarei pronto ad occuparmi di Prince, Paris e Blanket». Se a ciò aggiungiamo che a parlare a nome dei figli per far conoscere la richiesta di una «seconda autopsia» è stato il reverendo afroamericano Jesse Jackson - che in comune con il cantante ha poco più del cognome - non è difficile comprendere come la disputa sia talmente intricata da far impallidire quanto avvenuto per la paternità della piccola Daniellynn dopo la morte di Anna Nicole Smith.
Per gli esperti di diritto familiare della California, è solo l’inizio del confronto sul rebus dei figli. L’opinione corrente è che difficilmente si riuscirà a evitare di finire in tribunale. Anche perché non è chiaro se Michael Jackson abbia lasciato o meno un testamento. «Il maggior problema sono i debiti - spiega James Brown, esperto di diritto ereditario a San Diego - e se Jackson non mise i suoi beni in un trust il rischio è che quanto ha intestato venga rapidamente confiscato in base all’Internal Revenue Code», ovvero alle severe leggi fiscali vigenti. Come dire, dell’impero del cantante potrebbe non restare altro che le cento canzoni segrete.