Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  giugno 27 Sabato calendario

«STIA ZITTO CHI DISTRUGGE LA FIDUCIA»


L’occasione del nuovo affondo contro i «catastrofisti» è la presentazione del decretone estivo anti-crisi varato dal governo. Misure a difesa dei consumatori, bonus occupazione per le aziende che non licenzieranno, detassazione degli utili reinvestiti nell’acquisto di macchinari, liberalizzazione del mercato del gas, accelerazione del pagamento degli arretrati dovuti dalla pubblica amministrazione alle imprese: per questo il governo promette di mettere a disposizione nei prossimi giorni ben 5 miliardi di euro. «Gli italiani ci premiano perché rispettiamo gli impegni assunti», dice Silvio Berlusconi. «Bisogna far sì che prima di tutto il governo, e in secondo luogo tutte le organizzazioni internazionali, contribuiscano a rilanciare la fiducia». Invece «un giorno sì e uno no escono e dicono che il deficit è al 5%, che i consumi calano del 5%, crisi di qui, crisi di là, la crisi ci sarà fino al 2010, la crisi si chiuderà nel 2011». Insomma, «un disastro: dovremmo veramente chiudere la bocca a tutti questi signori che parlano, magari perché sono cose che i loro uffici studi gli dicono possono verificarsi, ma che così facendo distruggono la fiducia dei cittadini dell’Europa e del mondo». Berlusconi non fa nomi. Ma la cifra che cita è la stessa che l’altro ieri, da l’Aquila, aveva indicato il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi come la più probabile sulla caduta del prodotto interno per quest’anno.
Il premier vorrebbe che si smettesse di mettere a nudo troppo spesso i numeri della crisi. La fiducia è il suo chiodo fisso. Invita i cittadini a non tagliare i consumi, dice agli imprenditori di «non smettere di fare pubblicità ai loro prodotti». L’unica che «è giusto minacciare di tagliare è quella ai giornali catastrofisti. L’ho già detto e non è uno scandalo».
Poi il premier passa ad «affettuosi complimenti a Giulio Tremonti» per il lavoro fatto. Un modo forse per spegnere le voci che lo raccontano spesso irritato con il ministro dell’Economia. Tremonti elenca a grandi linee i contenuti del decreto fiscale appena approvato. Si sofferma sugli «interventi spintanei» per aiutare le banche ad attuare «interventi di mercato». Le banche «sono d’accordo», garantisce Tremonti. «Un buon rapporto con la banca è interesse della banca stessa. Quindi aiutiamo le famiglie ma anche lo stesso settore ad offrire livelli di commissioni accettabili a tutti». Il riferimento è alla norma che obbligherà le banche ad abolire tutte le clausole che assomigliano ad un restyling del massimo scoperto, già abolito per legge. Ma nel decreto ci sono altre due norme che costeranno un prezzo agli istituti: la prima le obbligherà a concedere il trasloco dei mutui in trenta giorni, la seconda a rendere disponibile il pagamento degli assegni in tre giorni lavorativi. «Poi c’è anche un cadeau», scherza Tremonti. Il decreto concede alle banche «un incremento della svalutazione fiscale dei crediti che entrano in sofferenza». Dallo 0,30 si passa allo 0,50%. «Non ce la faccio più, non so cosa fare per frenare questa cotta del ministro verso le banche che alla fine, preferiscono la minestra alla finestra», aggiungerà ridendo il premier.
Nel decretone le banche non sono comunque le uniche a dover pagare un prezzo. L’Eni ad esempio d’ora in poi dovrà vendere cinque miliardi di metri cubi di gas ad un prezzo stabilito d’intesa con l’Autorità per l’Energia. Una misura che nelle intenzioni del governo dovrebbe permettere di tagliare i costi finali del gas alle famiglie e alle imprese. «Quel gas - spiega il ministro dello Sviluppo Claudio Scajola - avrà prezzi allineati a quelli medi europei e verrà assegnato con aste non discriminatorie a utilizzatori con consumo costante di gas». Slittano invece alcune norme sulla stretta alla spesa sanitaria: «Ne dobbiamo parlare con le Regioni», abbozza il ministro del Welfare Maurizio Sacconi. Passa la stretta alle compensazioni Iva e la proroga per altri sei mesi dell’entrata in vigore della class action. Su quest’ultima durante la giornata si è consumato un giallo: sembrava essere saltata dalla lista delle proroghe. In conferenza stampa Tremonti chiarirà: l’azione collettiva slitta nuovamente.