Andrea Montanari, MilanoFinanza 23/06/2009, 23 giugno 2009
Grazie alla snellezza della normativa locale, è in Spagna che RcsMediagroup riuscirà a completare realmente l’annunciato piano di riduzione dei costi operativi
Grazie alla snellezza della normativa locale, è in Spagna che RcsMediagroup riuscirà a completare realmente l’annunciato piano di riduzione dei costi operativi. Nel fine settimana, secondo quanto appreso da MF/Milano Finanza, è giunto il via libera del ministero del Lavoro iberico ai prepensionamenti e ai tagli di Unedisa, controllata spagnola della casa editrice di via Rizzoli che pubblica, tra le altre testate, il prestigioso quotidiano El Mundo e lo sportivo Marca. Ciò significa che una prima tranche di licenziamenti può già partire. I dipendenti coinvolti sono circa 180, il 7,5% della forza lavoro. Ma poi si lavorerà, in tempi altrettanto rapidi, alla seconda fase del processo di alleggerimento dell’organico (complessivamente 2.400 unità), perché l’obiettivo aziendale è di arrivare a una riduzione di 300-400 dipendenti. Anche se la cifra definitiva deve essere ancora stabilita visto che l’azienda ha trovato altri modi per tagliare le spese: dalla riduzione degli stipendi al blocco dei bonus. Il piano nella sua interezza dovrebbe consentire risparmi per almeno 30 milioni di euro. Nel frattempo in Italia il percorso predisposto dal presidente di Rcs, Pier Gaetano Marchetti, e dall’amministratore delegato, Antonello Perricone, deve ancora entrare nel vivo, anche se le linee guida sono state già ampiamente indicate e rese note all’interno della società. Così, dopo alcune settimane di stallo (successive al primo round di incontri tra i manager e i rappresentanti sindacali della Quotidiani e della Periodici) a breve dovrebbero ripartire le consultazioni per trovare l’intesa sui tagli. Questa settimana dovrebbe essere inserito in calendario un nuovo incontro con il comitato di redazione della divisione che edita il Corriere della Sera e la Gazzetta dello Sport. Il nodo aperto è quello dei prepensionamenti proposti: il 25% degli organici redazionali. Ed è ovvio che l’attenzione sulla situazione del quotidiano di via Solferino, dove sono stati ipotizzati 90 tagli, è sempre alta. Tanto che in settimana è prevista una riunione tra azienda e giornalisti. Ma siccome ancora non sono state definite date certe e neppure un ordine del giorno, nei corridoi del giornale diretto da Ferruccio de Bortoli comincia a trapelare un’indiscrezione che, però, non trova alcuna conferma ufficiale. Rcs, cioè, intenderebbe aspettare l’esito del Consiglio dei ministri di venerdì 26, che tra i tanti temi affronterà quello degli incentivi per le aziende che non licenziano personale e non ricorrono alla cassa integrazione. Secondo alcune interpretazioni, visto che la Rcs Quotidiani ha i conti in attivo, la capogruppo potrebbe verificare la fattibilità dell’operazione e bloccare i prepensionamenti. Ma c’è chi sostiene, in via Solferino, che questa sia la posizione dei comitati di direzione, non dell’azienda. Resta il fatto che nell’arco di qualche giorno si dovrebbe definire l’intera vicenda. Intanto quella di ieri, a Piazza Affari, è stata una giornata pesante per Rcs che ha chiuso a 0,89 euro, perdendo il 5,7%. Che l’editoria soffra non solo in termini pubblicitari ma anche nelle diffusioni lo confermano i dati relativi al mese di marzo diffusi ieri da Ads. Il Corriere della Sera, a 603.709 copie, è in calo dell’8,3%; peggio è andata a Repubblica, che perde il 15,6%. Il Sole24Ore lascia sul terreno il 3,1%. Quasi identiche le flessioni de il Giornale (-7,8%) e di e Libero (-7,7%). Va meglio a La Stampa, che arretra solo dello 0,9%, al Messaggero (-2,3%), al Resto del Carlino (-3,5%) e alla Nazione (-3%). (riproduzione riservata)