Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2009  giugno 24 Mercoledì calendario

Perché gli analisti valutano l’auto Fiat zero e Obama 8 miliardi di $ - Ora che l’accordo per la nascita della nuova Chrysler Group è stato perfezionato, con la Fiat azionista al 20% (potrà salire fino al 35%) e Sergio Marchionne al lavoro a Auburn Hill come ceo della società americana, si può capire meglio come si è realizzato quello che Le Monde ha definito il miracolo italiano, cioè l’acquisizione della partecipazione nella nuova società nata dalla liquidazione della vecchia Chrysler senza impegni finanziari

Perché gli analisti valutano l’auto Fiat zero e Obama 8 miliardi di $ - Ora che l’accordo per la nascita della nuova Chrysler Group è stato perfezionato, con la Fiat azionista al 20% (potrà salire fino al 35%) e Sergio Marchionne al lavoro a Auburn Hill come ceo della società americana, si può capire meglio come si è realizzato quello che Le Monde ha definito il miracolo italiano, cioè l’acquisizione della partecipazione nella nuova società nata dalla liquidazione della vecchia Chrysler senza impegni finanziari. Un’operazione per Fiat a zero soldi, resa possibile dall’erogazione di finanziamenti pubblici per circa 6,5 miliardi di dollari da parte del governo americano e da un accordo con i lavoratori che prevede risparmi fino a 400 milioni di dollari l’anno. L’accordo entrato in vigore lo scorso 10 giugno permetterà a Chrysler di beneficiare delle capacità del management Fiat, nonché di condividere le piattaforme nei segmenti A e B ,C e D, due motori, due trasmissioni e componenti, che saranno utilizzati per produrre nel Nafta quattro nuovi modelli a basso consumo con i marchi Chrysler per il mercato Usa (tra cui una possibile piccola Jeep su piattaforma Panda) e infine di beneficiare della rete commerciale Fiat in Europa e Sud America (con la possibilità di vendere un pick-up in Sudamerica). Dal canto suo, Fiat potrà produrre nel Nafta veicoli da commercializzare attraverso la rete di Chrysler (la scelta cadrebbe inizialmente sulla 500 e poi su Alfa MiTo e sulla nuova Alfa 149). Entrambe, infine potranno attuare programmi di acquisto e sviluppo comuni. Il know how apportato da Fiat è stato valutato 8 miliardi di dollari dall’amministrazione Obama. Il presidente degli Stati Uniti ha pubblicamente riconosciuto alla Fiat il merito di aver «dimostrato di saper costruire l’auto pulita del futuro» e ha concluso che, per Chrysler, Fiat rappresenta l’unica possibilità di salvezza. Le idee di Washington sono molto chiare sullo sviluppo del mercato domestico dell’auto: vetture più piccole ed efficienti, per limitare consumi e inquinamento. In quest’ottica, per Chrysler l’intesa con Fiat è la migliore possibile, considerando la capacità degli italiani di sviluppare le auto a più basso impatto ambientale vendute in Europa. Bob Nardelli, l’ex ceo di Chrysler, ha chiarito che il costo di sviluppo per Chrysler di nuove piattaforme, motori e trasmissioni simili a quelli apportati da Fiat «sarebbe stato all’incirca 8-10 miliardi di dollari, senza contare la riduzione dei costi che deriverà dalle sinergie negli acquisti di componenti e nella distribuzione». E senza contare la possibilità di avere la nuova gamma pronta in meno di due anni, con la possibilità di anticipare i nuovi trend di mercato, rafforzando la quota di mercato domestico, che lo scorso anno era attestata al 12%, in un mercato che storicamente vale 10 milioni di auto l’anno. Il paradosso, se così si vuole definirlo, è che mentre l’apporto di solo know how è stato valutato 8 miliardi di dollari, tutta la Fiat capitalizzava il 10 giugno circa 9,4 miliardi di euro, dopo aver festeggiato a Piazza Affari la conclusione dell’accordo con un rialzo del 4,8% a 7,8 euro. E le più recenti ricerche delle banche d’affari attribuiscono all’Auto, che con i marchi Fiat, Lancia, Alfa Romeo, Abarth, Ferrari, Maserati e Fiat Professional rappresenta circa il 50% delle vendite di gruppo, un valore implicito negativo di circa 900 milioni di euro. Rebus sic stantibus, un grande plauso va a Sergio Marchionne, che una volta di più ha dimostrato di esser anche un abile negoziatore. Tra i beni immateriali che apporta Fiat in questa operazione, le fonti ufficiali citano «la capacità di ristrutturazione del management», ampiamente dimostrata nei cinque anni che saranno ricordati come quelli della «rivoluzione Marchionne». La Fiat di oggi ha portato i tempi di sviluppo dei nuovi modelli da 36 a 18 mesi, allineato i processi ai migliori standard produttivi mondiali, investito 2 miliardi di euro l’anno nelle tecnologie per l’auto del futuro, con il risultato di diventare leader in Europa per le più basse emissioni di CO2, venduto nel 2008 ben 2,2 milioni di auto e veicoli commerciali che piacciono, aumentando costantemente le quote di mercato (9% in Europa, leader in Italia e in Brasile) grazie anche a nuove strategie di marketing e rapporti con clienti sempre più soddisfatti. I nuovi modelli 500, Alfa MiTo e Lancia Delta hanno gli standard di sicurezza massimi, le più basse emissioni della categoria e sono recuperabili al 95% in peso. Quando Marchionne a fine 2008 ha affermato che la vera sfida nell’industria dell’auto nei prossimi due anni sarà quella della sopravvivenza, teorizzava la necessità di utilizzare piattaforme comuni su cui produrre almeno 1 milione di auto l’anno. Obiettivo che la stessa Fiat non ha ancora raggiunto, fermandosi a 600 mila vetture sulla piattaforma più utilizzata. L’analisi di Marchionne è che ci sono troppi modelli in circolazione che non consentono di sfruttare a sufficienza le economie di scala; la sopravvivenza è assicurata producendo almeno 5,5-6 milioni di auto l’anno. Fiat e Chrysler insieme partono da 4,2 milioni, ma saranno in grado di guadagnare proprio per l’ottimizzazione delle piattaforme esistenti. La tecnologia apportata da Fiat sui motori e sui sistemi di trazione è frutto di tradizione e ingenti investimenti effettuati in 118 centri di ricerca, in cui operano 14.500 tecnici, che hanno prodotto nel solo 2008 51 innovazioni, portando a 2.300 i brevetti a livello mondiale. Nel settore motoristico, la ricerca ha sviluppato il Multijet II per i motori diesel (evoluzione del Common Rail) e il Multiair per quelli a benzina. Innovazioni che si basano sulla scelta di perseguire il downsizing, che in ambito motoristico significa accoppiare a un motore di cilindrata ridotta un turbocompressore di nuova concezione per ottenere prestazioni migliori rispetto a propulsori di maggiore cilindrata con minori consumi, emissioni, peso e spazio. Il dispositivo Multiair, che consente di abbandonare la tradizionale farfalla, è adattabile con facilità a motori già in produzione, sembra pensato apposta per affrettare l’avvento delle auto desiderate da Obama, ottenendo più potenza riducendo emissioni e consumi tra il 10 e il 25%. In particolare, potrà risultare utile alla Chrysler il Multiair da 140 cavalli e 1.400 cc, da applicare sulle nuove macchine sviluppate sulle piattaforme A e B, che oggi rappresentano solo il 4% del mercato americano, ma che cresceranno sicuramente in conseguenza della crisi economica e della maggiore sensibilità ambientale. La capacità di innovazione di Fiat si è tradotta dal 2007 nella flotta auto con le più basse emissioni di CO2 tra i dieci marchi automobilistici più venduti in Europa. Record che la Fiat si è impegnata a mantenere e rafforzare in futuro. In questo contesto, nel 2008 è stata presentata la gamma Pur-O2, auto speciali con emissioni ridottissime per effetto dell’aggiunta di vari gadget tecnologici. Il nuovo super-brand ecologico è già disponibile. La 500 Pur-O2 registra emissioni di CO2 di 113 g/km, contro la media della flotta Fiat che al 73% registra fino a 140 g/km. Abbastanza per far innamorare della Fiat e del made in Italy il presidente Obama e gli americani.