Stefano Liberti, il manifesto 23/06/2009, 23 giugno 2009
Viva il vuvuzela, colonna sonora dei mondiali 2010 Vuvuzela o non vuvuzela? Il dibattito è aperto. I giornali sudafricani riportano in prima pagina commenti sul grande dilemma
Viva il vuvuzela, colonna sonora dei mondiali 2010 Vuvuzela o non vuvuzela? Il dibattito è aperto. I giornali sudafricani riportano in prima pagina commenti sul grande dilemma. Programmi radiofonici sono dedicati al caso. Esperti di varie correnti sono convocati a discuterne nei talk show televisivi: bisogna o no proibire l’uso della caratteristica (e rumorosissima) trombetta con cui i tifosi sudafricani sostengono le proprie squadre? E’ stato il giocatore spagnolo Xabi Alonso a dare fuoco alle polveri, dicendo in una conferenza stampa che lo strumento «dovrebbe essere bandito dagli stadi perché impedisce ai giocatori di concentrarsi e comunicare tra loro». Il giorno dopo un giornalista olandese ha chiesto a Sepp Blatter: «quando abolirete quell’orribile tromba?», assumendo (e facendo presumere) che la Fifa stesse già considerando la cosa. Al che il presidente, un po’ imbarazzato, ha risposto che «si tratta di un suono locale e che ho sempre detto che il Sudafrica è in Africa e non in Europa». E precisato che nessun bando è in vista, «almeno per il momento». Come a dire, l’anno prossimo per la Coppa del mondo vedremo cosa fare, soprattutto perché il rumore disturba le trasmissioni televisive, e quindi mette a rischio un business non trascurabile. Trombetta di plastica di circa trenta centimetri, il vuvuzela può emettere suoni di diversa intensità, trasmettendo un effetto di eco molto potente. In tutte le partite della Confederations Cup, la colonna sonora si è fatta intendere da un’ora prima del match fino a mezz’ora dopo (oltre che ovviamente durante il gioco), con effetti rintronanti per gli spettatori bianchi poco abituati. «Ma se andate a Soweto durante il derby tra i Kaizer Chiefs e gli Orlando Pirates, sentirete le trombette risuonare per un giorno intero», racconta Francis Hweshe, un giornalista sportivo locale. I tifosi sudafricani considerano il vuvuzela un vero e proprio elemento identitario e la polemica, scatenata per lo più da europei bianchi, non fa altro che rafforzare la loro identificazione con lo strumento. «Abolite il vuvuzela e avrete gli stadi vuoti», sottolinea sempre Hweshe. Un avvertimento che i vertici della Fifa, terrorizzati che la World Cup 2010 sia un flop di partecipazione non possono non prendere in considerazione. E allora, chissà, forse sentiremo anche l’algido Blatter gridare: «Viva il vuvuzela».