Pierre Briançon, La stampa 27/06/2009, 27 giugno 2009
Il governo Putin pagherà caro il sostegno alle banche russe - Paga e impara. questa la linea che il governo russo dovrebbe seguire nella ricapitalizzazione delle banche nazionali, che secondo la Banca mondiale sarebbero minacciate dallo ”tsunami silenzioso” dei crediti inesigibili
Il governo Putin pagherà caro il sostegno alle banche russe - Paga e impara. questa la linea che il governo russo dovrebbe seguire nella ricapitalizzazione delle banche nazionali, che secondo la Banca mondiale sarebbero minacciate dallo ”tsunami silenzioso” dei crediti inesigibili. La stretta creditizia, la caduta del prezzo del petrolio, la fuga degli investitori e un grave rallentamento economico si sono sommati agli annosi problemi interni della Russia. Il governo pagherà molto caro il sostegno a un sistema bancario troppo spesso segnato da corruzione e incompetenza. Se intende salvare le banche, è meglio che inizi anche a curarle. Secondo le stime ufficiali, i crediti in sofferenza delle banche russe potrebbero passare dal 2,5% di gennaio a oltre il 10% entro fine anno, arrivando a circa 50 miliardi di dollari. Entro metà del 2010 la percentuale potrebbe raggiungere il 20%, l’equivalente di circa 100 miliardi. Le linee guida del piano del governo sono note da tempo. Lo stato emetterà obbligazioni speciali a favore delle principali banche del paese in cambio di azioni privilegiate e di una rappresentanza nei rispettivi Cda. Mosca può facilmente permettersi l’investimento, avendo accantonato fondi negli anni del boom. Il metodo del governo russo è giusto e i suoi piani sono relativamente in linea con il mercato. Allo stesso tempo, la maggiore attenzione riservata alle banche più grandi dovrebbe accelerare la ristrutturazione del settore bancario, che richiederebbe l’eliminazione di circa metà degli attuali mille istituti. Ma il governo deve fare altre due cose. In primo luogo, pretendere la più totale trasparenza dalle banche e obbligarle a ripulire i portafogli dai crediti in sofferenza. Poi avviare una lotta seria alla corruzione e al clientelismo tuttora dilaganti nel settore bancario. Non sarà facile. Lo Stato è azionista di maggioranza delle prime cinque banche nazionali, e recentemente Vladimir Putin ha potuto ordinare agli istituti di tornare a concedere prestiti alle società da lui definite ”strategiche”. Ma finché le banche non inizieranno a basare questo tipo di decisioni su criteri economici - e non di convenienza politica, amicizia o corruzione - la Russia non potrà seriamente sperare di riformare la propria economia