Varie, 24 giugno 2009
SKYPE PER VOCE ARANCIO
«La scena: il padre è per lavoro a New York, la figlia si trova a Torino e si prepara per un esame. Entrambi hanno il computer acceso. Ogni tanto si parlano. Lei gli domanda un chiarimento, lui l’aiuta a comprendere il passaggio oscuro del libro. Il suono è perfetto. Il padre può sentire persino i rumori della casa di Torino, la figlia una sirena della polizia che passa per New York. La giornata passa così, con le due abitazioni sempre collegate con il telefono. E la bolletta? Niente: non un centesimo in più. Ci sono voluti dieci anni di evoluzione tecnologica. Ma, grazie al sistema Voip, ormai ci siamo: telefonare via Internet tagliando drasticamente il costo delle chiamate è possibile»: così, su un quotidiano italiano, nel settembre 2004 si annunciava ai lettori la rivoluzione di Skype, il software per telefonare via Internet gratis.
Tecnicamente Skype è un servizio Voip (Voice over Ip, Internet protocol, la voce via web). Già alla fine degli anni Novanta il telefono via Internet era sembrato la nuova frontiera. I sistemi disponibili all’epoca erano però molto macchinosi e parlare oltreché gratis era molto frustrante. La prima versione beta (sperimentale) di Skype, slogan chiave ”Il mondo intero può parlare gratis” e ”Il telefono online che funziona”, divenne disponibile ai navigatori il 29 agosto 2003. Un anno dopo, già 12 milioni di persone usavano quel programma per chiamare gratuitamente (da computer a computer) o quasi (da computer a telefono fisso o telefonino, servizio ”Skypeout”), nel 2005 erano oltre 50 milioni, ad inizio 2007 170 milioni, le ultime stime parlano di 443 milioni con un tasso di crescita di 10 milioni al mese. Col servizio ”Skypein”, gli utenti possono anche acquistare un numero telefonico (la chiamata parte dal telefono e arriva sul computer).
Nonostante nel tempo la concorrenza si sia fatta più aggressiva, Skype è ancora il software per telefonare via Internet più diffuso nel mondo: nel 2008, fatturato di 405 miliardi di euro in crescita del 44% rispetto al 2007, ha gestito l’8% del traffico telefonico internazionale totale (non solo via computer), che significa 100 miliardi di minuti di telefonate da computer a computer e 2,4 miliardi di chiamate da computer a telefono. Il mercato italiano del Voip valeva nel 2008 11,5 miliardi di euro, 6,2 con le aziende e 5,3 coi privati: per capire la velocità dello sviluppo, basti sapere che nel 2006 il valore totale era stato stimato in 8,3 miliardi, nel 2007 in 9,9 miliardi (con la componente aziendale della spesa scesa in due anni dal 60 al 53%).
«Recentemente un ragazzo italiano e una ragazza ucraina si sono conosciuti su Skype e si sono sposati a Venezia. Quando abbiamo cominciato, non pensavamo che Skype servisse a sposarsi»: sono parole dello svedese Niklas Zennström, classe 1966, doppia laurea in ingegneria e economia ad Uppsala e all’Università di Michigan, considerato uno dei grandi innovatori di questo decennio, padre di Skype in coppia col danese Janus Friis, dieci anni più giovane, amante di arti marziali, paracadutismo e nuotate invernali nel Mare del Nord.
Friis cominciò la sua carriera al call center di CyberCity, uno dei primi fornitori di accesso Internet danesi. Passato all’operatore telefonico Tele2, conobbe Zennström. Nel 2000 decisero lasciare insieme il posto e mettersi in proprio fondando una società per lo scambio di file peer-to-peer (P2P, da utente a utente), Kazaa, che sul modello di Napster mise in crisi il mercato musicale e cinematografico aprendo la strada a fenomeni come iPod-iTunes della Apple.
«Quando, nel 2000, Janus Friis e io abbiamo lanciato Kazaa, volevamo creare una tecnologia che avvicinasse il consumatore a chi distribuiva contenuti. Ma eravamo anni più avanti dell’industria dei mass media. Non riuscivamo neanche ad avere un appuntamento con loro», ha raccontato Zenntröm: «La tecnologia cambiava velocemente, le grandi aziende non erano preparate e hanno risposto facendoci causa. Poi siamo riusciti a parlare con loro e spiegare che lavorando con internet avrebbero avuto la possibilità di fare molti soldi».
Inseguiti dalla reazione delle grandi aziende tradizionali e dalle sentenze sfavorevoli, Friis e Zennström decisero infine di trasferire l’idea alle telefonate. Spiegò nel 2005 lo svedese: «Skype applica un modello di business tipico del software alla logica dell’operatore di telecomunicazioni. L’architettura di Skype è più efficiente per la telefonia su Internet rispetto alla rete telefonica tradizionale, perché non richiede una costosa manutenzione dei server né una costante espansione di risorse centralizzate. I nostri costi marginali sono zero per ogni chiamata e ogni nuovo cliente - che deve semplicemente scaricare un software gratuito dai nostri siti Web - costa a Skype appena un centesimo di dollaro».
Nel dicembre 2005 il prestigioso settimanale britannico ”The Economist” affidò a Zennström uno degli articoli del numero speciale ”The World in 2006”. L’ingegnere colse l’occasione per spiegare: «Negli ultimi anni le tecnologie di comunicazione si sono evolute a un ritmo di molto superiore a quello di qualunque altro settore. I telefoni cellulari hanno rappresentato un importante progresso rispetto alla telefonia fissa e hanno reso le comunicazioni in voce realmente personali. Con il fax, la posta elettronica e i messaggi istantanei, le comunicazioni sono diventate immediate, interessanti e visive. Questi progressi hanno posto le basi per le comunicazioni vocali via Internet, strumenti di comunicazione all’avanguardia che offrono un tipo di multimedialità ottenibile solo migrando completamente sul web».
Usare Skype è facile. Il software può essere scaricato dal sito www.skype.com, scegliendo la versione adatta al sistema operativo presente sul proprio computer. Dopo averlo installato ed essersi registrati online, si può parlare gratis con qualunque altro utente del network, entrare in una chat e spedire file. Il servizio SkypeOut si basa sui crediti ottenuti acquistando sul sito una scheda prepagata, per le tariffe non conta ”da dove” ma ”dove” si chiama: telefonare all’amico della porta accanto costa lo stesso che chiamarlo da Pechino. Per chiamate senza limiti in Italia si pagano 4,54 euro al mese (iva compresa), in Europa (oltre 20 paesi) 5,69 euro, nel mondo (oltre 40 paesi) 10,29 euro. Al di fuori dell’abbonamento, chiamare in Cina, in Australia, negli Stati Uniti costa 1,7 centesimi al minuto.
Tra gli ostacoli che hanno impedito una ancor più rapida diffusione di Skype, c’è l’imbarazzo provato dagli affezionati alle classiche conversazioni telefoniche: per questo subito sono stati resi disponibili apparecchi telefonici adattati al Voip da usare col computer al posto di cuffie e microfono. invece una novità delle ultime settimane la possibilità di usare Skype non più solo attraverso il computer ma con il cellulare. Ad aprile è uscita la versione per l’iPhone, a maggio quella per cellulari Blackberry, a giugno quella per alcuni modelli Nokia.
I software Voip per i cellulari (Fring, Nimbuzz, Noverca) erano già disponibili da tempo, ma erano utilizzati solo dagli esperti. Adesso, con Skype, basta aprire la normale rubrica telefonica del cellulare e cliccando su uno dei nomi si può scegliere se fare partire la chiamata in Voip o con la normale rete mobile. Per capire l’importanza di questa evoluzione, basti sapere che nei primi due giorni dopo il lancio la versione per iPhone è stato scaricata un milione di volte.
Spaventati da questa nuova concorrenza, alcuni operatori mobili stanno facendo di tutto per limitare l’utilizzo del Voip sui telefoni cellulari: ad aprile TMobile (Germania) ha chiesto ad Apple di togliere Skype dall’iPhone; altri gestori stanno pensando di escludere dalla distribuzione i modelli compatibili con Skype oppure, come fa Vodafone, di escludere il Voip su cellulare dalle proprie tariffe Internet Umts. Queste operazioni rallenteranno il cambiamento, ma non lo fermeranno: secondo Zennström tra pochi anni si utilizzerà comunque un unico prodotto di comunicazione che consentirà di collegarsi a tutte le reti e i dispostivi, la maggior parte delle chiamate verrà smistata via Internet e i numeri di telefono spariranno.
Un’analisi pubblicata lo scorso 5 maggio dalla società indipendente di consulenze e ricerca tecnologica Gartner prevede che entro il 2019 oltre il 50% del traffico voce mobile passerà dal Voip. Skype dovrà però affrontare nuovi sfidanti: «Tra dieci anni un terzo del traffico voce mobile sarà diretto da portali come Google e Yahoo. O passerà da siti come Facebook e MySpace». Già nel 2005 Skype fu ceduta al sito d’aste e-bay per una cifra che molti considerarono folle: 2,6 miliardi di dollari.
Insoddisfatta dell’affare, e-bay si appresta adesso a vendere Skype. Zennström, che ne è sempre rimasto presidente, ha manifestato l’intenzione di ricomprarsela e con l’aiuto di fondi di private equity ha raccolto 1,7 miliardi di dollari, cifra giudicata troppo bassa dal sito d’aste che nel 2010 vorrebbe massimizzare l’incasso attraverso la quotazione i borsa. Zennström e Friis però non si arrendono e per vincere la battaglia contano su un’arma che potrebbe rivelarsi decisiva: Joltid, la società che detiene il brevetto della tecnologia ”peer to peer” sulla quale funziona Skype, è ancora sotto il loro controllo. Chiunque sia il prossimo padrone di Skype, farà bene a non dimenticare la prima legge del World wide web: non puoi far pagare oggi quello che hai regalato fino a ieri. Altrimenti perderai tutti i tuoi clienti.