Marigia Mangano, ཿIl Sole-24 Ore 28/6/2009;, 28 giugno 2009
UN RALLY SPINTO DALLA LIQUIDIT
Una delle più curiose coincidenze si è vista poco dopo i minimi del 9 marzo: il giorno in cui gli Stati Uniti hanno confermato la più marcata contrazione del Pil dal 1982, Wall Street è balzata del 2,33%. Coincidenza o contraddizione che sia, fatto sta che da allora sulle Borse mondiali si è tornati a comprare. E il bilancio delle piazze finanziarie dai minimi di marzo conferma il trend: l’S&P 500 è salito del 36%, il Nasdaq ha segnato un balzo del 44% e in Europa da Milano (+50%) a Francoforte (+30%), Parigi (+25%), e Madrid (+41%) le performance sono state a due cifre. Tutti guadagni che, se ricalcolati da inizio anno, risultano ridimensionati (in Italia l’Ftse Mib risulta ancora in perdita dell’1,04%),a parte qualche eccezione come l’indice tecnologico Usa (+16%) o la Borsa di Shanghai (+60%), solo per citare i casi più clamorosi.
Il quadro che emerge da questi dati conferma, dunque, che, almeno negli ultimi tre mesi, gli investitori sono tornati massicciamente sul mercato, e questo nonostante la ripresa ancora non si veda. Piuttosto – si osserva – sembrerebbe che pian piano stia prendendo piede la convinzione che il rallentamento si stia attenuando e sia dunque meno brusco di quanto ci si aspettava.Prova ne è che i maggioririalzi da Wall Street all’Europa sono partiti soprattutto da quei settori più sensibili al recupero dell’economia, come banche e assicurazioni (rispettivamente +95% e 59% in Europa), materie prime (+37%) e l’information technology in America (+44%). Ma non è forse eccessiva tutta questa euforia? Lo scenario – si mette in chiaro sul mercato – resta pieno di contraddizioni. Sta forse diminuendo il debito privato, ma in compenso è esploso quello dello Stato. Non solo negli Usa. Il mercato esce da una crisi epocale, le agenzie di rating si aspettano un forte aumento dei fallimenti di aziende, il credito fatica a ripartire, eppure le Borse salgono. Perché? Tra gli addetti ai lavori l’opinione prevalente è che gli investitori sono pieni di liquidità, quella stessa liquidità gettata sul mercato da Governi e banche centrali e che, piano piano, è stata dirottata in due direzioni: azioni e corporate bond.
Banche e assicurazioni
Indiscusse protagoniste del rally preestivo sono state le banche. E non poteva essere altrimenti dato che i prezzi dei big del credito, come Citi o Bank of America, entrambe capaci di triplicare la capitalizzazione negli ultimi mesi, risultavano quasi azzerati. Così in Europa lo Stoxx 600 delle banche è salito del 94%,un punto percentuale in più rispetto ai titoli bancari dell’S& P 500. E in Italia il settore ha guadagnato il 93%. Performance che guardate da inizio 2009 si riducono a +16% per le banche europee, quasi invariate per l’Italia,mentre in America l’indice di settore risulta addirittura negativo del 22%.In questo contesto a Piazza Affari gruppi come Unicredit sono riusciti a recuperare il 178% dai minimi di marzo, e risultati dello stesso tenore hanno riguardato, Mediobanca (+71,4%), Intesa (+63%) e Ubi (+51%).Rialzi a due cifre hanno interessato anche il comparto assicurativo, con i big europei in recupero del 59%, mentre quelli americani a +70% e le assicurazioni italiane in salita del 51,2 per cento.
Materie prime e petrolio
Il rialzo del prezzo del petrolio da 34 a oltre 70 dollari e delle commodity ha poi spinto le società petrolifere con gli indici di settore in Europa in salita del 16,5% e in America quasi il doppio con l’S& P500 del compartoa +36,6%. Ma riazi consistenti sono sono stati realizzati anche dalle materie prime, nel Vecchio Continente in crescita del 37% e in Usa del 56 per cento.
Guardando, infine, a piazza Affari ci sono due considerazioni da fare. La prima è che il rialzo del 50% del Ftse Mib, il maggiore in Europa, si giustifica con il fatto che la piazza milanese era quella che aveva perso di più. Il secondo è che a trainare Milano sono state soprattutto le banche, un settore che sull’indice italiano pesa per il 26,6%, valore che sale al 36,1% coonsiderando anche il settore assicurativo. Del resto le migliori dieci performance, dove spicca Unicredit (+178%), vede in sei casi la presenza di titoli finanziari: Banco Popolare (+164%), Milano assicurazioni (+115%), Credito Emiliano (86,5%), Cattolica (+73%) e Mediolanum (+71,5%).