Stefano Lepri, La stampa 24/06/2009, 24 giugno 2009
CON I BANCHIERI IL MONDO VA A SBATTERE"
Chi esce vincitore dalla crisi? «La Cina, l’India e la Goldman Sachs» aveva appena detto l’economista anglo-indiano Deepak Lal: nel senso che, crollate alcune grandi banche di Wall Street, altre forse risulteranno ancora più potenti. Così, nel concludere la conferenza internazionale dell’Aspen, Giulio Tremonti mette in guardia: «Il mondo va a sbattere se pensa di cavarsela con la testa e la cultura dei banchieri».
Il ministro dell’Economia, che dell’Aspen Institute Italia è presidente, ripete che occorre riportare negli affari «criteri etici e morali superiori a quelli della moralità dei banchieri»; spera che il «Lecce Framework» in discussione al G-8 delinei nuove regole. Ha fiducia che «la politica e politici saggi» possano provvedere meglio ai problemi che si presenteranno per uscire dalla crisi «con una enorme massa di debito pubblico e il rischio inflazione».
A certi banchieri, e a politici non saggi, potrebbe forse convenire una fase di elevata inflazione, tale da svalutare i debiti. Nell’area euro, tuttavia, questa scelta azzardata è esclusa, ha detto nello stesso convegno a Villa Madama Lorenzo Bini Smaghi, membro dell’esecutivo della Bce. «La Banca centrale europea è stata creata per garantire la stabilità dei prezzi, e lo farà. Potete stare tranquilli che non lasceremo che l’inflazione risolva i problemi di bilancio».
Bersaglio di Bini Smaghi parrebbe in particolare il presidente francese Nicolas Sarkozy, convinto che le politiche di austerità non funzionano» e dunque poco pronto a ridurre un deficit pubblico che forse raggiungerà nel 2010 il 7,5% del prodotto lordo. Nella visione della Bce i governi devono «pianificare già adesso» strategie di uscita dai deficit, pur se «una uscita prematura», precisa Bini Smaghi, rischierebbe di far peggio.
Non sarà semplice stabilire il momento giusto per mutare rotta. E per non ricadere in una nuova crisi non basterà nemmeno che ogni Stato tenga i conti in ordine a casa propria; secondo Bini Smaghi occorrerà dare più poteri al Fmi per avviare a soluzione i grandi squilibri mondiale, primo quello tra Usa e Cina.
All’Italia Bini Smaghi dà il consiglio di non rinviare le riforme al dopo-crisi. Tutt’altro: poiché la crisi rischia di aggravarsi a causa di un aumento della disoccupazione, occorre intervenire sul mercato del lavoro «trovando il consenso delle parti sociali». Oltre a sostenere i disoccupati, occorre «aiutare chi perde il alvoro a trovarne un altro in modo rapido» ad esempio riducendo la tassazione. Le risorse necessarie devono essere trovate «riequilibrando la spesa sociale» ovvero agendo sulle pensioni.
In serata, Tremonti è tornato sul tema delle nuove regole, prendendo di mira i paradisi fiscali, sui quali pure il governo italiano intende discutere al G-8. In un discorso alla festa della Guardia di Finanza, ha detto che occorre agire presto in quella direzione: «è difficile contrastare l’evasione fiscale nazionale se appena fuori dai confini nazionali è possibile depositare il bottino come in una caverna di Alì Babà».